Bush-Clinton, duello tra le macerie di P. P.

Bush-Clinton, duello tra le macerie Bush-Clinton, duello tra le macerie Lo sfidante è in California, parte pure il Presidente WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE George Bush ha spedito a Los Angeles un suo inviato speciale, David Kearns, perché metta a punto un quadro della situazione e delle necessità, ma anche per preparargli il terreno. Il Presidente, infatti, compirà una delicata visita a Los Angeles giovedì prossimo e, anche se l'impegno era in agenda da tempo, tutti gli appuntamenti sono in via di revisione. «Vuole incontrare sia persone che hanno partecipato alla rivolta, sia gente impegnata nella ricostruzione», ha annunciato ieri il portavoce della Casa Bianca, Marlin Fitzwater. Per Bush non sarà un viaggio facile, anche perché, sullo sfondo, ci sono le importantissime primarie della California, che si terranno tra meno di un mese. Ieri mattina il Presidente ha convocato nel suo ufficio alcuni tra i principali collaboratori proprio per fare il punto sulla situazione e definire un primo pacchetto di proposte di intervento. «Sono molto contento che laggiù le cose si stiano cal¬ mando - ha detto Bush -. Faremo ogni cosa che possiamo per aiutare la gente e favorire il ritorno alla tranquillità». Kearns, sottosegretario all'Istruzione, prenderà contatto con Peter Ueberroth, l'ex-capo del comitato olimpico di Los Angeles, che è stato nominato coordinatore per la ricostruzione. La reazione del Presidente all'«emergenza Los Angeles» è stata, almeno fino a questo punto, un successo. Bush ha convinto i neri esprimendo il suo disgusto per la sentenza sul caso King e, nello stesso tempo, ha tranquillizzato l'opinione pubblica preoccupata per il mantenimento dell'ordine. Il fatto, certamente una coincidenza, che i disordini abbiano cominciato a calare di intensità dopo il suo discorso di venerdì notte ha giocato a suo favore. Questa è una delle ragioni per cui anche le critiche dell'opposizione sono state moderate. I democratici, a cominciare da Bill Clinton, si sono limitati a criticare le politiche sociali repubblicane, perché hanno aggravato le disuguaglianze. Il che, in un anno elettorale, è stato il meno che ci si potesse aspettare. Ma lo stesso Clinton ha poi pubblicamente espresso apprezzamento per il discorso televisivo di Bush, che ha definito «un buon lavoro». L'indipendente Ross Perot, probabile terzo uomo delle Presidenziali, in coerenza con il suo dirigismo da texano arricchito, ha criticato Bush perché «non è salito subito su un aereo per andare a Los Angeles appena scoppiati i tumulti», come potesse fermarli con il suo petto. Ma poi, neppure Perot, che aveva annunciato la sua immediata partenza per la California, ha mai abbandonato il Texas. Clinton, arrivato ieri a Los Angeles in una missione decisa sull'onda della preoccupazione per l'annunciata partenza di Perot, sceso dall'aereo, ha pronunciato parole molto moderate. Sembra che nel suo staff ci. sia stata una grossa discussione sull'atteggiamento da tenere rispetto ai fatti di Los Angeles. All'inizio, è stata più forte la tentazione di usare politicamente l'accaduto criticando Bush. Poi, anche perché colpito, mentre si trovava in North Ca- rolina, dalle immagini televisive dei saccheggi, ha assunto una posizione di condanna sempre più netta della violenza, fino all'approvazione dell'appello di Bush. E ieri, a Los Angeles, il candidato democratico ha sostenuto che le sue idee, in questo momento, «possono influenzare l'Amministrazione», assumendo un atteggiamento positivo, quasi di collaborazione bipartitica di fronte all'emergenza. In realtà, negli Usa - su questo hanno molto insistito i suoi collaboratori - lo sciacallaggio politico non paga. E se deve cercare di ottenere il voto dei neri, che sono solo il 12%, Clinton ha finora orientato tutta la sua campagna sul ceto medio bianco «dimenticato». Ma anche alla Casa Bianca si era discusso molto prima dell'appello. Erano stati preparati due discorsi, uno più comprensivo per la rabbia della gente di colore, l'altro più duro. Bush li ha mischiati, introducendovi di pugno alune osservazioni che aveva ascoltato dai dirigenti della comunità nera incontrati nel pomeriggio. [p. p.]