Il Salone «ecologico» ho chiuso i battenti

Il Salone «ecologico» ho chiuso i battenti Ieri sera l'assalto dei ritardatari Il Salone «ecologico» ho chiuso i battenti Oltre mezzo milione i visitatori Al Lingotto tra un mese Automotor E' il pomeriggio dei saluti, dello spumante nei bicchieri, del «magari ci vediamo fra due anni». Chissà. Chiude dopo undici giorni di apertura al pubblico il 64° Salone internazionale dell'Auto e, nonostante l'arrembaggio finale dei «domenicali», in tutti gli stand c'è un'atmosfera allegra e chiassosa, da ultimo giorno di scuola. Sorrisi e addii, numeri di telefono che passano di mano in mano e pacche sulle spalle. Per tanti questo è solo un arrivederci. Non a settembre, ma al prossimo 6 giugno, per l'inaugurazione di «Automotor». Dopo il passaggio dei 500 mila visitatori e più, i padiglioni del Lingotto somigliano ora a un'enorme piazza di paese dopo un giorno di mercato. Gli addetti alle pulizie passano fra le pedane dove sono le auto, e riempiono i loro sacchi neri di carte, cicche di sigarette e lattine vuote. Per loro fortuna sono esauriti i pieghevoli, gli adesivi, i gadget, i modellini. Alle cinque del pomeriggio, la hostess di una casa automobilistica consegna a un ragazzino una borsa di plastica zeppa di documentazione e allarga le braccia rivolta a quelli che stanno dietro a lui, in coda: «Era l'ultima». Poi lascia la sua postazione e sparisce dentro un gabbiotto. Tempo scaduto. Chi vuole saperne di più, si rivolga alla concessionaria. All'ufficio stampa è già cominciato il lavoro di «pulizia» dei computer. Le memorie vengono tutte trasferite su dischetti: finiranno in archivio. Fra un floppy e l'altro, i responsabili annunciano che, tempo dieciquindici giorni, in redazione arriverà un comunicato con i dati definitivi di questa edizione del Salone: sono attesi tanto dai giornalisti quando dai costrut¬ tori per capire, al di là del successo di pubblico registrato al Lingotto, che aria tira. Oltre all'affluenza record, per il momento si riesce a sapere qualcosa di più solo sulle zone di provenienza dei visitatori. Il test è stato realizzato da quelli dello stand di Radio Dee Jay Network: su un campione di 6155 intervistati, è risultato che il 25 per cento vive a Torino, il 60 per cento in Piemonte. Al secondo posto fra le regioni più rappresentate è la Lombardia. Ma è arrivata gente da tutta Italia, e pure dall'estero. Quando mancano due ore alla chiusura, le casse continuano a staccare ingressi su ingressi: dallo stadio sono arrivati col loro biglietto di Juventus-Sampdoria i tifosi delle due squadre. Sul piazzale, sotto le bandiere delle nazioni che qui hanno portato insieme con le loro automobili i risultati della ricerca su motori ecologici e sicurezza stradale, il presidente dell'Unione italiana costruttori autoveicoli, Bruno Schembari, e il direttore operativo Mauro Malfatti assistono con lo stupore di chi ha tutte le ragioni per essere soddisfatto del rush finale, quasi un assalto disperato. Schembari assicura che non gli era mai capitato di vedere tante persone nel pomeriggio della chiusura: «In genere gli stand si svuotano a partire dalle 14, poi in giro c'erano solo hostess e operatori». Ma c'è un ma. Stabilito che la formula del Salone a tema (quest'anno era l'auto «verde») ha funzionato, in tutti gli stand ci si domanda quale sarà l'accoglienza del prodotto-auto fuori dal Lingotto. Questa risposta il Salone non l'ha data. La darà il mercato. Gianni Armand-Pilon

Persone citate: Bruno Schembari, Gianni Armand-pilon, Mauro Malfatti, Schembari

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Piemonte, Torino