Allarme per i film di Antonioni

Allarme per i film di Antonioni Rischiano di andare perduti i capolavori del regista (80 anni a settembre) Allarme per i film di Antonioni Da «Professione reporter» a «Zabriskie Point»: si può rovinare tutto, per Vincuria e l'incompetenza di molti ROMA. Se i concittadini di Michelangelo Antonioni riusciranno, entro settembre, a riunire tutte le pellicole girate dal maestro, da «Professione reporter» a «Zabriskie Point» a «Blow up», potranno essere certi di avergli offerto il più bel regalo per il suo ottantesimo compleanno (29 settembre). E di avere, nello stesso tempo, assicurato alla cultura cinematografica un patrimonio che altrimenti rischia di andare perduto. Per colpa di chi? Di tanti, ma soprattutto dell'incuria che purtroppo è dilagata in certi organismi cinematografici. Se si fossero rispettate le leggi, la ricerca delle opere dei nostri autori più importanti non si trasformerebbe in una caccia al tesoro. Oggi l'intera produzione del regista dell'mcomunicabilità, e chissà di quanti altri maestri, non è reperibile neppure nella «cassaforte del cinema italiano», ossia alla Cineteca Nazionale di Roma, che dovrebbe essere il braccio nobile del Centro Sperimentale di Cinematografia. «"Blow Up", per esempio, non c'è - dice Guido Cincotti, considerato il più qualificato esperto di conservazione cinematografica - perché non essendo un'opera di produzione italiana nessuno aveva il dovere di affidarne una copia alla Cineteca Nazionale. Così come non c'è l'ultimo film di Antonioni, "Identificazione di una donna": non aven- do vinto il premio di qualità, il produttore non aveva l'obbligo di mandarne una copia alla Cineteca. Oggi, per legge, i produttori dei venti film che annualmente vincono i premi ministeriali di qualità, mandano alla Cineteca Nazionale due copie "in positivo" delle opere premiate, malgrado la legge prescriva l'affidamento di una copia positiva e di una negativa per consentire la ristampa di altre copie da utilizzare per fini culturali». Quest'ultima disposizione di legge, all'inizio degli Anni Ottanta, venne aggirata dai produttori con un curioso escamotage: «Vi diamo due copie a colori, anziché una copia positiva e una negativa». Perché? I negativi dei film a colori costavano allora dodici milioni, una cifra ritenuta dai produttori eccessiva rispetto all'entità dei premi di qualità che erano di 40 milioni. Ma adesso che i premi di qualità sono saliti a 400 milioni nessuno si è preoccupato di ripristinare il rispetto della legge e di richiedere anche le copie negative. Di conseguenza molti titoli affidati alla Cineteca non possono oggi circolare perché non c'è la possibilità di ristampare nuove copie. D'altra parte le copie che viaggiano in Italia e all'estero, per scopi culturali, si logorano facilmente poiché non vengono sempre proiettate con at- trezzature professionali. E per questo, dei 20 mila titoli custoditi dalla Cineteca romana, soltanto duemilacinquecento sono abilitati a circolare nel mondo, e si tratta soprattutto della produzione in bianco e nero. «La Cineteca - aggiunge Guido Cincotti - dispone, per quanto riguarda Antonioni, Fellini, De Sica, Rossellini, di tutti i loro film girati in bianco e nero e dei rispettivi negativi. Se oggi la Cineteca dispone di qualche film di Antonioni in più, lo si deve allo stesso autore e a Carlo Di Carlo che, da me sollecitati, ci hanno regalato qualche copia che altrimenti non sarebbe mai arrivata». Guido Cincotti, che ha lasciato lo scorso anno la direzione della Cineteca Nazionale, appare ottimista sulla realizzazione dell'Operazione Antonioni-Ferrara e suggerisce di indirizzare la ricerca presso gli stabilimenti che hanno stampato le copie quando i film uscirono. «L'unico rischio - dice - è che nel frattempo le case produttrici siano fallite, per cui nessuno stabilimento di sviluppo e stampa acconsente di stampare una copia di un film senza l'autorizzazione dell' "avente diritto", che per legge è soltanto il produttore. Ritengo, però, che non corrano questo rischio i film di Antonioni». Un altro problema per la salvaguardia della produzione italiana d'autore riguarda le opere che molti registi di fama hanno realizzato per la tv. Non concorrendo queste opere ai premi di qualità, perché non programmate nelle sale, non arrivano per legge alla Cineteca Nazionale. Il caso più recente è quello della versione televisiva di «Sabato, domenica, e lunedì» realizzata da Lina Wertmuller per Canale 5. Il negativo di questo film esiste soltanto presso lo stabilimento che ha stampato la copia trasmessa sul piccolo schermo. Un altro autore cinematografico e televisivo la cui produzione rischia di disperdersi, se non si rimedia subito, è Ermanno Olmi. Ernesto Baldo { Michelangelo Antonioni: Ferrara sta cercando di realizzare un centro di studi dedicato a lui

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