Il pds lascia tutti gli incarichi di U. B.

Il pds lascia tutti gli incarichi Il pds lascia tutti gli incarichi Pollastrini: pronta ad andarmene ma senza linciaggi MILANO. «Il pds è estraneo, e sapremo tutelare l'immagine del partito in ogni sede». Claudio Petruccioli, proconsole di Occhetto in terra di Milano, chiude così l'attivo degli iscritti di via Volturno. Ma gli applausi sono pochi. Pesa lo scandalo delle tangenti tra gli iscritti del pds, ed esplodono i malumori anche se su un punto quasi tutti d'indipendente Paolo Hutter, ad esempio, è scettico) sono d'accordo: tutti a casa a Milano, anche se, con queste premesse, il partito rischia di pagare un prezzo salato alle elezioni. Le tre ore di autocoscienza in via Volturno, all'insegna di forti tensioni, non hanno eliminato lo smarrimento dei pidiessini dopo l'arresto per due miglioristi di peso: Epifanio Li Calzi e Sergio Soave. Attacca Bassanini, della direzione nazionale, e chiede di azzerare il vertice della federazione. Replica con veemenza, Barbara Pollastrini, attuale segref tario di federazione. «Bassanini chiede le dimissioni del gruppo dirigente milanese? Non potevamo finir peggio...». E ancora. «Il ricambio della segreteria è legittimo, dopo le elezioni e i nuovi incarichi, ma se si volesse dare all'operazione un altro significato, legato allo scandalo, ebbene saprei difendermi con tutte le mie forze». E qui chiude e se ne va, commossa e un po' scossa. Il tam tam da palazzo di giustizia parla di accuse sempre più inquietanti. Soave avrebbe svolto il ruoio di gran intermediatore, di pagatore dei partiti, compreso il suo. «Se Soave - sillaba Petruccioli - risulterà colpevole, sarà cacciato. Siamo un partito nuovo che si batte per la riforma della politica». Il psi? Il regime nazionale è targato de, quello milanese è targato psi. No, non c'è odio verso un psi che intende rinnovarsi. Si dice che arriverà Giuliano Amato come commissa- } rio: faccia dimettere i suoi, poi ci confronteremo». Ma dietro l'orgoglio di partito i problemi restano. L'assemblea di ieri, in sostanza, ha ratificato le scelte della vigilia, maturate nel direttivo federale: i pidiessini, domani, chiederanno lo scioglimento del Consiglio comunale, l'arrivo di un commissario e, comunque, si dimetteranno da ogni incarico negli enti e nelle aziende pubbliche municipali. E questo avverrà anche se in Consiglio comunale non passerà la richiesta di azzeramento dei consigli delle società controllate da palazzo Marino. Nessuna apertura a Piero Borghini, il sindaco ex pidiessino. Al contrario, partono stoccate di fuoco verso i miglioristi, i più fragili dopo la tormenta giudiziaria e, soprattutto, verso Corbani. «Compagni come Corbani - dice Petruccioli - che pensano che il pds sia nato per orientarsi sulla stella polare del politico Craxi dovrebbero vergognarsi. Abbiamo osteggiato il disegno di Borghini perché quella era un'unità delle sinistre sulle tangenti e dentro il vecchio sistema. Avevamo ragione. Il pds vuole altro». Tutti, sembra, contro Borghini, ma l'accordo di via Volturno si limita a questo o poco più. Preme l'ala di Tortorella per un congresso straordinario, per una riunione, già mercoledì, per cambiare i vertici della federazione e favorire la nomina di Marco Fumagalli (esponente della «sinistra» pidiessina). Cerca di mediare Petruccioli. E' disponibile per un congresso straordinario «al più presto», contrario all'azzeramento del gruppo dirigente di Milano perché «al suo interno c'è chi si batte da anni per il rinnovamento». E assicura che la commissione di garanzia svolgerà un'indagine sulle spese elettorali dei candidati e dei vari circoli. La partita, per ora, finisce qui. [u. b.]

Luoghi citati: Milano, Tortorella