Su Tognoli e Pillitteri decide Roma

Su Tognoli e Pillitteri decide Roma Milano, il ministro avrebbe ricevuto 500 milioni, il neoparlamentare circa un miliardo Su Tognoli e Pillitteri decide Roma I giudici chiederanno l'autorizzazione a procedere MILANO. Per Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri i guai sono solo all'inizio. Quella che si apre oggi è una settimana decisiva: la Procura della repubblica di Milano sta preparando le «richieste di autorizzazione a procedere» da inviare al Parlamento. E' un atto necessario, obbligatorio alla prosecuzione delle indagini ora ad altissimo livello che stanno conducendo i giudici Antonio Di Pietro e Gherardo Colombo. Gli ultimi due sindaci socialisti di Milano adesso sono parlamentari. Con la sola informazione di garanzia, che ipotizza i reati di ricettazione e di corruzione, Tognoli e Pillitteri non possono nemmeno essere interrogati dai magistrati. E' a questo importante documento che si sta lavorando al quarto piano del Palazzo di giustizia. Nelle carte da inviare a Roma verrà ricostruita la montagna di «indizi» contro i due politici, a partire dalle accuse lanciate da Mario Chiesa, l'ex presidente del Pio Albergo all'origine dello scandalo. Secondo Chiesa, Tognoli, in diverse circostanze, avrebbe intascato 500 milioni, frutto di tangenti. Quei soldi, sempre secondo il suo compagno di partito, l'allora sindaco li avrebbe utilizzati anche per essere eletto parlamentare europeo nell'84 con oltre 320 mila preferenze, un record imbattuto. Anche ieri Tognoli ha smentito tutto: «Mi sento vittima e in- colpevole. Nell'informazione di garanzia si parla di cifre e di circostanze generiche». Più grave, secondo gli atti in mano alla Procura, la posizione di Pillitteri. Almeno tre imprenditori, già interrogati o arrestati, hanno confessato ai giudici versamenti per poco meno di un miliardo. E anche in questo caso i soldi sarebbero stati utilizzati per le elezioni amministrative del '90, quando Pillitteri venne riconfermato sindaco della città. Oltre che per ricettazione il parlamentare socialista è finito nelle indagini anche per corruzione. In sostanza, nella sua ve¬ ste di sindaco, Pillitteri avrebbe attivamente favorito, dietro compenso, alcuni imprenditori impegnati negli appalti per l'allestimento del nuovo Piccolo Teatro e nella costruzione di un reparto per i malati di Aids dell'ospedale Sacco. Appalti su cui la magistratura milanese ha già messo gli occhi. Per le tangenti sulla costruzione del teatro si trova ancora in carcere, con l'accusa di concussione aggravata, l'architetto Epifanio Li Calzi, esponente dell'ala migliorista del pds. Anche Fabrizio Garampelli, uno dei dirigenti dell'impresa I.F.G. Tetta¬ manti, ha parlato a lungo con i giudici di quell'appalto: 8 miliardi e mezzo da dividere con un'altra impresa per gli allestimenti interni. Garampelli, interrogato con informazione di garanzia, è uno degli imprenditori che più hanno collaborato con i giudici. Ha fornito nomi, date, circostanze dei pagamenti, tutti elementi che hanno permesso di ricostruire il mosaico delle mazzette. . Sulle tangenti pagate per l'appalto all'ospedale Sacco ha raccontato tutto Clemente Rovati della Edilmediolanum, l'imprenditore che ha confessato do¬ po una breve permanenza in carcere. La Edilmediolanum, insieme ad altre società, diede vita alla Vialba società consortile, il pool di imprese che ottenne l'appalto dietro al pagamento di mazzette. Altre carte ancora sono destinate a finire nel dossier su Paolo Pillitteri che sta preparando la Procura. Ad esempio quelle in cui Vito Occhipinti, un imprenditore edile già in carcere per altre vicende, racconta l'edilizia selvaggia degli Anni 70 a Garbagnate e nell'hinterland milanese. E proprio a Garbagnate Pillitteri iniziò la sua carriera politica come assessore all'edilizia privata. Montagne di carte che si vanno ad aggiungere alla copiosa documentazione di questa inchiesta. E da oggi, in Procura, inizierà la sfilata degli altri imprenditori. Quelli che hanno prenotato un incontro con i giudici. Sono 150. Un vero e proprio superlavoro da aggiungere agli interrogatori, ancora da concludere, degli imputati tutt'ora reclusi. Altri magistrati potrebbero scendere in campo mentre c'è chi rischia di uscire dall'operazione «mani pulite». Roberto Zuliani, il giovane capitano dei carabinieri che ha guidato le indagini, è in attesa di essere trasferito a Lametia Terme. «Ma solo alla fine dell'inchiesta», assicurano i vertici dell'Anna. Fabio Potetti li giudice che indaga sullo > scandalo delle tangenti a Milano Antonio Di Pietro. Quella che si apre oggi è una settimana decisiva: si stanno preparando i dossier per chiedere la autorizzazione a procedere contro Pillitteri e Tognoli. Oltre 150 imprenditori aspettano di essere ascoltati

Luoghi citati: Garbagnate, Milano, Roma