Moeller, sì solo in chiesa
Moeller, sì solo in chiesa Il tedesco dell'Eintracht Francoforte ribadisce il no alla Juve Moeller, sì solo in chiesa Oggi Andy sposa Michaela e vuole restare ancora un anno in Germania Una frecciata a Trapattoni: chi fra meeBaggio sarebbe il nuovo Platini? FRANCOFORTE. Un sì solenne, dopo tre anni di fidanzamento, alla graziosa estetista Michaela Winter, oggi pomeriggio davanti all'altare della chiesa di San Giuseppe a Francoforte, pochi giorni dopo il rito civile. Un altrettanto convinto no, dopo quasi un anno di vertenza, alla Juventus, il 14 maggio a Zurigo davanti al giudice d'appello della Fifa, per opporsi all'espatrio in Italia. Altro che eterno indeciso, come lo dipingono dalle sue parti: Andreas Walter Friedrich Moeller, venerato dai tifosi dell'Eintracht Francoforte come «il fantastico Andy», nel giorno della festa del lavoro non ondeggia pensando al proprio futuro. Lo racconta girovagando con la sua cabriolet nera nei sobborghi di Francoforte. Michaela lo attende per il pranzo nel villino di BergenEnkheim. Casa di sua proprietà, come le tre palazzine in cui ha investito i guadagni. Un inquilino si è lamentato del fitto troppo salato e gli ha fatto causa per strozzinaggio. Incidenti di percorso. A 24 anni, con reddito annuo di 1,7 milioni di marchi ( 1300 milioni di lire), Moeller è il giocatore più ricco della Bundesliga. Anche per questo, probabilmente, avverte poco il fascino dell'Italia. «Non me la sento di cambiare squadra - brontola - per molti motivi». Ne spiega solo uno: «Voglio chiudere la carriera nell'Eintracht. In questa città sono nato, cresciuto e diventato famoso. Se andassi via adesso, i tifosi non mi perdonerebbero. Sarebbe la fine per sempre. Invece sarebbe tutto più facile, attraente, se potessi restare ancora un anno all'Eintracht. Anche una lunga separazione non mi farebbe perdere il rapporto con l'ambiente». Insomma, se la Fifa dovesse aggiudicarlo definitivamente a Boniperti, che lo aveva nel mirino dall'estate dell'89, Moeller esplorerà anche la possibilità di restare un anno in prestito all'Eintracht. «A questo punto tutto è possibile» esclama. Proprio tutto, compreso un ricorso alla magistratura ordinaria, in violazione alla clauso¬ la compromissoria tutelata dallo statuto della Fifa. Rischierebbe una pesante squalifica internazionale? Hermann Neuberger, presidente della Federazione tedesca (Dfb), ha i suoi dubbi: «Il nostro Statuto è stato adeguato al codice civile. Da nessuna parte c'è scritto nel nostro Statuto, diversamente da quello della Fifa, che un giocatore non può rivolgersi ad un tribunale ordinario». Neuberger è anche il vice di Joao Havelange, presidente della Fifa e, per la delicatezza del caso, presidente della commissione chiamata a giudicare Moeller tra due settimane a Zurigo. Il fantastico Andy sorvola sull'argomento. Preferisce rispondere alle lusinghe sciorinate in aprile da Trapattoni in una raffica di interviste a giornali tedeschi. «Parla attraverso la stampa, io non l'ho sentito personalmente - sorride con malizia - vuole lanciare Baggio e Moeller come il tandem Platini-Boniek? Una bella coppia, indubbiamente. Anch'io posso immaginarmela. Ma chi fa il Platini? Il numero 10 lo hanno dato a Baggio. Anche nell'Eintracht formo una bella coppia insieme con Uwe Bein. Quest'anno possiamo vincere il campionato». L'unico scudetto dell'Eintracht risale al 1959, un'impresa storica riportarlo a Francoforte. Il traguardo è vicino: l'Eintracht ieri ha vinto 3-0 e, a tre giornate dal termine è in testa alla classifica con lo Stoccarda a quota 47, ma vanta una migliore differenza reti. «Sarebbe una gioia immensa, impagabile - sospira Moeller -. Volete capirlo che tutto il resto ora proprio non mi interessa?». Francesco Alemanno Moeller vicino allo scudetto tedesco
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