Lo Stato si scopre evasore di S. 1.

Lo Stato si scopre evasore Lo Stato si scopre evasore // Tesoro minaccia Enti e Usi che non pagano i contributi ROMA. Tra tante storie di sfacelo amministrativo, questa era difficile immaginarsela: lo Stato italiano è evasore di sé stesso. Ha perfino fatto delle leggi per stroncare questa pratica, ma naturalmente non è riuscito ad applicarle. Ora promette di fare sul serio, con gravissime conseguenze per chi non paga. Agli enti che trasgrediscono, si pignoreranno i denari in cassa; in casi estremi, saranno negati i fondi per pagare gli stipendi ai dipendenti. Potrebbe succedere, dal mese prossimo, nei Comuni o nelle Usi che non sono in regola. Si tratta di evasione dei contributi previdenziali, necessari a pagare le pensioni dei dipendenti. Come nel settore privato dell'economia sono molti i datori di lavoro che non versano i contributi Inps, o li versano in ritardo, nello stesso modo si comportano enti locali, unità sanitarie, enti scolastici nei confronti delle Casse pensióni amministrate dal ministero del Tesoro. Qualche giorno fa il direttore generale degli istituti di previdenza presso il Tesoro, Giovanni Grande, ha deciso che così non si poteva più andare avanti e ha scritto una circolare. Il succo della circolare, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'altroieri, è: le léggi per impedire l'evasione e recuperare i soldi dovuti ci sono (risalgono a 3-5 anni fa) e vanno applicate; le direzioni provinciali del Tesoro sono tenute a rispettarle inflessibilmente (cosa che non pare fin qui abbiano fatto). Il testo è stato inviato anche alla Regione autonoma Valle d'Aosta, alle province di Trento e Bolzano e a tutti i provveditorati agli studi. La punti¬ gliosità delle istruzioni emanate fa presumere che in passato gli enti controllori si siano trincerati dietro un burocratico «non ci sono le procedure». Nel caso dei vecchi debiti, è prevista una escalation di sanzioni. Previa diffida, devono essere via via adottate misure più severe, di quattro tipi. Si andrà da una blanda «segnalazione agli organi di controllo», alla compensazione d'ufficio con altri fondi destinati all'ente colpevole, al sequestro delle entrate derivanti dai tributi locali, fino al pignoramento dei fondi con ingiunzione del direttore provinciale del Tesoro. Nel caso di mancato pagamento dei contributi mensili, la circolare chiama in causa le banche tesoriere degli enti evasori: una legge del 1987 vieta loro di fornire i soldi per il pagamento degli stipendi, qualora non siano stati versati i contributi previdenziali. Così, i dipendenti potrebbero diventare vittime delle irregolarità commesse dai loro dirigenti. Le banche dovranno anche controllare che l'ammontare dei contributi versati sia congruo con quello degli stipendi. Funzionerà? Nel caso che nonostante tutte le sanzioni agli enti i debiti continuino a non essere pagati, sono previste punizioni per i responsabili. Gli amministratori pubblici che si rifiuteranno di obbedire dovranno essere denunciati alla Corte dei Conti. In teoria, la Corte potrebbe condannarli a risarcire il danno subito dallo Stato. «Sarà gradito un cenno di riscontro» conclude con umorismo forse involontario la voluminosa circolare del Tesoro, [s. 1.]

Persone citate: Giovanni Grande

Luoghi citati: Bolzano, Roma, Trento, Valle D'aosta