Tutti in Borsa, ma la Borsa non c'è

Tutti in Borsa, ma la Borsa non c'è Dalla Stet alle banche, cresce il numero delle società che bussano a Piazza Affari Tutti in Borsa, ma la Borsa non c'è E la Consob indaga su sedici operazioni sospette MILANO. Tante voci, pochi scambi. E molti fischi per un paio di maxioperazioni già anticipate: l'aumento di capitale da 648 miliardi dell'Italcementi a luglio e il collocamento in Borsa di titoli ordinari e di risparmio che la Stet vorrebbe mettere in cantiere a giugno («Se la Borsa non sarà negativa») per un valore compreso tra i 1700 e i 1800 miliardi. «Non ci sono soldi e questi chiedono quattrini a tutto spiano», spara a zero Piazza Affari anticipando reazioni poco entusiaste sulle prossime possibili operazioni. Su una ricapitalizzazione della Bnl sollecitata dal presidente Giampiero Cantoni, per esempio, oppure sull'aumento di capitale della Comit che, seppur non indispensabile, piacerebbe a Sergio Siglienti. O ancora, in attesa dei tanto sbandierati progetti di privatizzazione di enti pubblici, sulle nuove quotazioni anticipate dall'Eni di Gabriele Cagliari: quelle dell'Agip e della Snam. Sulla carta, un'ondata di richieste di denaro che potrebbe rivitalizzare l'ormai cronica povertà di contrattazioni. Ma solo sulla carta. Perché, esclusi alcuni ottimisti a oltranza come Maurizio Pinardi della Sim Comit che ama ripetere: «Coraggio, il peggio è passato», la Borsa sembra guardare con perplessità al futuro. Preferendo concentrarsi sui problemi dell'oggi: povertà di scambi, costi alle stelle e profitti in picchiata per gli operatori, incertezza politica, bilanci delle società che risentono dell'anno di crisi 1991. Basta questo a spiegare malumori e speculazione scatenata, come dice Aldo Ravelli, l'Aldone, un tempo leader indiscusso degli uomini della Borsa milanese oggi in pensione? Il tempo passa, i computer sostituiscono le grida, debuttano le Sim, decollano le riforme, ma in Piazza Affari, scuote la testa Ravelli, «l'è semper la stesa solfa», identico il tran tran: «a tanti piace speculare, a pochi tirar fuori i danè». Liquidità poca e pochi scambi: 100, 120 miliardi al giorno ma solo da una settimana scarsa, perché prima il controvalore era crollato addirittura a 30 miliardi per risalire faticosamente sopra i 70. Una miseria. Contro una valanga di voci su tutto, su tutti. «Troppe», conferma il presidente degli agenti! di cambio milanesi, Attilio Ventura, l'uomo che giovedì, dopo il clamoroso ribasso dei titoli Pesenti successivo all'acquisto della francese C imeni e all'annuncio dell'aumento di capitale Italcementi, ha chiesto «un esame approfondito delle transazioni avvenute sul titolo Italcementi negli ultimi due mesi». Sospetta un caso di insider trading, Ventura. E non è il solo. Come non sono l'unico caso sospetto le operazioni che hanno preceduto l'annuncio Italmobiliare-Ciment. Magari. A metà marzo c'erano stati movimenti «strani» attorno alla Sifa, finanziaria Iri destinata a portare in Borsa il colosso Firmeccanica. A fine marzo, a cavallo della conferma di una riorganizzazione del gruppo, un su e giù improvviso dei titoli Nai e Rodriguez. Un po' prima, a fine febbraio, il caso limite definito addirittura «esemplare» dallo stesso presidente della Consob: l'annuncio, poi dimostratosi infondato, del finanziere Giuseppe Gennari («la Bonifiche Siele-Bna è mia») che aveva provocato forti ribassi dei titoli. E tornando indietro qualche mese, lo scorso novembre, che dire dell'improvviso e ingiustificato boom degli scambi su Eridania prima della comunicazione della fusione in Beghin Say? Chiamata in causa, la Consob si è già mossa. Un po' seccato dall'esternazione di Ventura (Premette: «Noi il nostro mestiere siamo capaci di farlo»), il presidente Enzo Berlanda conferma: «Abbiamo già dato l'incarico ai nostri uffici di verificare l'eventuale andamento anomalo di Italcementi e Italmobiliare; faremo riscontri oggettivi, compresa l'individuazione dell'operatore e del committente». Dopodiché, se emergerà un caso di insider trading, proclama: «Presenterò un esposto alla magistratura». Ma attenzione, precisa Berlanda, la stessa tempestività con cui la Consob sta indagando su Italcementi è stata applicata in altri casi: «sono sotto osservazione 16 operazioni, tutte effettuate dal maggio '91», è la sorprendente rivelazione. Insomma, è in corso l'operazione trasparenza e pulizia, indispensabile per riportare fiducia sul mercato: la speculazione è avvisata. Berlanda: «Appena c'è una segnalazione noi interveniamo e anche se l'iter è lento, prima o poi...». Armando Zeni Ventura denuncia: «Troppe voci» Berlanda replica: «Già all'opera» UN LISTINO.COL FIATONE AL A : j SCAMBI AZIONAR! A miAHO tN M ÌLI ARDÌ Dì URÈI] 13 20 FEBBRAIO 92 27 12 19 26 MARZO 9 16 24 APRILE Enzo Berlanda, presidente Consob indaga sulle operazioni di Borsa Il ministro del Tesoro Guido Carli richiama gli enti pubblici

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