A Berlino la festa diventa battaglia di Emanuele Novazio

A Berlino la festa diventa battaglia Violenti scontri fra estremisti di destra e sinistra e polizia, manifestazioni in tutto il Paese A Berlino la festa diventa battaglia E da domani lo sciopero bloccherà anche gli aeroporti BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Battaglia di strada, auto incendiate, negozi devastati, trecento arresti, centotrenta feriti. Il volto violento del Primo Maggio tedesco è affiorato a Berlino, venerdì, in incidenti durati fino all'alba di ieri. Nel quartiere occidentale di Kreuzberg, dove una manifestazione dell'estrema sinistra aveva raccolto diecimila persone, ci sono stati violenti scontri fra i dimostranti e la polizia, presente in forze, tremilacinquecento uomini. All'Est, nel quartiere di Prenzlauer Berg, la manifestazione di un gruppo neonazista ha richiamato qualche centinaio di autonomi che hanno tentato di impedirla. I disordini sono durati fino a sera e hanno coinvolto agenti, estremisti di destra e di sinistra che si sono affrontati con il lancio di pietre, con coltelli e altre armi rudimentali. I danni a negozi e auto sono stati gravi, la tensione nel quartiere è durata tutta la notte. Ma al di là di questo risvolto brutale e isolato, limitato a Berlino, il Primo Maggio tedesco ha segnato una svolta. Meno di due anni dopo l'unificazione, il Paese ha dimenticato la sua mitica pace sociale ed è alle prese con una ondata di scioperi senza precedenti, che vede in prima linea i dipendenti statali ma che ha già coinvolto anche i metalmeccanici. Durante le manifestazioni organizzate in numerose città, venerdì, i principali dirigenti sindacali hanno rilanciato la sfida al Cancelliere Kohl: le agitazioni si intensificheranno a partire da domani, perturbando per la prima volta anche il traffico aereo a Berlino, Hannover, Duesseldorf e Amburgo, dove si asterranno dal lavoro i vigili del fuoco. La situazione si aggraverà nelle ferrovie, alle Poste, negli asili, negli ospedali e nel servizio di raccolta rifiuti. Le astensioni dal lavoro, confermavano ieri i dirìgenti del sindacato «Oetv», continueranno fino a che non arriverà un'offerta accettabile, che ancora non si vede però. Al termine della prima settimana di agitazione le posizioni sono immutate, nonostante numerosi appelli per un ritorno al tavolo delle trattative: richie¬ ste di aumenti del 9,5 per cento - una cifra alla quale in realtà nessuno ha mai creduto, come dimostra la disponibilità «ufficiosa» dei sindacati a scendere al sei per cento - e offerte del 4,8 per cento, pari al tasso d'inflazione previsto per l'anno in corso, una soglia dalla quale il governo ha detto e ripetuto di non volersi allontanare. Per discutere delle difficoltà sociali ed economiche del Paese, il Cancelliere aveva invitato a colloquio il leader dell'Spd. Ma Engholm ha detto di no, accusando Kohl di non voler fare chiarezza sulla situazione finanziaria, e giocando sull'ondata di impopolarità che ha colpito il governo: un sondaggio pubblicato ieri mostra che se si votasse adesso, i tre partiti della coalizione prenderebbero insieme soltanto il 41 per cento dei voti, mentre l'opposizione arriverebbe al 48. La Cdu di Kohl e la sua branca bavarese, la Csu, scenderebbero di quasi dieci punti rispetto alle elezioni di due anni fa; l'Spd aumenterebbe di otto. Il Primo Maggio più difficile del dopoguerra tedesco ha confermato che il fronte sindacale e quello politico lanciano, entrambi, segnali di crisi. Il Cancelliere è indebolito dopo le dimissioni a sorpresa del ministro degli Esteri Genscher, dai litigi fra i partiti della coalizione e dalla spaccatura fra i liberali. Ieri, il ministro delle Finanze Theo Waigel, il leader della Csu già molto critico nei confronti degli alleati, ha chiesto una «nuova politica estera per la Germania unita»: il Paese deve muoversi «in un contesto europeo, ma con una responsabilità politica mondiale». Pochi giorni prima, la Csu aveva chiesto invano il ministero degli Esteri e la vice Cancelleria. Ma a preoccupare il Cancelliere sono soprattutto i conti in rosso: un rapporto interno del ministero dell'Economia ha mostrato, giovedì, che la Germania dovrà compiere tagli di bilancio massicci e impopolari, se vorrà evitare un indebitamento difficile da colmare e l'umiliazione di non poter aderire all'Unione Monetaria Europea, alla fine del decennio. Emanuele Novazio Eltsin, il sindaco di Mosca Popov (al centro) e il vicepremier Gaidar allo stadio Luzhniki per la partita (FOTO AP]

Persone citate: Berg, Engholm, Gaidar, Kohl, Popov, Theo Waigel

Luoghi citati: Amburgo, Berlino, Duesseldorf, Germania, Hannover, Mosca