«Nella Cisl c'è troppa omertà»

«Nella Cisl c'è troppa omertà» Voleva fare chiarezza su un ammanco di mezzo miliardo, minacciata «Nella Cisl c'è troppa omertà» Responsabile del settore sanitario si dimette Con un breve intervento al direttivo della sanità Cisl, riunito mercoledì a villa Lascaris, Maria Rita Cavallo ha confermato le proprie dimissioni («irrevocabili») da segretario responsabile della categoria, incarico che le era stato offerto nel giugno del '91. «Non sono mai riuscita - ha ammesso con i amarezza - a dirigere questo ! sindacato. Neppure, caso forse ! unico in Italia, a ottenere il "distacco"». Maria Rita Cavallo ha parlato dell'inutile tentativo di chiarire le cause e identificare i responsabili dell'ammanco in bilancio di 437 milioni («Denaro affidato alla Fisos dagli iscritti»), del muro di omertà che le aveva sbarrato la strada ogni volta che tentava di farsi consegnare i libri contabili, degli insulti e delle minacce subite, proprio per questo motivo, anche dai suoi genitori. «Ho la convinzione morale che gli autori siano qui», ha detto. Poi, rivolta ai «piccoli notabili della vecchia Fisos», ha aggiunto: «E' pur vero che le minacce sono nelle tradizioni della peggiore Cisl». Dagli altri responsabili dell'organizzazione non ha ricevuto neppure un gesto di solidarietà. Anzi, aprendo i lavori, il leader regionale Severino Fusta ha rilevato che certa gente non ha la stoffa del dirigente sindacale perché «rilascia troppe interviste ai giornali». Replica Maria Rita Cavallo: «Forse ha ragione, ma io non intendo assolutamente coprire i colpevoli e le responsabilità di chi, pur essendone a conoscenza, ha preferito tacere e nascondere l'accaduto, calpestando i diritti dei tesserati». Il direttivo si era riunito proprio per decidere se accettare o meno le dimissioni sue e di altri componenti la segreteria, e discutere sul da farsi. Al termine del dibattito ha votato l'ordine del giorno proposto dalla presidenza: sì alle dimissioni e richiesta alla Fisos nazionale (era presente il segretario organizzativo Canali) di nominare un "reggente". Il documento, però, non è piaciuto a tutti, la stessa Cisl torinese, come ha ricordato il responsabile dell'organizzazione Marchionni, aveva suggerito il commissariamento. La differenza è che il reggente opera avvalendosi della struttura, mentre il commissario azzera tutti gli incarichi. Nel frattempo, i probiviri, chiamati dallo stesso segretario dimissionario, devono pronunciarsi sulla vicenda dell'ammanco e sull'operato degli allora dirigenti Armando Beimonte, Antonio Cutri, Michele Mariella, Edmondo Rabuano, Leonardo Cammarata, Giorgio Pidello, Carmine Rinaldi (questi ultimi tre insieme ad Adriana Celotto, diventata segretaria in seguito, avevano presentato le dimissioni il 28 gennaio, in segno di protesta contro la gestione Cavallo). Le loro ragioni verranno ascoltate a Roma il 14 maggio, data in cui verrà sentita anche la denunciante. Prosegue intanto l'indagine di magistratura e Guardia di Finanza, che il 17 febbraio scorso hanno interrogato sulle irregolarità il segretario nazionale Fisos Giuseppe Farinasso. Carlo Novara

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