Assicurazione, che stangata di Enzo Bacarani

Assicurazione, che stangata La provincia è passata di fascia: più 17 per cento invece del 9 Assicurazione, che stangata Su re auto a Torino aumento doppio Tartassati dalle assicurazioni. Gli aumenti che partono da oggi per i torinesi saranno speciali, pesanti. L'adeguamento tariffario deciso dal Cip (Comitato interministeriale prezzi) sulla responsabilità civile auto si attesta su una media nazionale del 9,1 per cento, ma a Torino questo limite viene oltrepassato in misura enorme: si va da un 17,4 per cento, a un 21,5 fino a un massimo del 35,6 per cento. Chi infatti da oggi intende assicurare per la prima volta un'utilitaria (Fiat Uno, Y10) pagherà - per un massimale unico di 2 miliardi - 590.800 lire mentre fino a ieri pagava per la medesima copertura assicurativa 486.400 lire, avrà un aumento dunque di 104.400 lire (tasse escluse). Chi ha la «sfortuna» di possedere un'auto di cilindrata di 2200 ce. mentre prima pagava - sempre per due miliardi assicurati 1.056.600 lire, da oggi dovrà versarne 1.432.400 (più 35,6%). Questi aumenti elevati rispetto alla media nazionale sono dovuti alla «promozione» di Torino dalla fascia cosiddetta «2b» alla «2a», una fascia ad alto rischio di incidenti che la nostra città condivide con Cagliari, Imperia, Napoli, Modena, Sassari, Ravenna. Al di sopra ci sono solo più due fasce: la «lb» e la «la» che ha una percentuale di incidenti - e di conseguenti costi assicurativi - al limite dell'autoscontro dei Luna Park. La poco gradita «promozione» di Torino è stata proposta dalle compagnie di assicurazione che hanno esposto alla commissione parlamentare le loro ragioni. Il Cip ha quindi detto sì alle nuove classificazioni. Ma i dati sugli incidenti sembrano dare torto alle compagnie di assicurazione. La percentuale di incidenti (scontri ogni 100 auto assicurate) a Torino è diminuita: nell'89 è stata del 16,34 mentre nel '90 è stata del 16,16, un calo dell'1,10 per cento, così come è diminuita anche a Milano (dal 14,98 al 14,87) a Roma (dal 18,51 al 18,32) a Napoli (dal 20,17 al 19,30). E allora, perché se sono diminuiti gli incidenti, le com¬ pagnie di assicurazione hanno chiesto - e subito ottenuto - un aumento così pesante? Risponde il dottor Carbonari dell'Ania (l'associazione delle compagnie): «Perché sono aumentati in maniera considerevole i costi, in particolar modo a Torino». E sventola i dati: «Nell'89 il costo medio di un sinistro a Torino era di 1 milione 693 mila lire, nel '90 è salito a 1 milione e 922 mila con un aumento del 13,5 per cento. Ci sono stati aumenti anche in altre città, ma più contenuti: a Milano del 9,8%, a Roma del 6,6%, a Napoli dell'I 1,7%». Quali sono le voci che incidono sui costi? «Sono tre - risponde Carbonari - la grossa cilindrata, la mano d'opera e i pezzi di ricambio». «Sì, è anche una questione di auto - afferma Franco Prelle, capo dell'ispettorato sinistri dell'Augusta -. Occorre considerare che Torino ha un alto numero di vetture circolanti nuove e grandi. C'è un parco auto notevole che non c'è, ad esempio, a Milano. E poi ci sono i costi della mano d'opera delle carrozzerie, che adesso si aggirano sulle 26-28 mila lire all'ora e che con il nuovo accordo che prevede il contatto diretto tra assicurato e carrozziere, senza l'intervento della compagnia, saliranno ancora, fino a 37 mila lire». «Le cifre sono giuste - ammette Pierino Milvo della carrozzeria Micheletti, una delle più attrezzate di Torino - ma la mano d'opera incide per circa il 30 per cento su una riparazione. I pezzi di ricambio, infatti, hanno subito aumenti considerevoli. Un paraurti della Golf nell'89 costava dalle 146 alle alle 208 mila lire, nel '90 dalle 207 alle 300 mila lire. E un parafango della Uno, un'auto che ha avuto lievi aumenti, nell'89 costava 50.500, nel '90 51.500 e ora, nel '92, 59 mila lire. Inoltre le auto oggi sono sofisticate. In un incidente vengono danneggiati oltre alla carrozzeria anche centraline elettroniche, computer di bordo, meccanismi che costano». Enzo Bacarani

Persone citate: Carbonari, Franco Prelle, Micheletti, Pierino Milvo