Tutti velisti con la tv

Tutti velisti con la tv I luoghi del tifo torinese per le regate del Moro di Venezia Tutti velisti con la tv E cresce la voglia di vacanze in barca La televisione ha fatto l'ennesimo miracolo: con le dirette da San Diego intrappola anche chi non sa nulla di barche. I velisti torinesi sono riservati. Vivono in piccoli gruppi le nottate californiane da card''jpalma. Ma non mancano i sogni di chi già pensa di farsi costruire una vela al carbonio o di chi progetta una vacanza sul 16 metri. E molti vantano amicizie e contatti. «Paul Cayard, lo skipper del Moro di Venezia, è stato ai timone della nostra barca, un prototipo in fibra di carbonio con alcune attrezzature in titanio, che ci ha dato la soddisfazione di vincere qualche regatina in Liguria e due Giraglie». Gianni Pavarino e Pier Giulio Berruto, proprietari del Cophos, l'ex Nitissima che l'armatore Mazzaferro aveva affidato a Paul Cayard per una Sardinia Cup, non nascondono un pizzico di orgoglio, ma ammettono: «Cayard è grande, noi siamo soltanto dei dilettanti». La tentazione di utilizzare le nuove tecnologie sperimentate dalla Montedison si fa sempre più viva. Pavarino e Berruto ne discutono con i ragazzi dell'equipaggio di Cophos davanti al televisore. «Serate infinite ed estenuanti - aggiunge Pavarino . La regata continua il giorno dopo, nel mio studio dentistico, quando devo spiegare ai clienti cos'è che non va nel bompresso dei Neozelandesi». Tutti si scoprono velisti, persino in campagna. «E' incredibile dice Ernesto Quaranta, progettista e restauratore di barche d'epoca a Carignano -. I contadini che lavorano i campi qui intorno per anni hanno ignorato le barche che uscivano dal mio cantiere. Da quando c'è il Moro, mi fermano in piazza o vengono qui a chiedere chiarimenti». I commenti dei nuovi «esperti», emuli di Cirio Ricci, al bar o in portineria non si contano più. Gli altri, si danno appuntamento dopo le 22. Claudio Recchi riunisce talvolta l'equipaggio del suo J24: Francesco Fiora e i pluricampioni mondiali Jim Bready e John Kostecky: «Spettacolo meraviglioso - commenta - però, per chi come noi va in regata, dovrebbero dare più informazioni sulla direzione del vento e delle barche». A casa dell'industriale Sandro Buzzi, dove sono tanti i velisti, la signora Maria Luisa è incaricata di tenere informati figli e nipoti in giro per il mondo (alcuni hanno partecipato in questi giorni alla prima tappa della Regata di Colombo): segue le regate minuto per minuto e poi le racconta in differita con il telefono. Guido Maisto e Corrado Di Majo, veterani del Giro del mondo a vela, sono impegnati nell'allestimento della barca torinese che farà il prossimo Giro del Mondo, Brooksfield. Lo scafo sarà costruito dallo stesso cantiere del Moro, Tencara: «Delle regate americane - dicono - ci interessa il lato tecnico: la nostra barca potrà godere di tutta l'esperienza di San Diego». E' il periodo in cui si programmano le vacanze e ci sono buone prospettive per le agenzie specializzate. Racconta Roberto Varese, di Equinoxe: «Ci si trova con gli amici, dopo una pizza, per imprecare sulle manovre sbagliate, per soffrire quando il Moro perde terreno, per scoppiare di gioia quando taglia per primo il traguardo. Alla nostra agenzia sono aumentate sensibilmente le richieste per affittare barche in tutto il mondo. Stiamo predisponendo un viaggiolampo a San Diego per vedere le finali in mare». Anche World Jet propone una gita in California. Tutti gli operatori attendono speranzosi l'effetto Moro. «La vacanza a vela anche per chi non sa "cazzare la scotta", con uno skipper a disposizione - dicono -, è meno costosa e più divertente di quanto si immagini». Sta aumentando anche la voglia di imparare a virare e a strambare: «In pochi giorni ab¬ biamo ricevuto moltissime iscrizioni ai corsi di vela - spiega Piero Occhetto, del Circolo Nautico Torino -. Ci auguriamo che la gente capisca che la vela non è soltanto quella dei miliardi: con 350 mila lire al nostro club si può navigare tutto l'anno, visto che mettiamo a disposizione le barche. Vento permettendo». «I torinesi sono molto legati al mare: lo dimostra il numero di iscritti ai nostri corsi - aggiunge il presidente della Lega Navale Achille Giraudo -. Per giovedì 7 e 19 proponiamo due serate con videocassette sulla storia della Coppa America». Dopo tanta vela per tv o da salotto, gli skipper torinesi in genere emigrano in Liguria per godere dal vivo le emozioni di una bolina, visto che i laghi vicini sono poco generosi di vento. Ma c'è un posto in città dove compare regolarmente il Moro di Venezia: è il laghetto di Italia 61. Alla domenica il gruppo Yachts radiocomandati Torino porta i suoi velieri sul triangolo di regata a combatte focosi «match races». Come in Coppa America. Irene Cablati «Cayard era al timone della nostra vela Speriamo ci porti fortuna a San Diego» La barca Cophos, provata da Cayard. E i velisti torinesi (dall'alto) Sandro Buzzi, Roberto Varese e Ernesto Quaranta