Matthaeus non s'arrende al destino

Matthaeus non s'arrende al destino STORIE TEDESCHE Lothar ha incontrato Kohler a Monaco nello studio del medico Mùller Wolfarth Matthaeus non s'arrende al destino «Tornerò come prima e non lascerò mai l'Inter» MONACO. Lothar Matthaeus, Juergen Kohler, Stefan Effenberg: convergenti speranze italiane, ieri, sulla ribalta monacense. Due malati illustri che vogliono tornare al più presto protagonisti, una matricola ansiosa di emulare il loro successo nel Belpaese. Ma anche tre sontuosi trapianti dell'inesauribile Bayern nel «campionato più nevrotico del mondo», per curia con l'«Abendzeitung». Mentre nella sede del Bayern il presidente Scherer e il dg della Fiorentina, Casasco, firmavano davanti ai fotografi il trasferimento di Effenberg (indennizzo di 6 miliardi e vincolo triennale con ingaggio di 800 milioni), l'interista e lo juventino si sono ritrovati a «cuocere» nel forno «miracoloso» del dottor Mùller-Wohlfarth. Dopo i lamenti del Trap, stavolta il suo panzer è stato scortato in questo crocevia di celebrità ammaccate dal dottor Giuseppe Bosio, capo dello staff sanitario della Juve, che ha detto: «Basta con queste polemiche che non esistono. Certo, Juergen può essere curato con gli stessi siste- mi anche a Torino. Però bisogna capirlo, qui in passato ha avuto buone esperienze. Succede anche in Italia che nostri calciatori rimangano fedeli al medico della società che li ha ceduti». Un blitz di pace, con larghi sorrisi a tutti, compresi gli ignari mutuati in anticamera, dopo un lungo conciliabolo col «Doc». Previsione: tra dieci-dodici giorni a Torino una risonanza magnetica stabilirà se Kohler può rientrare per l'ultùna partita di campionato. «Attento che recupero prima io», lo ha pizzicato Matthaeus. «Dai, quest'anno ve le abbiamo sempre suonate», lo ha freddato il corazziere juventino. Sembrava di essere alla vigilia di un derby. Gli scherzi per dissimulare la tensione. Kohler non vuole mancare all'Europeo in Svezia, Matthaeus vuole tornare «quello di prima», ma vede sullo sfondo Effenberg e Sammer che scalpitano per non farlo rimpiangere. Li liquida così: «Sono bravi, possono migliorare molto Fiorentina e Inter. In nazionale si equivalgono. Vogts non ha ancora deciso quale dei due prenderà il mio posto in Svezia. Per me l'importante è recuperare bene». Tra undici settimane getterà il tutore che gli protegge, anche di notte, il ginocchio destro. Le stampelle le ha abbandonate «dopo avere fatto dieci passi» nella clinica di Vail. Otto giorni fa l'operazione, ieri il «Doc» ha accertato progressi strabilianti rispetto al tipo d'intervento. «Ho i muscoli così forti che a Vail il primo bisturi del chirurgo si è spuntato - raccontava ieri Lothar -. I medici dicono che ho il fisico di un atleta di 25-26 anni. Questo conta, oltre a credere nelle proprie capacità di recupero. Io ci credo. Mentalmente sono preparato ai sacrifici che mi attendono». Entro metà maggio la gioia del terzo figlio, il primo maschio, dono di Lolita che lo accompagnerà subito dopo il parto a Civate. Scartata l'idea di farsi curare a Donaustauf dal fisioterapista Eder. «Nel finale di campionato voglio essere vicino all'Inter, andrò spesso ad Appiano Gentile, anche per alcuni eserci¬ zi di rieducazione. Sarei passato al Real sull'onda del successo in Coppa Uefa un anno fa, adesso non lascio la squadra che va male. Ho l'Inter nel cuore». Sincero, generoso, caparbio, spesso incompreso, nostalgico delle «discussioni, mai polemiche» col Trap, il campione del mondo conta di tornare a giocare fra 5 o 6 mesi. «Si rivedrà il Lothar apprezzato da tutti - promette -, le mie previsioni sono affidabili. Avevo detto all'inizio del campionato che, in seguito ai nostri cambiamenti, avremmo avuto una stagione sofferta. Questa Inter non poteva rinunciare al libero. Avevo previsto anche l'annata del Torino». Pellegrini, devastato dai siluri juventini, gli ha promesso fedeltà. «Le sue parole sono un'altra spinta a guardare al futuro e poi arriverà Bagnoli. Briegel mi ha parlato bene di lui, insieme hanno vinto lo scudetto del Verona. All'Inter quest'anno tutti abbiamo imparato una lezione memorabile per il futuro». Francesco Alemanno T

Luoghi citati: Appiano Gentile, Civate, Italia, Monaco, Svezia, Torino