Il mio Toro non dice mai addio

Il mio Toro non dice mai addio Mondonico rilancia la sfida e prepara la grande avventura di Amsterdam Il mio Toro non dice mai addio «Un gol lo facciamo di sicuro» TORINO. Gli riferiscono che Van Gaal, il rivale in panchina, ha detto: «Noi e loro stesse probabilità nel ritorno, cinquanta per cento ciascuno». Mondonico sorride: «Anche se avessimo solo il dieci per cento, giocheremmo tutte le nostre carte. Di una cosa sono certo, ad Amsterdam in gol ci andiamo». Match disperato? «Difficile, e nella solita situazione di emergenza. Bruno e Arnioni fuori per squalifica. Ma non ci fasciamo la testa in anticipo. Ci saranno Fusi e Policano. Ora lasciateci pensare a Fiorentina e Genoa, servono quattro punti in altrettante gare per la prossima Uefa». Però Mondonico già guarda ad Amsterdam. Anticipa: «Ho due soluzioni. Accettare ancora la battaglia nel mezzo del terreno oppure scavalcare la zona con i lanci schierando tre punte (Bresciani, Casagrande e Lentini, n.d.r.) rinunciando ad un centrocampista». Martin Vazquez, Venturin, Scifo. Uno in panchina? Rafa è parso il peggiore contro l'Ajax. E lo stesso belga è piaciuto solo in fase offensiva, ma ha pasticciato nel ruolo di filtro. Mondonico intuisce facilmente l'aria che tira. «I problemi sono stati due. Di uno mi assumo le responsabilità. Nell'impostare la gara, le assenze mi hanno obbligato a scegliere. Ho chiesto a Scifo attenzioni tattiche particolari, a Martin Vazquez di coprire la fascia. Così facendo ho tolto loro qualcosa, ne ho penalizzato la fantasia. Del secondo problema il merito è dell'Ajax. Sembravano in dodici, ha detto qualcuno dei miei. Giusto. Ma se il centravanti Pettersson sa tornare a centrocampo, se ognuno dei difensori sa sganciarsi con naturalezza, se altri sanno saltare l'avversario in dribbling...». Una battaglia persa in anticipo, allora, quella di Amsterdam? Il tecnico si ribella: «Il sistema di gioco dell'Ajax lo conoscevamo. La nostra risposta era lasciarli manovrare dove ci faceva comodo, e bloccarli dove era necessario. Nel periodo della loro superiorità territoriale tanto elogiata, hanno segnato da quaranta metri. Noi abbiamo creato almeno otto occasioni da gol. Con questo, non nego che il risultato è stato giusto. Nego che fossimo impreparati all'avversario. Ammetto solo di aver visto un Bergkamp più forte di quanto pensassi». Le farebbe comodo, Bergkamp? «Mi fanno comodo i miei giocatori. Mai detto che Casagrande poteva andar via. Ne ha parlato lui, accennando all'ambiente in generale ma non allo spogliatoio la cui atmosfera ha sempre elogiato. Si parla di tan¬ te cessioni. Mi pare che rimarremo in sette per l'anno prossimo... Personalmente non mi privo di giocatori quali Casagrande e Lentini. Neppure di Benedetti, che contro gli olandesi ha giocato davvero in modo splendido». Ieri mattina al Filadelfia, allenatore e giocatori sono rimasti a lungo in spogliatoio. «Abbiamo riletto tutti insieme la partita - ha spiegato Mondonico -, rivedendo le difficoltà e le cose positive». Deluso? «Non dai ragazzi, ma dall'aver costretto alcuni di loro a snaturare le proprie caratteristiche». Bruno? «Ha patito Bergkamp, poi abbiamo cambiato le marcature». Marchegiani. Il tiro di Jonk non era parabile? «Si gioca con palloni sempre più leggeri, più plastificati, che assumono traiettorie imprevedibili. C'è Branco del Genoa che calcia dove c'è la valvola, per cercare la sorpresa. Marchegiani è in forma, era sereno anche dopo il poi subito e l'ha dimostrato con interventi decisivi. Ha la stima di Sacchi, la merita». Cosa ha detto ai giocatori? «Che sono stati bravi. Note positivissime. Sono usciti tutti stremati. Tutti da applaudire». Così Mondonico ha esaminato, ammettendo responsabilità proprie e riconoscendo i meriti della squadra, un pareggio lottato che sta stretto ma lascia ancora margini ad Amsterdam. Adesso due partite di campionato diranno altre verità. C'è chi ha delle riserve di energie, come Bresciani e Sordo. «Ho detto a tutti - rivela il tecnico che saranno loro ad obbligarmi a mandarli in campo ad Amsterdam. Senza che le scelte sembrino valutazioni. Conterà la freschezza. Abbiamo chiesto il massimo alla squadra quest'anno. Ha dato il massimo». Brano Perucca Tre immagini di Toro-Ajax; a fianco e sotto Lentini e Casagrande si disperano al termine di incursioni fallite; a sinistra, Scifo abbraccia il brasiliano goleador

Luoghi citati: Amsterdam, Filadelfia, Torino