«Pesenti sei bravo, ma questa Borsa è ko» di Zeni
«Pesenti sei bravo, ma questa Borsa è ko» IMPRESE E COMMERCI Il cementiere difende l'operazione, mentre il gruppo Riva incontra nuove difficoltà in Germania «Pesenti sei bravo, ma questa Borsa è ko» L'operazione-Ciment Franqais» divide il popolo di Piazza Affari MILANO. Applausi per l'acquisto della Ciment frangais. Fischi di disapprovazione per l'aumento di capitale da 648,3 miliardi deciso dall'Italcementi. Gli affari sono affari, ma i soldi sono i soldi: questo, in sintesi, il giudizio della Borsa il giorno dopo il blitz in terra di Francia di Giampiero Pesenti. Insomma, un bel «dieci» per essere riusciti a prendersi la Ciment ma uno «zero» per aver voluto scaricare una parte dei costi dell'operazione (1660 miliardi) sui piccoli azionisti Italcementi. Così, in una giornata dove gli scambi sono tornati a livelli più decenti (un centinaio di miliardi) è bastata l'ondata di vendite sui titoli Pesenti a tenere di nuovo l'indice sotto zero. Speculazione scatenata, ieri più delle settimane precedenti, ma non solo speculazione ribassista visto che a dar corpo alla sfiducia sull'operazione di ricapitalizzazione anticipata dall'Italmobiliare è stata la più banale delle domande degli operatori: «E dove mai troverà questa Borsa ridotta ai minimi termini i quattrini per sottoscrivere 648 miliardi?». Risultato: gravissime perdite per Italcementi, prima sospesa sul telematico, poi riammessa e infine punita con un -8,47%. Non solo; rinviate per eccesso di ribasso, le Cementerie siciliane e la Franco Tosi hanno poi chiuso a -2,01% e a -6,01%. E ovviamente sconvolti anche i prezzi della casa madre, l'holding Italmobiliare che ha fatto segnare un crollo del 8,91% nelle azioni ordinarie e del 10,2% in quelle di risparmio. E Pesenti? Intervistato dal Tgl, non ha nascosto il proprio disappunto per la bocciatura della Borsa: «Credo che il mercato stia attraversando momenti difficili da molti mesi, è un peccato perché la Borsa dovrebbe sor- reggere le imprese italiane che devono affrontare la sfida europea e poter quindi reperire i mezzi per espandersi», ha spiegato. Aggiungendo però la propria soddisfazione per essere riuscito a chiudere positivamente un'operazione all'estero senza quelle difficoltà che, per esempio, sembra incontrare in Germania il gruppo siderurgico Riva, acquirente di un paio di stabilimenti nell'ex Ddr e adesso ai ferri corti con il sindacato e la Treuhand. Il fatto è, contestano gli uomini della Borsa, che per Italcementi digerire il boccone Ciment sarà dura. Il timore, cioè, è che l'impegno francese si rifletterà inevitabilmente sui prossimi bilanci e, scommettono gli analisti finanziari, sui dividendi. Se poi a questo prevedibile periodo di magra si aggiunge, come fanno alcuni operatori, la considerazione che la ricapitalizzazione (per la tecnica con cui è stata concepita: soprattutto l'emissione di azioni ordinarie su ordinarie e di risparmio su risparmio) favorirà i grandi azionisti ma non i piccoli, ecco spiegata la bocciatura. Almeno nel breve periodo. Perché nel lungo, tutti danno per certo il vantaggio acquisito da Italcementi dall'essere diventato gruppo leader nel cemento. Armando Zeni Giampiero Pesenti primo industriale cementiero al mondo
Persone citate: Ciment, Franco Tosi, Giampiero Pesenti, Pesenti
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