Da Chopin a Debussy i big del pianoforte

Da Chopin a Debussy i big del pianoforte Il 29° Festival di Brescia e Bergamo Da Chopin a Debussy i big del pianoforte Concerti dal 2 maggio al 2 giugno Ci sono ancheMagaloffeJoergDemus BRESCIA. Il pianoforte, come diceva Cortot, «il più bello strumento dello mondo», sta per avere la sua annuale beneficiata nel tradizionale Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo: giunta alla XXIX edizione, la manifestazione, pendolando fra le due città lombarde, comprenderà una trentina di concerti fra il 2 maggio e il 2 giugno; i programmi, come sempre, sono accordati su un tema fisso, quest'anno «La civiltà musicale di Parigi da Chopin a Debussy» e i paladini della cavalcata musicale sono fra i nomi più richiesti del palcoscenico internazionale: Georges Prétre, Nikita Magaloff, Stanilav Bunin, Aldo Ciccolini, Pinchas Zukerman, Joerg Demus (con un importante ritratto di Cesar Franck), Cecilia Gasdia, Mischa Maisky, Krystian Zimerman e tanti altri. Non c'è strumento tanto studiato quanto il pianoforte; e nessuna scuola come quella pianistica che si moltiplichi e si riproduca a sua volta in tanti insegnanti di pianoforte: ma questa peculiarità, che incide malamente sull'equilibrio interno dei nostri Conservatori, ha per lo meno il vantaggio di aver innalzato e diffuso la competenza nel campo della musica strumentale in un Paese dove la popolarità sembrava riservata solo all'opera lirica. L'interesse, anzi la passione per il pianoforte, con raffronti e critiche a caldo, si tocca con mano nella platea e nei palchi del Teatro Grande a Brescia, del Donizetti a Bergamo: non per nulla Brescia è la città di Arturo Benedetti Michelangeli, che fu il «genius loci» dei primi anni della rassegna; e qui ha il suo centro l'attività instancabile di Agosti¬ no Orizio, direttore artistico, anima e sostegno del Festival proprio nei suoi risvolti più propriamente culturali. Il tema di quest'anno, Parigi da Chopin a Debussy, apre un orizzonte dei più affascinanti pensabili: l'intelligenza con cui il genio francese ha raccolto i capolavori di Chopin, divampati a Parigi, senza neppure pensare di proseguirli imitandoli, ma ricavandone tono e immagini per scoperte affatto nuove, è uno dei capitoli più avvincenti della musica moderna. L'offerta musicale del Festival si apre il 2 maggio a Bergamo e il 3 a Brescia con un «omaggio ai giovani musicisti della Nuova Europa», con la Gustav Mahler Jugendorchester diretta da Peter Eòtvos in musiche di Liszt, Brahms e Bartok. Quindi il 4 e il 5 maggio toccherà a Georges Prètre dirigere l'Orchestre National de France nella Sinfonia dei «Vespri» verdiani, nel Secondo Concerto di Chopin (solista il Bunin) e nella Sinfonia «dal nuovo mondo» di Dvorak; si entra nel vivo dell'argomento pianistico il 6 e il 7 con Maga^ loff, con due diversi programmi che spaziano fra Chopin, Debussy, Fauré, Chabrier, SaintSaéns. Un affluente secondario del Festival pianistico proviene dalla sorgente di Rossini, il grande festeggiato del 1992 a duecento anni dalla nascita: non solo i «Péchés de vieillesse» faranno capolino nei recital pianistici (di Ciccolini, ad esempio), ma è presente la «Petite Messe Solonnelle» diretta da Orizio; che guiderà anche l'Orchestra del Festival in due prime assolute di Giovanni Sollima e Azio Gorghi inventate su materiali rossiniani. [gp.l