Umberto II, quella strana notte di nozze di Pierangelo Sapegno

Umberto II, quella strana notte di nozze llii libro di Bertoldi e un articolo di «Oggi» lanciano una provocazione: il re di maggio era gay? Umberto II, quella strana notte di nozze / monarchici: «Vergogna, nessuna prova che fosse omosessuale» mgm\ MILANO ili ITOLO: «Passò con gli I amici la prima notte di B nozze». Sommario: g I «Qualcuno insinuava che fosse gay». La prima sorpresa è che l'articolo annuncia «nuove rivelazioni su Umberto di Savoia», il re di maggio, sconfitto dal referendum e morto in esilio. La seconda è che il servizio (uno stralcio dal libro di Silvio Bertoldi: Vultimo re, l'ultima regina, Rizzoli editore) esce su Oggi, il settimanale che ha sempre guardato con attenzione (e rispetto) alla famiglia reale. Adesso, nel vento di polemica che soffia attorno a questo articolo, non mancano accuse e proteste. E grande stupore. Anche se Paolo Occhipinti, il direttore, distingue: «E' vero che noi ci occupiamo molto dei reali in genere e di Casa Savoia in particolare, ma è altresì vero che l'abbiamo fatto sempre senza sudditanza. Siamo gli unici che abbiamo insistito a scrivere quant'era scandaloso non fare il processo a Vittorio Emanuele, e altre volte abbiamo espresso un giudizio severo su Beatrice. Ci siamo occupati nel bene e nel male di Casa Savoia». Così, per quel che riguarda Umberto II, Oggi, aggiunge Occhipinti, non ha fatto altro che dare spazio «a un argomento già noto». Tutto nasce da un breve passo di Silvio Bertoldi, storico e giornalista. Racconta la riluttanza del principe-a sposarsi-con Maria José, dice che lui godeva fa¬ ma di impenitente donnaiolo, rammenta «la favola dell'amore per la soubrettina Milly». E scrive: «Qualcuno però insinua che i gusti del principe fossero di genere diverso; ma chi mai oserà sostenerlo in un Paese dove il duce pretende virilità da primato dal vigoroso maschio latino?». In fondo, riconosce Carlo Galimberti, il presidente nazionale del Movimento monarchico, «queste cose forse sono state dette e stradette migliaia di volte». Però, aggiunge, «nessuno può sostenerlo perché nessuno l'ha mai provato. Si tratta solo di basse accuse. Ed è ancora più grave, persino intollerabile, che ci si occupi di questo argomento in un libro di storia». Gli fa eco Guido Ornato, presidente torinese del Movimento: «Per quanto l'ho conosciuto, Umberto era una persona eccezionale, di una correttezza estrema, di una grande cordialità. E non mi pare proprio che di lui si potesse dire una cosa del genere. Anzi, di lui si raccontava tutto il contrario». E certo è che nei giorni difficili e tempestosi del referendum, mentre la gente cantava per le strade «Evviva il re di maggio che a giugno se ne va», i ministri gli riconoscevano almeno quanta di comportamento, e un innegabile stile: «Sempre molto corretto, molto cortese», ammise Togliatti. «E' una gran brava persona», disse De Gasperi, «buon giovane» lo definiva Bonomi, e «in fondo - convenne Nenni - è un buon figliolo». Un principe dai due volti. Negli anni del fascismo, ad alcuni Umberto appariva un uomo timido, pieno di complessi, compreso quello del peccato, seppur deciso a godersi la vita. Per altri era l'estroso e galante compagnone di brigate allegre, splendido nelle spese: «Bepo, fa nen '1 grandious» lo ammoniva re Vittorio, quando riceveva i conti da pagare. Lui, il principe, ricordava: «Mi piaceva il ballo, che con certe donne è uno sport piuttosto violento». Un uomo difficile da spiegare. Con Silvio Bertoldi concorda Gigi Speroni, biografo di Casa Savoia, autore di un altro volume, Umberto II (Rusconi editore), che sarà in libreria nei prossimi giorni: «Aveva avuto una educazione severissima. Questa tendenza potrebbe venire dal fatto che a 8 anni fu preso in consegna dall'ammiraglio Attilio Bonaldi che lo educò fino a 21 anni con metodi prussiani». Anche Edgardo Sogno disse: «Umberto II non era il tipico maschio latino». E Michele Straniero in un libro su Maria José lo dà quasi per scontato. E allora? «I giornali che fanno certi titoli si dovranno assumere le loro responsabilità», minaccia Galimberti. «Nessuno di noi s'è mai permesso di dire che era gay. Abbiamo solo scritto che qualcuno lo insinuava», si difende Occhipinti. Il principe triste, l'erede sconfitto, fa ancora discutere. Forse, più di tutte, valgono le parole di Enzo Biagi: «Ha sempre ubbidito: da quando giovanotto gli imponevano di piantarla con le ragazze che gli piacevano, fino a 40 anni quand'era scappato nel Sud e voleva tornare indietro. Penso che abbia avuto pochi giorni felici». Pierangelo Sapegno Impenitente donnaiolo, ma qualcuno insinua: aveva gusti diversi La cantante Milly: una bella favola l'amore per lei da parte del re? Accanto: Umberto II con Maria José

Luoghi citati: Milano, Savoia