Roberta non ha paura: ecco il mio rapitore
Roberta non ha paura: ecco il mio rapitore La Ghidini riconosce l'uomo che la portò in auto da Brescia fino alla prigione in Aspromonte Roberta non ha paura: ecco il mio rapitore Dopo il confronto in carcere, il bandito decide di collaborare BRESCIA. «E' il secondo da sinistra. E' lui che mi ha portato insieme ad altri in Calabria». Roberta Ghidini, giunta ieri nel supercarcere di Vicenza, non ha avuto dubbi nel confronto con quattro persone, tre detenuti e l'imputato, a riconoscere uno dei suoi rapitori. Si tratta di Salvatore Agostino, 24 anni, il giovane calabrese della banda di Vittorio Ierinò, che il 15 novembre, dopo il sequestro poco lontano dalla villa della famiglia Ghidini, a Centenaro di Lonato, con Salvatore Seminara avrebbe portato Roberta, su una Lancia Thema, fino alla prigione in Aspromonte. Sicura Roberta Ghidini nell'indicare Salvatore Agostino. Illuso l'imputato, che ha creduto di cavarsela, sentendo la voce della giovane affermare «il secondo da sinistra». Ha pensato di contare dalla sua sinistra, quasi per un inconscio impulso a negarsi, senza capire che era stato proprio lui ad essere riconosciuto. Dopo il riconoscimento i giudici Ondei e Ascione hanno interrogato Agostino. Avrebbe deciso, secondo indiscrezioni, di dire tutto quello che sa, e non sarebbe poca cosa, visto che i sostituti procuratori Chiappani e Ascione avrebbero deciso di riascoltare alcuni componenti della banda per stabilire conferme necessarie alla testimonianza di Agostino. Salvatore Seminara, 25 anni, un altro della banda Ierinò, ha accettato la nuova strategia già tracciata, del resto, dal suo boss dopo l'arresto: riconosciuto l'altro ieri in un drammatico confronto con Roberta, in cella a Busto Arsizio, ha deciso di collaborare con la giustizia. Così ha fatto pure Salvatore Agostino. Per alcuni dei 10 arrestati, coinvolti a titolo marginale nel sequestro Ghidini, dopo le rivelazioni di Agostino e Seminara si delineerebbero nuove responsabilità. I giudici approfondiranno le loro diverse posizioni in un nuovo giro di interrogatori. Ad uno ad uno si consegnano gli autori del sequestro: prima il capobanda Vittorio Ierinò, quindi i luogotenenti Seminara e Agostino, due dei tre probabili banditi che avrebbero trasportato Roberta in Calabria. Gli inquirenti avevano individuato la pista a poche ore dal sequestro: alla stazione di servizio di Badia al Pino, sufi'Autosole, Salvatore Bava era stato catturato e Vittorio Ierinò, il cervello del sequestro, era stato videoregistrato dal sistema televisivo a circuito chiuso del grill. Riuscito a dileguarsi, in un primo momento, Ierinò aveva resistito alla pressione del nucleo speciale interforze fino alla notte del 14 dicembre quando era stato costretto a rilasciare Roberta. La sua latitanza era durata ancora due mesi fino al 20 febbraio. Il duplice riconoscimento fatto da Roberta Ghidini davanti ai giudici costituirà un elemento fondamentale del processo alla banda, che si celebrerà il prossimo anno. Tonino Zana Roberta Ghidini
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