Friuli duro con il Papa di Marco Tosatti

Friuli duro con il Papa Domani a Trieste una messa con gli slavi. E col coprifuoco Friuli duro con il Papa Contestata la liturgia in sloveno AQUILEIA dal nostro inviato Papa Wojtyla è da ieri nella regione più difficile, quella che sei anni fa non lo volle; e che ancora oggi lo accoglie in mezzo a polemiche e divisioni, e qualche timore per la sua sicurezza. L'ex Jugoslavia, con le sue guerre atroci, tinte talvolta di antichi odi fra cattolici e ortodossi, è a un passo, e questo giustifica uno spiegamento di forze eccezionale: tiratori scelti sui tetti, cani antiesplosivo, sommozzatori e motovedette (a Trieste) per pattugliare il lungomare durante la messa. Ieri ad accogliere Giovanni Paolo II ad Aquileia c'erano, oltre ai vescovi della regione, i presuli sloveni e un vicario del cardinale Kuharic di Zagabria. A Trieste, sabato mattina, per la messa a piazza dell'Unità d'Italia, sono attesi almeno diecimila pellegrini d'oltre frontiera, da Lubiana, Capodistria, Maribor, Pirano e Parenzo. E allora le misure di prevenzione sono eccezionali: né lattine, né striscioni né oggetti contundenti di qualsiasi genere saranno tollerati nelle manifestazioni papali, neanche gli ombrelli: una pessima notizia, visto che il tempo ha girato decisamente al brutto, sui monti la neve è caduta anche sotto i settecento metri, e ieri la bora a Trieste ha soffiato a 84 km all'ora. Si è temuto per il palco della cerimonia, squassato dalle raffiche, un palco - la denuncia è di un giornale locale - abusivo, perché non sembra che siano state presentate le domande necessarie alla costruzione. Ma ben altre correnti soffiano sulle strade che papa Wojtyla percorrerà. La prima, e.più pesante, nasce anche dal clima elettorale (si voterà a livello locale il 7 giugno). Nella messa di Trieste alcune parti della liturgia saranno in sloveno. Il msi ha protestato, facendo stampare ventimila cartoline, da inviare al Papa: «Santità, piazza Unità è il simbolo dell'italianità di Trieste. In essa fu sparso il sangue dei nostri patrioti. La liturgia anche in lingua slovena offenderebbe la memoria dei nostri martiri e i sentimenti e la storia di Trieste italiana». Una protesta cavalcata poi anche dagli autonomisti, e si è addirittura arrivati alla minaccia di distribuire fischietti per «coprire» con una salva di sibili l'idioma contestato. Ma adesso protestano gli sloveni: infatti una nota dell'Unione slovena condanna la «strumentalizzazione a cui è stata sottoposta la visita del Santo Padre, per la nuova campagna contro l'affermazione della presenza del gruppo etnico sloveno autoctono in questi luoghi». La colpa è delle forze «framassoniche e nazionalistiche»; e la «già piccola presenza della lingua slovena durante il rito, sacro verrà ulteriormente ridotta a poche frasi, ed equiparata alla presenza tedesca in questi luoghi». Che esiste, ma è di molto inferiore; così l'Unione slovena critica le autorità diocesane per «questa umiliante arrendevolezza». Sloveni, tedeschi e, naturalmente, friulani: domenica a Udine verrà consegnata al Papa una petizione, accompagnata da una traduzione della Bibbia in friulano e da 13.074 firme per chiedere che sia possibile usare il «furlan», lo sloveno e il tedesco nelle celebrazioni liturgiche in regione. Un'iniziativa che ha suscitato anche qualche critica. Ma la lista delle polemiche non è ancora finita. I sindacati confederali parlano di «perplessità e disappunto» perché il Papa verrà salutato oggi, nello visita alla «Zanussi» di Pordenone, da un lavoratore dipendente e da un imprenditore «non indicati dalle organizzazioni sindacali e dagli imprenditori». E poi le spese: gli ultimi mesi di vigilia sono stati cadenzati da un continuo e sommesso borbottio sui costi della visita. Già nel 1986 furono proprio le polemiche sui costi, nate e alimentate da una parte del clero, a convincere le autorità ecclesiastiche a rimandare il progetto. Il Friuli, tradizionalmente cattolico, era l'unica regione d'Italia non toccata da Giovanni Paolo II, dopo ben 101 viaggi pastorali nella penisolai Ieri finalmente è arrivato, e ha lanciato un messaggio di concordia: «Che la vostra comunità riscopra il suo ruolo storico di mediazione fra l'Oriente e l'Occidente europeo. Si tratta - ha aggiunto - di promuovere un atteggiamento rispettoso e positivo verso le autonomie e le diverse etnie, con uno spirito universalistico e aperto alla solidarietà». Marco Tosatti I Pontefice tra i fedeli ad Aquileia

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla, Wojtyla