Milano trovata la mappa delle tangenti di Susanna Marzolla

Milano, trovata la mappa delle tangenti In cella due esponenti pds e un industriale. Rivelazioni da Scuderi e Carriera Milano, trovata la mappa delle tangenti Appalti e «pizzi» ricostruiti dagli imprenditori MILANO. Hanno anche una «mappa del tesoro» i magistrati che indagano sulle tangenti? Forse sì. Tra le carte sequestrate, c'è infatti anche un «documento segreto» stilato da alcuni imprenditori: si tratterebbe della mappa di tutti i lavori pubblici di Milano con le quote di appalti che spettano a ciascuna ditta, e con la relativa percentuale di tangenti da versare. Di certo, mappa o non mappa, gli arresti continuano. Epifanio Li Calzi, 53 anni, ex assessore pei (ora iscritto al pds), la prima notte dopo l'interrogatorio non l'ha passata a casa sua ma a San Vittore. L'accusa: concussione. E assieme a lui è finito in carcere (per estorsione aggravata) un suo compagno di partito, piuttosto noto a Milano: Sergio Soave, 45 anni, ex vicepresidente regionale della Lega delle cooperative e attualmente membro del comitato federale del pds milanese. O meglio ex membro, perché il partito ha disposto la sospensione sia per lui che per Li Calzi. Ma non è finita qui l'ennesima giornata di arresti. Le manette sono scattate anche ai polsi di Angelo Simontacchi, 51 anni, consigliere delegato e direttore generale della «Torno spa». Cioè di una delle più grandi aziende italiane del settore costruzioni: al decimo posto nella classifica nazionale, con un fatturato di 325 miliardi, deve la sua ultradecennale fama alla realizzazione del tunnel sotto il Monte Bianco. Ha ancora costruito e costruito. Solo per restare a Milano, in anni recenti: la metropolitana, l'ampliamento dello stadio di San Siro per i mondiali, il nuovo padiglione dell'ospedale Sacco. Simontacchi, amministratore di diverse altre società, nonché consigliere dell'Inter, è accusato di corruzione aggravata. Lo hanno arrestato alle tre di notte nella foresteria presso gli uffici della Torno, a Roma. Quando ha visto il mandato si è detto «assolutamente stupito», ma non ha potuto far altro che tornare, con i carabinieri, a Milano: destinazione San Vittore. Più breve il viaggio di Li Calzi: l'ex assessore, docente di architettura al Politecnico di Milano, è stato infatti arrestato subito dopo la sua «presentazione spontanea» a Palazzo di giustizia. Ha però chiesto, e ottenuto, che ciò non avvenisse in modo plateale, davanti ai giornalisti e ai fotografi in attesa davanti all'ufficio di Antonio Di Pietro. Gli arrestati sono accusati per tangenti, nessun dubbio: ma quali? Per Simontacchi c'è solo l'imbarazzo della scelta: dello stadio di San Siro si vocifera da tempo; per la metropolitana si parla chiaramente di una tangente da 12 miliardi su un appalto di 317; infine c'è il padiglione del Sacco. Cioè quel padiglione di cui Li Calzi ha firmato il progetto. Per lui, però, l'accusa è concussione, cioè il reato che compie un pubblico funzio¬ nario. La spiegazione può essere questa: Li Calzi era diventato anche direttore tecnico dei lavori all'ospedale, quindi aveva un incarico di pubblica responsabilità. Altra possibilità: le contestazioni si riferiscono al periodo in cui era assessore e si sarebbe interessato ai lavori per il Piccolo Teatro. Niente di preciso si sa, invece, delle accuse rivolte a Soave. «Voci» parlano di sei o sette episodi con richiesta di tangenti. L'accusa di estorsione si spiega col fatto che Soave non ha mai avuto incarichi di amministratore: è insomma la concussione compiuta da un privato cittadino. Potrebbe il suo arresto essere in relazione con l'interrogatorio avvenuto ieri mattina? Possibile. Il sostituto Gherardo Colombo ha infatti sentito Alessandro Prezioso, amministratore della «Orion» di Reggio Emilia. Una società che fa parte della Lega delle cooperative e che ha avuto un appalto per l'installazione di impianti elettrici nella metropolitana milanese. Mentre Colombo interrogava Prezioso, Di Pietro, assieme al gip Italo Ghitti, era a San Vittore da Francesco Scuderi e Matteo Carriera. Il primo ha parlato con dovizia di particolri delle tangenti che erano state pagate ai vertici dell'Ipab per i lavori all'istituto geriatrico Redaelli: ha dichiarato di aver passato decine di bustarelle a Carriera il quale ne aveva bisogno per «esi- genze politiche». Anche il socialista Carriera, che dell'Ipab è stato a lungo presidente ha ammesso, senza però coinvolgere alcun esponente politico. Secondo il suo avvocato, Guido Viola, quello di Carriera è stato «un interrogatorio sereno: ha collaborato con i giudici». Due ore per rispondere su dieci anni di tangenti. La mole di lavoro per i magistrati è impressionante: oltre agli arrestati ci sono almeno 150 imprenditori ancora da sentire, centinaia di carte da analizzare. Tra le cose da fare anche la preparazione di richieste di au¬ torizzazione a procedere contro parlamentari? Se ne vocifera, ma in procura si smentisce. In questo clima però ben si comprende la «sindrome» che sta colpendo politici e amministratori. Bruno Falconieri ha voluto far sapere pubblicamente che la sua è malattia vera, non «da tangente». Referto medico, con tanto di diagnosi (coliche renali), redatto da un professore universitario: lo si manda a scuola o in ufficio per giustificare l'assenza; Falconieri lo ha mandato a tutti i giornali. Susanna Marzolla — lillllllllll Epifanio Li Calzi, l'ex assessore comunista del Comune di Milano (oggi iscritto al pds), arrestato ieri. In alto, i sostituti procuratori Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro, titolari dell'inchiesta sulle tangenti nel capoluogo lombardo partita dal «caso Chiesa»

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