E' il Moro lo sfidante dell'Anterica's Cup
E' il Moro lo sfidante dell'Anterica's Cup Lo scafo di Gardini si è aggiudicato la regata decisiva regolando il conto con New Zealand: 5 a 3 E' il Moro lo sfidante dell'Anterica's Cup I«kiwi» umiliati: staccati di V32" Dal 9 maggio in gara contro gli Usa SAN DIEGO. In una giornata di vento e con una regata priva di colpi di scena, l'Italia è entrata nella storia della Coppa America. Aggiudicandosi l'ultima regata contro New Zealand, il Moro di Venezia ha superato le finali con un punteggio di 5-3 ed è stato nominato «Challenger», ovvero sfidante ufficiale: un grande successo per lo sport italiano, ma soprattutto per la tecnologia industriale di Montedison, che ha permesso la realizzazione di questa sfida. E' anche la prima volta nella storia del trofeo sportivo più antico del mondo che un Paese mediterraneo arriva a lanciare la sfida all'America. New Zealand si presenta alla partenza con l'equipaggio nuovamente tutto vestito di nero e con un pozzetto ancora una volta cambiato: silurato Brad Butterworth, Russell Coutts è al timone, affiancato dal tattico che era a bordo fino a due giorni fa, ovvero David Barnes. Coutts, leader della classifica mondiale nel match racing, e considerato un eccezionale timoniere di partenza, si trova di fronte a un Paul Cayard insuperabile. Paul fa una partenza intelligente: spinge gradatamente New Zealand dalla parte sinistra della linea, e si sposta invece all'ultimo dalla parte buona, la destra, e sul bordo buono. Con un vento dai 9 ai 13 nodi, il Moro è apparso in tutta la sua potenza ed ha dominato la barca neozelandese, che non ha mai avuto la possibilità di insidiare la sua supremazia. Una regata condotta sempre in testa e che si è chiusa con un vantaggio di l'32". Tra i defender, America 3 è al suo secondo successo consecutiva e conduce la classifica per 64. A Bill Koch manca una sola vittoria per arrivare in finale, infatti verrà nominato sfidante chi per.prjrao.avràJ.puntL Ma le sorprese, per quanto riguarda l'equipaggio, erano cominciate mercoledì mattina, quando i neozelandesi si sono presentati al via con una afterguard, ovvero gli uomini che stanno dietro, a poppa, e che sono le teste pensanti della barca, completamente nuova. Si è trattato di una decisione improvvisa di Michael Fay e Peter Blake, che hanno rimosso dall'incarico il timoniere Rod Davis ed il tattico David Barnes, per sostituirli con Russell Coutts e Brad Butterworth. Gravissimo errore, non perché questi ultimi non siano abbastanza bravi, anzi tutt'altro. Secondo molti Coutts, medaglia d'oro nei Finn alle Olimpiadi del 1984, avrebbe dovuto essere scelto come timoniere per le partenze; invece, lui e Butterworth sono siati tenuti sul muletto, la seconda barca utilizzata durante gli allenamenti. Ed usare bene New Zealand è molto difficile, soprattutto a causa della doppia chiglia. Al successo delle regate veliche che si corrono in Coppa America contribuiscono diversi fattori, alcuni dei quali sono assolutamente essenziali. Il Moro, secondo una analisi dei risultati fatta dal mensile «Vela», che noi abbiamo pubblicato prima dell'inizio delle finali, risultava essere la barca più veloce tra quelle oggi a San Diego. Ma questo non è bastato per vincere tutte le prime regate a causa di problemi molto diversi tra loro. Vediamo le modifiche alla barca: sono state tagliate vele più efficienti, ripetendo i tagli utilizzati dai francesi e dai giapponesi; la poppa del Moro è stata alleggerita ulteriormente facendo grandi fori in coperta; l'inclinazione dell'albero è stata ottimizzata. Infine, proprio quando la situazione stava diventando difficile, ovvero dopo che avevamo perso la 5a regata (poi annullata) ed il punteggio era di 3 a 1. Gar¬ dini e Cayard sono riusciti a dare una scossa all'equipaggio a far scorrere l'adrenalina in questi uomini superallenati ma non convinti della loro forza. Ed in questo ha giocato molto a favore la storia del bompresso; gli italiani si sono sentiti ingannati e per questo si è creata una enorme coesione di squadra ed è stata ritrovata la determinazione a vincere. Contemporaneamente la crisi ha colpito i neozelandesi: convinti di essere i più forti, sicuri di essere a un passo dalla Coppa America, la sottile paura di essere - giustamente - squalificati ha fatto perdere a loro ogni determinazione. A Newport, durante la Coppa America del 1983, dopo 4 regate Dennis Conner conduceva per 31 ; la situazione era però diversa, perché Liberty, lo scafo di Dennis, era meno veloce di Australia II, la rivoluzionaria barca australiana con le alette. A un punto dalla disfatta Alan Bond e John Bertrand riuscirono a compattare la squadra e a vincere. Ida Castiglioni E a S. Diego esplode il tifo: caroselli di festa per le strade. Mai gli italiani erano entrati in finale Cino Ricci, skipper di Azzurra e ora «inviato» di Telemontecarlo A sinistra Bill Koch e sotto il «mitico» Dennis Conner Moro di Venezia durante la regata. L'equipaggio è di sedici uomini
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