All'Hiroshima si presenta l'ultima creazione di Castelli

SUSPENSE IN ZONA X FUMETTI SUSPENSE IN ZONA X All'Hiroshima si presenta l'ultima creazione di Castelli AZIONE, suspense, fantastico. Un omaggio alle folgoranti avventure di «Ai confini della realtà». Con il viatico di Martin Mystère che presenta l'intera serie. «Zona X», il nuovo fumetto creato da Alfredo Castelli, edito dal solito Bonelli, viene presentato all'Hiroshima Mon Amour mercoledì 29, ore 21,30. Partecipano l'autore, l'editore, con altri disegnatori e sceneggiatori. La serata (che precede la notte di Valpurga) serve anche a festeggiare un doppio compleanno. Il barbuto Castelli sfiora i 25 anni di carriera tra le «nuvolette» (cominciò sul Corriere dei Ragazzi con lo sgraziato Omino Bufo). Mentre il suo personaggio, il biondo «detective dell'impossibile», ha compiuto 10 anni di avventure. «Zona X» è un quadrimestrale, alquanto cicciottello (196 pagine), dedicato ai lettori di Martin Mystère sempre assetati di incursioni nell'impossibile. L'uscita di questo nuovo albo era annunciata da tempo. Se ne parlava dall'88. C'era solo bisogno di consolidare il rapporto con il pubblico. Ora Martin Mistère ha le spalle abbastanza forti per presentare la sua nuova creatura. Il primo episodio della serie è opera di Castelli, che supervisionerà la collana. Tra i prossimi sceneggiatori, Chiaverotti, Pennacchioli, Medda, Serra &• Vigna; tra i disegnatori, Roi, Crivello, Vercelli. Come nei mondi «paralleli» creati da Roy Serling, le avventure di «Zona X» non si svolgono in scenari spaziali, ma sulla «cara vecchia Terra». Scoprono l'inquietante nell'angolo dietro casa. Attingono al filone - Castelli docet - inaugurato da Mary Shelley nel 1827 con «L'ultimo uomo», e reso grande da Orwell. Ci troviamo tra «utopie e incubi», quelle che non avevano ottenuto il passaporto di «fantascienza» dal compianto Asimov. Un terreno complesso. Castelli suggerisce regole precise ai futuri sceneggiatori. Le storie di «Zona X» non devono veleggiare nell'ovvio. Né flirtare con la sterminata marea di film e racconti misteriosi. L'ottalogo di Castelli è impietoso. 1 ) Le storie non devono interferire con quelle di Martin; 2) niente macchine e paradossi del tempo, niente mostri che non sono mostri (perché «Sentinella» di Brown ha già detto tutto); 3) necessari i finali a sorpresa; 4) bandite le storie intimiste, che sono una vera «piaga» del fumetto moderno; 5) cautela con l'horror, per non rompere le scatole al cugino Dylan Dog (l'indagatore dell'incubo, ma soprattutto i suoi lettori, molto suscettibili); 6) poco fantasy, e storie in costume (spiega Castelli: noi europei che abbiamo avuto un medioevo vero, non smaniamo così tanto come gli americani per i finti Conan); 7) «Io bestemmio come un carrettiere», dice Castelli, ma attenti al turpiloquio, alle volgarità, perché le imprecazioni «non rendono il fumetto più parlato, ma solo più volgare» (e perché nella Bonelli c'è sempre un sottofondo di pruderie); 8) ispirarsi ma non copiare da altri. Perché la migliore ricetta è «leggere un racconto, inventare un nuovo finale, e dopo costruirgli un nuovo inizio».

Luoghi citati: Vercelli