COM'È' SURREALE VIVERE A MILANO

COM'È' SURREALE VIVERE A MILANO COM'È' SURREALE VIVERE A MILANO LA vecchina che soffre di amnesia e non sa tornare a casa, i pensieri di un uomo che guida la macchina in una strada solitaria, un ubriaco che al bar rimprovera una donna con cui «c'era stato del tenero» come se fosse una moglie che lo trascura. Nascono così, da situazioni quotidiane che sfumano nel grottesco e nel surreale, le storielle divertenti raccolte sotto il titolo L'ora di tornare da Gaetano Neri, sessantatreenne milanese già apprezzato dai lettori di Dimenticarsi della nonna (1989) e Conversazione con un branzino (1990). Consapevole che se il mondo non fosse imperfetto non esisterebbe la comicità, l'autore costruisce una quarantina di racconti brevi, disegna piccole storie di visionari che scoprono nella tenerezza l'unica arma per combattere la crudeltà e l'indif¬ ferenza. Sono personaggi comuni dai nomi bizzarri, Tippa, Grifo, Buio, Timbro, che si differenziano dagli uomini normali, se si può cure così, per un minimo scarto fantastico che li proietta verso le finestre del surreale. L'uomo che progetta un grande orologio di cemento con un chilometro di diametro si mette in piedi sulla lancia delle ore e viene tagliato in due da quella dei minuti; la donna sola che compie sessantanni e per passare il tempo calcola quante volte si è seduta a tavola per il pranzo e quante volte dovrà ancora farlo prima di morire. Sembrano strategie maniacali inventate per sfuggire alla noia del vivere, tecniche di sopravvivenza a cui forse non è estraneo lo stesso autore, se si considera come un autoritratto l'«Uomo completo», senza amici, che parla da solo e si rifugia «nel piccolo giardino del proprio io». L'unico diversivo è il i dialogo con gli oggetti, i mobili e i quadri della sua casa, per «stuzzicare una risposta che poteva essere lunga, meditata o pazza». Anche se non è sempre felice nelle soluzioni proposte, Neri ha il merito di affrontare con linguaggio nitido e preciso una tastiera del comico assai varia, dall'umorismo gelido, ritagliato nei cieli dell'assurdo, della coppia che va al ristorante, ordina molti piatti e non mangia nulla essendo impegnata a discutere, per poi protestare sul risotto freddo quando arriva il conto, alla vena malinconica e desolata della novantenne di una casa di riposo a cui hanno proibito le cuffie per ascoltare la televisione e isolarsi dal mondo. Massimo Romano Gaetano Neri L'ora di tornare MarcosyMarcos pp. 153, L 18.000

Persone citate: Buio, Conversazione, Gaetano Neri, Grifo, Massimo Romano

Luoghi citati: Milano