Fra sculture e ceramiche per rendere un omaggio alle scene del suo porto di Angelo Dragone

Fra sculture e ceramiche per rendere un omaggio alle scene del suo porto Le opere del savonese Morando Fra sculture e ceramiche per rendere un omaggio alle scene del suo porto Pieni gli occhi dello spettacolo sempre avvincente cui ogni giorno può assistere dalle- finestre di casa - all'ultimo piano d'un edificio savonese che dà sul porto - Walter Morando (Studio Laboratorio, corso Giovanni Lanza 105, fino al 12 maggio) da anni ne traduce il ricordo in un'ampia produzione, con grandi sculture e rilievi in ceramica. Vi si riconoscono bitte e catene, ganci e boe, come le grosse gru e le fantasticate navi-faro, tradotte in suggestive composizioni; i piatti costellati di carrucole e bulloni, staffe e ruote dentate. Abilissimo, Morando si serve delle tecniche più diverse, realizzando ogni cosa così metamorfosata, in argilla ingobbiata o in raku, in gres; trattando con ossidi o smalti passati al terzofuoco. Di ogni oggetto l'artista potrebbe dire di avere una conoscenza diretta, avendo lavorato come operaio «sul fronte del porto», così da maneggiare gli stessi attrezzi che venne poi trasfigurando attraverso l'immaginazione creativa alla quale era evidentemente portato. Aveva testimoniato per lui Milena Milani: «A casa, la sera, li disegnava continuamente e quando incominciò a frequentare Albisola, gli artisti e le fabbriche di ceramica... gli si modellarono tra le mani, quasi a sua insaputa...»; come le «ferrigne lamiere» di cui scrive Riccardo Barletta, notandovi «tat- tili e suadenti corporeità». C'è tutto un mondo che l'opera di Morando ricupera: una sorta di archeologia portuale, capace di fissarsi su innumeri cose cadute in disuso e abbandonate alle intemperie o alle corrosioni del «salso» che fa affiorare i toni d'un vecchio minio. Ogni realtà in queste ceramiche assume valenze tra il metafisico e il surreale: d'una bellezza che nella stessa serie dei «Rottami» si confronta con un gusto materico, frutto di continue, misteriose alchimie. Angelo Dragone « Nave faro», scultura in gres

Persone citate: Milena Milani, Walter Morando

Luoghi citati: Barletta