Fuoriserie antico amore

Fuoriserie antico amore Fuoriserie antico amore In mostra anche le mitiche auto studiate dai carrozzieri italiani TORINO. Al Salone, il visitatissimo «Forum del Design» dove sono ospitate le proposte stilistiche dei designer e carrozzieri, è integrato da una ventina di vetture storiche, di serie e fuoriserie, che documentano l'evoluzione stilistica dell'automobile nel tempo. Naturalmente questa specie di documentario storicosentimentale non poteva essere che incompleto, seguendo semplicemente, e per grandi linee, l'itinerario dell'arte della carrozzeria attraverso i decenni. «Con questa iniziativa - dice il presidente del Salone Bruno Schembari - abbiamo pensato di raccordare con l'adiacente Forum il passato e il futuro dello stile dell'auto nella sua globalità, cioè non soltanto le valenze estetiche che il disegno esprime, ma anche la definizione degli allestimenti interni e la loro destinazione funzionale». Questa mostra particolare, a giudicare dal numero di visitatori, è molto gradita, tanto che, afferma ancora Schembari, sarà ripetuta nelle future edizioni del Salone, magari incentrata su temi specifici (per esempio le sportive). Le macchine storiche presenti provengono dal Museo dell'automobile di Torino, dal Centro storico Fiat, dai Musei aziendali Alfa Romeo, Lancia, Bertone, Pininfàrina, e da collezionisti privati, che hanno risposto all'invito con entusiasmo. Qualche informazione sulle vetture storiche esposte, che coprono un arco di quasi 90 anni, procedendo per ordine di anzianità. La più antica, che proviene dal Museo Biscaretti, è la 01dsmobile del 1904, una deliziosa, piccola vettura a due posti, tra le prime costruite negli Usa. Si chiama «Curved Dash» per la conformazione a ricciolo della parte anteriore; il motore monocilindrico è di 1924 ce. Poi si salta a una stupenda macchina italiana: la Itala 35/45 HP del 1909, carrozzata dal milanese Casare Sala su incarico della Casa reale e destinata alla regina Margherita, madre di Vittorio Emanuele III. Come quasi tutte le vetture della Real casa era stata battezzata con il nome di un uccello, in questo caso «Palombella». L'autotelaio è uguale a quello che nel 1907 aveva vinto con Scipione Borghese la grande maratona Pechino-Parigi. La macchina è lunga quasi 5 metri e alta 2,30; ha finizioni di altissimo pregio. Passiamo a un'altra vettura leggendaria: la Rolls-Royce «Silver Ghost» del 1914, rimasta in produzione dal 1904 al 1925, che ha reso celebre e fatto crescere la solenne marca britannica. Con motore a sei cilindri di quasi sette litri e mezzo, la Silver Ghost è anche ricordata per essere stata allestita come autoblindo nel 1914 per conto di Sir Lawrence d'Arabia. Si trova poi un gruppetto di celebri auto apparse verso la fine è durante gli Anni 30. Come il modello sportivo Fiat 525 SS del 1929: una splendida 6 cilindri con carrozzeria trasformabile costruita in pochissimi esemplari: quello esposto proviene dal Centro Storico Fiat e a suo tempo appartenne al senatore Giovanni Agnelli. Di grandissima classe anche la Lancia Astura del 1933 carrozzata dal milanese Castagna come trasformabile a due posti (più due ricavati nel vano di coda), conservata in modo perfetto. L'Astura I serie del '33 aveva motore 8 cilindri a V stretta di 2604 ce e raggiungeva i 125 orari. Sempre di questo periodo è la mitica Bug atti 57 «Ata lante», un coupé colore giallo e nero con motore 8 cilindri in linea di 3257 ce con compressore: è stata' una delle ultime vetture costruite da Ettore Bugatti. Vettura per così dire di transizione fra ieri e oggi è la berlinetta Cisitalia 202 costruita nel 1948 da Battista Pinin Farina, considerata il prototipo della vettura da gran turismo, cioè capace di sposare la sportività con il confort. Una di queste auto, definita «scultura in movimento» dal critico d'arte americano Arthur Dexler, è stata esposta al Museum of Modem Art di New York. Sono mostrati anche esempi di modelli tipici degli Anni 50, un periodo molto fecondo di iniziative e di importanti trasformazioni nel campo dello stile dell'automobile. Ne sono esempi l'Alfa Romeo Giulietta Sprint costruita da Bertone, fra il 1954 e il 1965, in oltre 27 mila esemplari. Curiosamente, il coupé Sprint ha preceduto di un anno la Giulietta berlina (di solito avviene il contrario), ed è una pietra fondamentale nella storia dell'Alfa. Poi la Lancia Florida D. di Pininfàrina - che stilisticamente appare ancora impeccabile -, realizzata nel 1955 su telaio Aurelia e modello a cui si è ispirata la Lancia per costruire la berlina di lusso e il coupé Flaminia. Più recenti, e quindi ancora nella memoria di molti, sono gli altri modelli di questa rassegna specializzata. Qualcuno è decisamente importante, come la Porsche 356 Speedster, sui cui successi commerciali e sportivi sono basate le fortune della Casa di Zuffenhausen; come la Citroen DS 19 Pallas del '61, o lo spider Jaguar E del '61 ; per non parlare della Ferrari 275 GTB4 Pininfàrina, berlinetta da competizione con motore a 12 cilindri e capace di sfiorare i 270 orari, e della Lamborghini Miura di Bertone, che dopo oltre vent'anni hanno conservato intatto il loro fascino. Ferruccio Bernabò

Luoghi citati: New York, Parigi, Pechino, Torino, Usa