Scuola Debussy? No, meglio il nome del signor Asterix

Scuola Debussy? No, meglio il nome del signor Asterix A chi intitolare gli istituti: in Francia tra studenti e autorità infuria la battaglia. Tutta colpa del decentramento Scuola Debussy? No, meglio il nome del signor Asterix Hugo battuto dagli eroi di cinema e tv. E* Vora di Cousteau e di Simone Signor et APARIGI LLA scuola media X di Belfort (Doubs) si stanno ancora leccando le ferite. La X sta al posto del nome, che non c'è, e la battaglia è infuriata per un po' di tempo intorno allo spinoso dilemma: come chiamarla? Il preside Petitjean era indeciso. Ma il dubbio non era quello tradizionale fra Victor Hugo e i coniugi Curie (al solo Pierre sono intestate nell'Esagono ben 641 scuole). La intitoleremo a Daniel Balavoine o a Coluche? Al cantante schiantatosi in elicottero alla Parigi-Dakar dell'86, con Thierry Sabine, o al comico franco-toscano, già candidato alle presidenziali dell'81, morto poi in moto? Petitjean era tormentato. Consultò i suoi 600 alunni e fu come dare fuoco a una polveriera. Allora convocò il consiglio d'amministrazione della scuola, e questa volta il verdetto fu unanime: niente guitti né cantanti, la scuola sarà intitolata a Simone Signoret, l'attrice che fu moglie di Yves Montand e che negli ultimi anni aveva melanconicamente annegato nell'alcol la sfolgorante immagine giovanile di «Casque d'or». «E' vero - riconosce Petitjean -, alla fine della sua vita non era stata certo un modello di temperanza, ma...». Ma il suo impegno politico è gradito all'amministrazione comunale guidata dal socialista Jean-Pierre Chevènement. Un caso singolare? No, piuttosto un caso esemplare, denuncia il settimanale Le Point. E fortunato: pei che almeno la media di Belfort avrà presto ufficialmente la sua patrona, mentre altre scuole di Francia sono ancora scosse da guerre fratricide. Tutto è cominciato con il decentramento, nei 1986. Prima la cosa era semplice, sceglieva la municipalità. Adesso il consiglio comunale cominua a esprimere il suo parere, ma occorre consul- tare anche il consiglio d'istituto e il consiglio provinciale (nel caso delle scuole medie) o il consiglio regionale (nel caso delle superiori). Ognuno ha il suo nome da propone, tutti si sforzano di compiacere i ragazzi, o il sindaco, o l'ispettore scolastico, in una parodia di democraticità ironizza Le Point - che consacra gli idoli degli adolescenti e conduce a «battesimi» strampalati. Non è più necessario essere grandi letterati, grandi statisti, grandi benemeriti dell'umanità, non è nemmeno necessario essere defunti per aver l'onore di dare il nome a una scuola. I nuovi eroi vengono dal cinema, dalla tv, dalla cronaca. Da quando e stata resuscitata sullo schermo da Isabelle Adjani, nell'88, la sforcunata sorella di Paul Claudel, Cannile, ha fatto breccia nei cuori dei giovani e nell'onomastica di 13 scuole francesi. La media di Breuille-Vert (Oise) ha preferito l'oceanologo JacquesYves Cousteau al narratore Roger Martin du Gard, Nobel nel '37. Il liceo scientifico di Vairessur-Marne ha accantonato Pagnol e Debussy per intitolarsi a René Goscinny, il padre di Asterix. Altrove è spuntata una scuola Florence Arthaud, la giovane e bella navigatrice solitaria che fa sognare i francesi. Un fenomeno di costume, una moda effimera. Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse per un particolare: al contrario delle vie e delle piazze, le scuole sono condannate al loro nome per l'eternità. Come il liceo Karl Marx di Villejuif, costruito nel '33 come scuola modello, con tanto di stele marmorea all'ingresso che rende onore «ai figli degli operai». E' sopravvissuta alla fine del comunismo, è diventata un museo. [m. as.] A fianco, Isabelle Adjani nei panni di Camille Claudel. A sinistra, Simone Signoret che ha dato il suo nome a una scuola media di Belfort

Luoghi citati: Dakar, Francia, Oise, Parigi