Caro nonno, fammi tornare al bordello

Caro nonno, fammi tornare al bordello ■ tormenti pel giovane marcel Caro nonno, fammi tornare al bordello PARIGI. Un Marcel Proust quasi fantozziano, imbranato al punto da rompere vasi da notte nel bordello che doveva consacrarlo «uomo», e sprecare tutto per l'agitazione, salvo richiedere i soldi come Pierino. Ha 17 anni, le «fanciulle in fiore» sono ancora lontane, ma la carne non vuole aspettare. Nasce così la letterina del 18 maggio '88, che Drouot. metterà all'asta il 20 maggio, con numerose altre. Il Canard Enchaìné la pubblicava ieri in fotocopia, notando malizioso che il lambiccato periodare proustiano perde qui ogni vezzo e acquista una franca brutalità. Ecco il testo. «Nonno adorato, mi appello alla tua gentilezza per reclamare 13 franchi... ecco perché. Avevo talmente bisogno di vedere una donna e cessare le mie cattive abitudini masturbatorie, che papà mi ha dato 10 franchi per il bordello. Ma, ì°: nell'e- I mozione ho rotto un pitale (3 franchi); 2°: causa la stessa emozione non ho potuto fottere» (baiser, nel testo francese). «Eccomi dunque a dover attendere con maggiore intensità ogni ora che passa i 10 franchi per scaricarmi (...) ma non oso ridomandare subito il denaro a papà e ho sperato tu accettassi di venire in mio soccorso in questa circostanza che, lo sai, è non solo eccezionale ma unica: non accade due volte nell'esistenza d'essere troppo turbati per fottere». Con qualche imbarazzo, a Drouot confermano la notizia. Il testo è originale, vergato con grafia incerta. Jacques Guérin lo recuperò decenni fa, quando la famiglia stava per disfarsene. Il prezzobase? Non si esclude vada alle stelle. I tormenti del giovane Marcel poco ricordano quelli wertheriani, ma potrebbero batterli in autenticità. [e. bn.j

Persone citate: Jacques Guérin, Marcel Proust

Luoghi citati: Parigi