Ho nostalgia di Bisanzio

Ho nostalgia di Bisanzio Mutis, scrittore colombiano Ho nostalgia di Bisanzio Lo scrittore colombiano Alvaro Mutis ha ricevuto ieri a Roma il Premio dell'Istituto Italo-Latinoamericano, che è giunto quest'anno alla decima edizione. Il riconoscimento è stato assegnato a Mutis per i suoi due volumi La Neve dell'Ammiraglio e llona arriva con la pioggia, entrambi pubblicati da Einaudi. Con questo scritto l'autore si presenta ai lettori italiani attraverso La Stampa, ripercorrendo i momenti più importanti della sua biografia, dagli studi a Bruxelles (mai conclusi, e con risultati assai scarsi) fino al successo come scrittore, una delle voci più alte e importanti della letteratura latino-americana. «fi ACQUI a Bogotà, il 25 A agosto 1923, giorno della ! m festa di San Luigi dei 1 Francesi. Non scarterei la è 11 possibilità che il mio santo patrono abbia avuto una qualche influenza sulla mia devozione alla monarchia. I primi studi li feci a Bruxelles. Tornai in Colombia a periodi che, dapprima, corrispondevano a quelli delle vacanze e poi diventarono sempre più lunghi, vissi in una fattoria di zucchero e caffè che era stata creata dal mio nonno materno. Si chiama Coello ed è situata alla confluenza dei due fiumi del Tolima, il Cocora e il Coello, là dove degrada la Cordillera centrale. Tutto quanto ho scritto fino al giorno d'oggi è destinato a perpetuare, a celebrare e ricordare quest'angolo della terra calda che è parte della sostanza stessa dei miei sogni, delle mie nostalgie, dei miei terrori e delle mie felicità. Non c'è un rigo della mia opera che non riferisca, in forma segreta e sotterranea oppure esplicita ed evidente, a quel mondo senza confini che rappresenta per me quell'angolo del Tolima. In un ultimo tentativo per ottenere il diploma di maturità, mi iscrissi nel Colegio Mayor de Nuestra Senora del Rosario, a Bogotà. Ebbi per insegnante di letteratura spagnola Eduardo Carranza e a due isolati dal collegio si trovano i biliardi del Caffè Europa e del Caffè Paris. Il biliardo e la poesia ebbero la meglio e mai arrivai a quello splendido diploma. Ma i corsi di Carranza sono indimenticabili e a essi devo il mio amore per la poesia in generale e quella spagnola in particolare. Assieme a Carlos Patino, con le sue poesie in alternanza alle mie, pubblicammo un quadernetto intitolato La Balanza che distribuimmo con le nostre stesse mani tra alcuni amici librai. Era l'8 aprile 1948. Il giorno dopo la nostra opera era già finita al macero. Nel 1953 vide la luce nella collana Poeti di Spagna e d'America di Losada, allora diretta da Rafael Alberti e Guillermo de Torre a Buenos Aires, il mio libro di poesie Los Elementos del Desastre. . Nel 1956 feci un viaggio in Messico dove abito ancora oggi. Octavio Paz, che sulla mia poesia aveva scritto alcuni commenti lusinghieri, mi aprì le porte dei supplementi e delle riviste letterarie e fu lo stesso Paz a presentarmi in un suo generoso saggio sul mio libro Resena de los Hospitales de Ultramar, edito nel 1958. Non mi sono mai occupato di politica, non ho mai votato e l'ultima cosa che mi preoccupi in fatto di politica e che veramente mi riguardi e mi tocchi in forma piena e sincera è la caduta di Costantinopoli per mano degli infedeli il 29 maggio 1453. E non posso non riconoscere che ancora oggi non mi sono rimesso dal viaggio compiuto a Canossa nel gennaio dell'anno 1077 dall'imperatore salico Enrico IV per rendere omaggio e atto di sottomissione al superbo pontefice Gregorio VII: viaggio di così funeste conseguenze per l'Occidente cristiano. Ne consegue che sono ghibellino, monarchico e legittimista. Alvaro Mutis