Lecito far timbrare con tessera magnetica

Lecito far timbrare con tessera magnetica Pretore respinge ricorso del sindacato Lecito far timbrare con tessera magnetica I tornelli, quelle apparecchiature che controllano elettronicamente l'entrata e l'uscita dei dipendenti della Rai (con esclusione di giornalisti e dirigenti) e di tante altre aziende sono regolari. Il pretore del lavoro Maurilio Grassi ha respinto il ricorso presentato dallo Snater (sindacato nazionale autonomo telecomunicazioni radiotelevisioni) in cui si mettevano sotto accusa le macchinette che registrano tramite la tessera magnetica (il badge) gli orari di lavoro dei dipendenti. I contrasti tra azienda e Snater risalgono a due anni fa, quando i tornelli comparvero per la prima volta nella sede di via Verdi. Lo Snater protestò perché l'installazione era avvenuta senza un preventivo accordo con le rappresentanze sindacali e presentò ricorso assistito dall'avvocato Burdet. In esso il sindacato sosteneva che il tornello consentiva all'azienda di controllare a distanza l'attività dei lavoratori e ciò non è permesso. Aggiungeva che in via Verdi si tenevano molte riunioni della segreteria regionale dello Snater e tramite il tornello l'azienda poteva controllare i sindacalisti; che con le macchinette veniva ridotta la possibilità per i dipendenti Rai di poter usufruire dei servizi sociali come banche, bar e mensa. La replica della Rai, assistita dall'avvocato Benessia, e ora accolta dal pretore, era stata secca: «Il controllo a distanza vietato è solo quello che consente all'azienda di seguire momento per momento l'attività lavorativa del dipendente, di osservarlo minuto per minuto: diverso è il caso del tornello che fissa solo l'entrata e l'uscita. Né si può parlare di interferenza sindacale: la macchina segnatempo indica solo l'ingresso e l'uscita dei sindacalisti, non interferisce nelle loro opinioni. La mensa e il bar, i servizi sociali si trovano all'interno della sede e quindi non esiste problema per usufruirne». La Rai concludeva che il tornello era un «cartellino tecnologico» e il pretore le ha dato ragione.

Persone citate: Benessia, Burdet, Maurilio Grassi