A TUTTO TORO

A TUTTO TOROStasera va in scena la prima finale delle coppe europee: i granata affrontano l'Ajax nell'andata Uefa A TUTTO TORO Scifo: per il presidente e per il futuro TORINO. Lo slogan sembra ritagliato dalla pubblicità del Carnei Trophy: «Proseguiamo sulla strada dell'avventura». Bello. Evoca le foreste del Borneo, i guadi nel Kashmir, i deserti australiani. E, da ieri, i territori esplorati dal Toro verso una nuova dimensione. Si arriva a poche ore dalla prima tinaie europea dei granata per accorgersi che sarà una partita-simbolo: la porta d'ingresso in un mondo necessariamente diverso da quello che il Toro ha frequentato negli ultimi quarantatre anni. «Tra cinque giorni sarà l'anniversario della tragedia di Superga - ricorda Mondonico -, una data che ha segnato la nostra storia. Anche questa partita dovrà entrare nella storia, in un altro modo». Con qualche concessione all'enfasi, si può èssere d'accordo. Lo si avverte nell'atteggiamento di quei granata che se ne potrebbero andare e invece insistono per rimanere qui, aggrappati all'idea di un Toro vincente in Europa. Il primo è Scifo. «Potrei accettare il ritorno all'Inter per accontentare Pellegrini, una persona perbene confida -. Ma credete che mi converrebbe? L'Inter, per quello che si vede dall'esterno, va ricostruita. Al Toro invece bastano pochissimi ritocchi per diventare competitivo con chiunque». li discorso è chiaro, onesto. Come l'altra postilla del belga: «Dopo quattro spostamenti in cinque anni bisogna mettere radici in qualche posto. Spostarsi comporta ricominciare da zero: potrei star meglio via di qui?». E Lentini che indugia su un trasferimento mniardario perché non avverte «il prurito di giocare con Van Basten quando si può vincere anche con il Toro»? Il profumo del successo, che di conseguenza trascina l'odore dei soldi (55 milioni a testa per la vittoria in finale), ha trasformato questa squadra in un buon posto dove arrivare. E possibilmente restare. Vincere la Coppa accentuerebbe questa tendenza. Perderla, non si sa a quali contraccolpi porterebbe. «In ogni caso la nostra sarà una stagione positiva - dice Scifo -, però un conto è chiuderla con la convinzione di aver fatto il massimo e un altro è finire con qualcosa in mano. Ricordo la delusione di quando persi la finale della Uefa con l'Anderlecht contro il Tottenham, con un gol subito a cinque minuti dal trionfo. Ci batterono ai rigori e dopo qualche mese eravamo ancora sotto choc. In quei momenti può succedere di tutto in una squadra. Ecco perché giochiamo per vincere oggi, ma gli effetti si rifletteranno sul domani». La convinzione di Scifo è che ci troviamo sull'orlo di un'epoca. «Non sono sicuro che battendo l'Ajax si possa aprire un nostro ciclo di successi. Però non saremmo una meteora, come l'Ipswich Town o l'Az '67, che arrivò in finale con gli inglesi. Quelli erano piccoli club, che esplosero in Europa senza avere una base a casa loro. Durarono poco. Il Toro da due anni conquista la zona Uefa nel campionato più difficile del mondo. Questa è la nostra garanzia di solidità». E con una Coppa in bacheca sarà forse più facile trattare il futuro con Borsano. «Dopo il ritorno ad Amsterdam qualcuno di noi dovrà parlare al presidente per sapere che vuol fare di Lentini, di me, della squadra. Gli diremo che basta poco per renderci grandi, anche se è il bisogno di soldi che spinge una società a vendere i giocatori preziosi. Se Borsano ci dirà di averne bisogno, noi non potremo fare nulla». C'è anche questo stato d'animo dentro all'avventura, come la definisce Mondonico. «Ma non guardiamo troppo avanti avverte l'Emiliano -, limitiamoci al presente che è già ricco di soddisfazioni e di insidie. In Olanda dicono che l'Ajax, se vince, può ricominciare un'era? Forse è così, perché da loro c'è soltanto il Psv da battere. Mi sembra più semplice che in Italia dove la concorrenza è spietata. Insomma il discorso per noi è diverso. Dopo tutto quanto abbiamo fatto dobbiamo vivere ancora alla giornata: per adesso è stata una bella avventura, bisogna stare attenti a credere che lo sarà anche l'anno prossimo». Il resto è chiacchiera sui pregi e i difetti di un avversario che è tutto da scoprire. Il Toro da qui alla notte di Amsterdam cerca risposte a domande che vanno oltre l'Ajax e l'avvenimento. Forse è per questo che il Mondo, sebbene giuri di non subire l'emozione, lunedì notte ha tracciato schemi fino all'una sul tavolo di casa. Non vuole lasciare nulla al caso. Anche l'avventura, qualche volta, va studiata. Marco Ansaldo Gianluigi Lentini è l'uomo che può scardinare la difesa olandese Martin Vazquez (sopra), due coppe Uefa con il Real; sotto, il tecnico Van Gaal Torino Ajax MARCHEGIANI 1 MENZO BRUNO 2 BLIND MUSSI 3 SILOOY ANNONI 4 JONK BENEDETTI 5 DEBOER CRAVERO 6 WINTER SCIFO 7 VAN'TSCHIP LENTINI 8 KREEK CASAGRANDE 9 PETTERSON M.VAZQUEZ 10 BERGKAMP VENTURIN 11 ROY Arbltro: WARREN (Ing) DIFUSCO 12 VANDESAR SORDO 13 V1NK BRESCIANI 14 GROENENDUK COIS 15 ALFLEN VIERI 16 VAN LOEN

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Italia, Lentini, Olanda, Torino