Arriva un Eurocargo per battere la crisi di Renzo Villare

Arriva un Eurocargo per battere la crisi Iveco tiene le posizioni, il mercato è debole Arriva un Eurocargo per battere la crisi BERLINO DAL NOSTRO INVIATO L'Iveco, la holding intemazionale del gruppo Fiat per la produzione di veicoli industriali, è «in presa diretta» con l'Europa con una strategia a tutto campo e scavalca il delicato momento politico-economico internazionale e la caduta del settore con un aggressivo programma industriale e commerciale. Sono stati questi i punti principali affrontati ieri a Berlino dall'amministratore delegato Giancarlo Boschetti, in occasione della presentazione della nuova gamma Eurotech di camion pesanti. In un esame sull'andamento del mercato del veicolo industriale in Italia e in Europa, l'amministratore delegato del Gruppo ha affermato che i negativi risultati del 1991 sono proseguiti anche nel primo trimestre del 1992, che chiuderà ancora peggio dell'anno scorso. Le immatricolazioni di camion sono scese in Europa del 18% rispetto al 1990 e del 16% in Italia. Nei primi tre mesi il nostro Paese ha perso un altro 13% rispetto allo stesso periodo del '91, l'Europa qualcosa di più. In tale situazione, quasi drammatica, l'Iveco è riuscita a mantenere una quota di mercato praticamente invariata in Italia e in Europa, rispettivamente con il 55 e il 20% per i veicoli fino a 16 tonnellate di peso totale a terra e il 48,15% per quelli oltre le 16 tonnellate. A questo - ha spiegato Boschetti - si aggiungono altre non indifferenti difficoltà «che vanno dalla prossima entrata della deregulation, ai problemi ecologici, esasperati in chiave nazionalistica, al perdurare di una immagine negativa del camion che, invece di essere percepito, come è nella realtà, quale spina dorsale dell'economia europea, è troppo spesso vittima di attacchi ingiustificati». Il processo di rinnovamento aziendale è stato definito dall'amministratore delegato dell'Iveco di «rigenerazione», perché ha detto - «abbiamo cambiato proprio tutto, abbiamo guardato ai nostri clienti con prodotti, tecnologie, metodi di gestione di una trasparenza estrema». Anzitutto sul piano del prodotto che è stato completamente rinnovato in soli due anni, fatto senza precedenti nella storia delle aziende produttrici del settore, e su quello del sistema produttivo, con investimenti per 5000 miliardi in cinque anni. Inoltre l'Iveco «ha rafforzato gli accordi in India, Jugoslavia e Cina: la scorsa estate ha aperto la prima linea di montaggio del Daily (il veicolo commerciale con 3,5 tonnellate di peso totale a terra, n.d.r.) a Nanchino, con programmi di produzione di 60 mila unità e 150 mila motori l'anno; ha sviluppato con la nuova gamma Cargo, finora prodotta nel Regno Unito, la sua presenza in Turchia e altrettanto ha fatto nell'Est europeo con accordi con la cecoslovacca Tatra e con la russa Uralaz; ha acquisito l'Enasa-Pegaso, la grande industria spagnola di veicoli indù stria spagnola ai veicoli mau- striali, modernizzandola con ingenti investimenti che stanno cominciando a dare i primi positivi risultati». Boschetti ha quindi precisato con forza che «l'industria europea del camion non ha nessuna intenzione di lasciare invadere i mercati dai giapponesi, com'è avvenuto in altri importanti settori industriali». Processi di questa entità - ha ancora fatto notare - non sono ancora tatto notare - non sono indolori. L'Iveco ha chiuso il 1991 in perdita che può però essere definita «modesta» se si pensa alla mole di iniziative già portate a termine e in via di definizione. «Non siamo soddisfatti - ha detto - ma tranquilli. Domani ci saranno altre cose e questo ci permette di affrontare bene il futuro, anche se sarà ancora in salita». Renzo Villare icenzovi Il gruppo Fiat ha reinventato il suo settore veicoli industriali Giancarlo Boschetti

Persone citate: Boschetti, Giancarlo Boschetti