Era la voce della natura

Era la voce della natura Era la voce della natura Ricordi e pareri di Bussotti, Berio Petrassi eLattes Coifmann In occasione della scomparsa di Olivier Messiaen, abbiamo intervistato tre grandi musicisti italiani, Bussotti, Petrassi e Berio, un interprete, l'organista Camini, e la naturalista Lattes Coifmann. Sylvano Bussotti. Più che al padre fondatore delle avanguardie musicali europee, inventore dello strutturalismo nei suoni, penso con commozione al candido, ma profondo credente che la domenica mattina improvvisava all'organo di una celebre chiesa parigina. L'essenza di quelle improvvisazioni è perduta per sempre - anche se il «Livre d'org» che ne derivava, resta l'opera più sorprendente di Messiaen - ma ne rimarrà un'eco nel mondo della musica intemporale. Goffredo Petrassi. E' una notizia grave per tutti noi: riconoscevamo in lui un maestro non solo di alta tecnica, ma anche di grande ispirazione. Luciano Berio. La musica di questo secondo dopoguerra è geneticamente legata a Messiaen. In alcune occasioni ho avuto il privilegio di assistere a qualcuna delle sue classi di analisi al Conservatorio di Parigi. Tanto nell'insegnamento quanto nell'opera, nella creatività, la sua capacità di armonizzare il contenuto empirico con il contenuto teorico, speculatico e spirituale dell'esperienza musicale lo rende un punto di riferimento di fondamentale importanza nella mu¬ sica del nostro tempo. Giorgio Carnini. Da organista posso dire all'organista, prima che maestro e compositore: lui suonava bene le sue note, e questo è un fatto quasi eccezionale per un autore. Messiaen, per il resto, era forse un po' fuori dal tempo, così pieno di misticismo qual era. Ma il suo era un misticismo non chiuso, da esploratore. Fatto questo che è evidente nella sua musica che mai è diventata musica da parrocchia. Le sue combinazioni misteriose, terrificanti, descrittive proseguono nella via del colore, del suono impressionista, introducendo tecniche seriali. , Isabella Lattes Coifmann. Qualche tempo fa sono stata invitata in televisione a causa di uno scherzo di Mozart, ispirato dal canto di uno storno, ed eseguito da Accardo: in effetti il trillo allegro era riconoscibile ma non eccellente. Messiaen («Chant d'oiseau») ha note straordinarie che riproducono le voci degli uccelli. Al suo orecchio usignoli, capinere, allodole e canarini, che nel loro canto hanno quella parte melodica gradevole all'uomo (il pavone è un disastro, sembra una tromba stonata; l'uccello del paradiso, così bello, non supererebbe un esame elementare) diventano partitura che non può essere non amata da chi come me vive di natura. Piero Sona

Luoghi citati: Parigi