Cossiga si congeda cantando il Te Deum

Cossiga si congeda cantando il Te Deum L'ultimo giorno: omaggio all'Altare della Patria, messa in cappella poi partenza per Dublino Cossiga si congeda cantando il Te Deum E regala ad Andreotti il testo della Costituzione ROMA. Era entrato da democristiano. Se ne va da cristiano, inginocchiandosi davanti all'Altare della Patria e cantando il Te Deum nella cappella Paolina, al Quirinale. Scandito dal ritmo frenetico delle telefonate e dei caffè, il passo d'addio del Presidente si chiude con un regalo ad Andre tti e una fuga in aereo verso Dublino; Il regalo è l'ultimo atto che Cossiga compie nella pienezza dei poteri, un attimo prima di lasciare il suo studio per entrare nella sala in cui firmerà le dimissioni. Seduto alla scrivania di lavoro, il Capo dello Stato sfila dal leggio la copia ufficiale della Costituzione, quella su cui per sette anni hanno giurato ministri, notabili e sottosegretari. Si china a scrivere la dedica e poi, come in un'investitura, porge il volume rilegato ad Andreotti. La giornata dello showdown presidenziale è un susseguirsi di istantanee, con un protagonista dominato dalla commozione e dalla stanchezza. Comincia in piazza Venezia alle otto del mattino, sotto il monumento del Milite Ignoto. Cossiga ci arriva con Rognoni, il ministro della Difesa. Ad attenderlo, una sfilza di alte uniformi, la sua passione'. Carabinieri, plotoni delle tre armi, granatieri di Sardegna: il Presidente li passa in rassegna tutti, sfilando con l'abito blu e la cravatta regimental dell'Arma che non abbandonerà.più fino all'ora delle dimissioni. Si inerpica verso il sacello fra due ali incombenti di corazzieri per deporre una corona, come tante altre volte. Ma questa è l'ultima e Cossiga vuole renderla unica: piega il ginocchio destro e sosta in preghiera, come nessun Presidente cattolico aveva mai fatto, neppure nel giorno dell'addio...... ^ Il rientro al Quirinale dà il via al rituale dei commiati illustri. Il Presidente attende gli ospiti sulla porta, con uh sorriso disegnato sul volto pallido. Alle 9 arriva Scalfaro e venti minuti dopo il supplente Spadolini. Cossiga gli va incontro: «Caro Presidente. Anzi, fra qualche ora, mio Presidente». Sfilano Andreotti, il presidente della Corte Costituzionale Corasaniti, i vertici della Corte dei Conti, del Cnel e dell'avvocatura generale dello Stato. Poi tocca alla cultura, accademici dei Lincei e delle Scienze, e alla città di Roma, con il sindaco Carrara. Cossiga ha una battuta per tutti. Anche per i fotografi che lavorano di flash come una frotta di turisti giapponesi: «Siete in tanti, come nelle grandi occasioni. Immaginate- vi se invece delle dimissioni fosse stato per un funerale». L'ora di pranzo scorre via fra lettere e telefonate, una al ministro degli Esteri tedesco Genscher, altro illustre (ìimissionario di questi giorni. Vista la rarità della specie, chissà che non fondino un club. La visita ufficiale all'Ordine di Malta è l'occasione per cercare un contatto con la gente, l'ultimo da Presidente. Cossiga arriva in via Condotti e blocca due volte il traffico: prima con il corteo delle macchine e poi per la curiosità degli automobilisti, che lasciano le auto in mezzo alla strada e scendono a vedere. Il Presidente prende l'ennesimo caffè con il gran maestro dell'Ordine, Andrew Bertie. Oltre all'amata bevanda, rimedia anche una medaglia-ricordo. Ci siamo, quasi. Cossiga rientra al Quirinale e scende nella cappella Paolina, per la messa di commiato officiata da monsignor Marra, il suo cappellano. Legge le scritture e poi can¬ ta il Te Deum, riservandosi la parte del solista. Gli altri fanno da coro. Ancora due discorsi, le ultime esternazioni della sua carriera presidenziale, dedicate ai militari e al personale di Palazzo. Cossiga le pronuncia senza cedere al groppo in gola che, sette anni fa, interruppe per ben tre volte l'analogo commiato di Pertini. 18,30. Il meccanismo feroce del cerimoniale travolge tutto, anche le emozioni. Giulio Colavolpe, il cossicologo del Tg2, si asciuga il sudore davanti alle telecamere accese nella sala degli Arazzi. Cossiga è dietro, la porta, con Andreotti e il sottosegretario Cristofori, che lo scorteranno nell'impresa. Parlano per dieci minuti. «Mi prendo una breve vacanza. Vado in Irlanda e poi in Francia», racconta Cossiga. Beve ancora un caffè, e intanto si informa su cosa stia succedendo all'assemblea dei gruppi parlamentari democristiani. Poi porge la Costituzione ad Andreotti. «Andiamo. Sono pronto». Esce per sempre dal suo studio: 7 anni fa, Pertini aveva spento la luce. v ' I tre uomini entrano dentro l'occhio bollente delle tv. Cossiga sorride, ma le gambe si muovono con impaccio. Siede fra Andreotti e Cristofori, che restano in piedi, si toglie gli occhiali e firma l'atto di dimissioni. Dalle labbra serrate gli esce un: «Fatto», mentre dal cortile sale la musica di una marcia solenne. I reparti sono già schierati, in testa i 27 cavalli dei corazzieri. Quello del comandante si imbizzarrisce e, sordo ai richiami, comincia a calpestare la guida rossa su cui dovrà camminare Cossiga. Sotto il porticato, bianco di commozione, c'è Francesco D'Onofrio, il deputato de che Cossiga ha votato il 5 aprile: «Il Presidente non farà né il pensionato né il democristiano. Entra nella riserva della Repubblica». Per adesso è qui nel cortile, rigido sull'attenti ad ascoltare l'inno nazionale. Si è cambiato d'abito, passando dal blu al grigio. Riceve lo stendardo presidenziale dalle mani enormi di un corazziere. Poi sale in macchina, saluta con la mano la piccola folla radunata in piazza e corre verso Ciampino. Ai giornalisti, nel pomeriggio, aveva detto: «Sono molto stanco. Ho voglia soltanto di dormire». Massimo Gramellini In chiesa legge le Scritture quindi affronta l'inno da solista Sopra, il Presidente si congeda idai suoi collaboratori Qui a fianco ! il saluto della folla Cossiga passa in rassegna il picchetto d'onore al Quirinale Sotto, il Capo dello Stato genuflesso all'Altare della Patria Prima riceve Scalfaro, poi Spadolini: «Presto sarai tu il mio Presidente» Telefona al neo-dimesso Genscher E per il caffè se ne va dai cavalieri di Malta

Luoghi citati: Ciampino, Dublino, Francia, Irlanda, Malta, Roma, Sardegna