Scandali in Sicilia, si dimette la giunta
Scandali in Sicilia, si dimette la giunta Scandali in Sicilia, si dimette la giunta Sospeso ieri dal giudice un assessore socialista PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il governo regionale siciliano (de, psi e psdi) si è dimessa ieri sera sera dopo che l'assessore ai Lavori pubblici, il socialista Salvatore Leanza era stato sospeso dalle funzioni dal giudice per le indagini preliminari di Palermo Giuseppe Di Lello che lo accusa di aver distribuito pubblicità a giornali siciliani poco prima delle elezioni dell'anno scorso, quando conquistò per la terza volta il seggio all'Assemblea Siciliana. Leanza è anche sospettato di aver distribuito incarichi e consulenze ben retribuiti dalla Regione a esponenti del suo partito che non sarebbero poi riusciti a dimostrare sino in fondo di aver effettivamente svolto il lavoro per il quale erano stati pagati in genere con tre milioni lordi il mese. Si tratta del terzo assessore del governo dc-psi-psdi a trovarsi nel mirino dell'autorità giudiziaria. Prima di lui è toccato mesi fa al vicepresidente della Regione e potente assessore alla presidenza Vincenzo Leone, 48 anni, pure lui socialista, indiziato di aver pagato voti alle ultime elezioni nel collegio di Trapani nel quale è stato rieletto all'Assemblea Siciliana. Cinque giorni fa quindi è stata la volta del democristiano Raffaele Lombardo, 41 anni, assessore agli Enti Locali inviato agli arresti domiciliari per presunti illeciti nella Usi numero 35 a Catania. Non ci voleva molto a prevedere che la «questione morale» stesse per travolgere il governo siciliano retto dal democristiano Vincenzo Leanza (soltanto omonimo dell'assessore ai Lavori pubblici), in carica dall'estate scorsa dopo le elezióni regionali. Il presidente della Regione ieri sera ha incontrato, dopo ore di confronti, i rappresentanti della maggioranza tripartita, comunicando l'intenzione di rinunciare al mandato. Poco dopo la riunione di governo dalla quale usciranno le dimissioni. Già la scorsa settimana, dopo l'arresto dell'onorevole Lombardo, il gruppo della Rete sostenuto dal pds e dall'msi aveva sollecitato le dimissioni della giuunta e lo scioglimento anticipato dell'assemblea. Lo scandalo che ha investito Salvatore Leanza ha accorciato i tempi della crisi. Per Salvatore Leanza l'imputazione è di abuso d'ufficio aggravato e continuato. Membro dell'assemblea nazionale del partito socialista, nato a Bronte sull'Etna 44 anni fa, dirigente d'azienda laureato in Giurisprudenza, l'esponente politico nel giugno del 1991 è stato rieletto all'Assemblea Siciliana con 40.197 voti su 77.548 di lista. Le irregolarità sarebbero state commesse poco prima, quando nella passata legislatura Salvatore Leanza («Turi» per parenti amici e compagni di partito) era vicepresidente della Regione e assessore delegato a quattro importanti rami dell'amministrazione dell'isola: Cooperazione commercio artigianato e pesca, insomma una specie di superassessorato che si è rivelato, come si sospettava, puntualmente un ottimo trampolino di lancio per i suoi titolari. Per un anno e mezzo egli avrebbe retribuito come consulenti il pubblicista Giuseppe Petratta, il professor Giuseppe Barbaccia, consigliere comunale del gruppo socialista a Palermo e docente di Filosofia della politica nella facoltà di Scienze politiche sempre a Palermo, e il professor Ernesto Galluzzo. Secondo l'accusa dei «magistrati siciliani, i tre sarebbero stati «gratificati» con gli incari¬ chi per un'attività che avrebbe potuto essere svolta da dipendenti regionali già stipendiati dalla pubblica amministrazione. E sempre secondo l'accusa i tre, peraltro, non sarebbero riusciti a dimostrare di aver svolto adeguatamente il loro lavoro, una circostanza questa per la quale sono in corso accertamenti e per la quale essi hanno assunto la veste processuale di «indagati». Altro, capo d'accusa, quello della pubblicità: in particolare un quotidiano siciliano avrebbe pubblicato a pagamento un consuntivo dell'azione svolta dall'assessorato retto dall'onorevole Leanza in- modo da risultare notano i magistrati nei risultati della loro inchiesta - un tramite per raccogliere voti in un periodo in cui si era nel pieno della campagna elettorale. Nel periodo nel quale fino all'estate scorsa resse l'assessorato Cooperazione commercio artigianato e pesca Salvatore Leanza varò due disegni di legge per il riordino del commercio (oltre trecentomila le aziende nell'isola) e per il rilancio della pesca, uno dei settori trainanti dell'economia siciliana. Antonio Ravidà
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