Borghini: ora basta di F. Poi.

Borghini: ora basta Borghini: ora basta 77 sindaco non si dimette «Colpiremo chi ruba» MILANO. Piero Borghini e la giunta di Milano non si dimetto- ■ no. In piena bufera per le inchieste giudiziarie, con voci di nuove e possibili incriminazioni che vengono gonfiate e poi sgonfiate, ieri sera il sindaco ha aperto il consiglio comunale leggendo 8 pagine. Conclusione: «Ritengo che vada respinta la richiesta avanzata da esponenti politici milanesi di scioglimento del consiglio». Scioglimento vorrebbe dire nuove elezioni. «C'è chi crede nell'opportunità di un bagno elettorale rigenerante - ribatte Borghini - ma io sono di avviso diverso e anzi penso sarebbe una pericolosa avventura». Anche il sindaco si è però di-, chiarato stupito. L'arresto e le confessioni dell'ingegner Mario Chiesa, il manager socialista subito espulso dal partito, sembravano il massimo del malgoverno e del malaffare. Ha ammesso Borghini: «Da un caso di corruzione assai grave, ma che poteva apparire isolato, si è passati a quanto emerge all'individuazione di un vero e proprio sistema che sembra toccare altri settori della pubblica amministrazione, comprese alcune aziende comunali. Non so se Milano sia diventata, come è stato scritto, la capitale delle tangenti. So però che si è superato ogni limite di guardia». Piena fiducia, è ovvio, nella magistratura: «Il nostro dovere è invocare la verità, tutta la verità. E giustizia, naturalmente». Un Borghini preoccpuato, attento ad evitare richiami alle precedenti gestioni del Comune di Milano: «Ma da questo meccanismo perverso bisogna uscire al più presto, a Milano prima che altrove». Un assesore della sua giunta, il psi Alfredo Mosini, appena convocato dal giudice si è dimesso: anche dal consiglio comunale. Il rischio più temuto è che i giudici possano mettere altri assessori, o altri politici della maggioranza, in qualche difficoltà. «E allora - ha confidato Borghini - o si va ad una giunta di salute pubblica oppure non so». Nessun allarmismo, comunque: «L'importante è separare il nuovo dal vecchio, ed eliminare alla radice tutto ciò che nel vec- chio non solo è obsoleto, ma sbagliato: tutti assieme. In un'azione che non riguarda questa o quella maggioranza, ma nella sua essenza la funzione stessa di governo del Consiglio». E' probabile che nei prossimi giorni Borghini incontri i magistrati: «E' necessario comprendere quali siano le dimensioni del fenomeno e in questo ci deve aiutare la magistratura agendo, come sta facendo, non con spirito di crociata ma sulla base di fatti precisi e riscontrati». La prima proposta del sindaco è quella di affidare ad una società di «auditing», magari anche straniera, il controllo della contabilità, dei bilanci e della gestione degli assessorati e delle aziende municipalizzate. Lega Nord, i missini, la Rete e Rifondazione Comunista hanno insistito con la richiesta di dimissioni e scioglimento del consiglio comunale; Borghini a tutti, compresi psi e pds, fino a poochi mesi fa alleati alla guida di Milano, «buona fede e buona volontà». Insistendo, è sembrato, più sulla prima che sulla seconda, [f. poi.]

Persone citate: Borghini, Mario Chiesa, Piero Borghini

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano