Arrestato ex braccio destro di Tognoli di Susanna Marzolla

Arrestato ex braccio destro di Tognoli Tangenti a Milano: nell'inchiesta entra un altro giudice, è il magistrato che scoprì gli elenchi P2 Arrestato ex braccio destro di Tognoli In carcere segretario dell'Ente assistenza MILANO. Trema Bustarella-city con i nuovi sviluppi seguiti all'arresto dell'ingegner Mario Chiesa, ex presidente del Pio Albergo Trivulzio. A tarda sera si è saputo che sono stati arrestati con l'accusa di concorso in corruzione aggravata Matteo Carriera, socialista, ex stretto collaboratore di Carlo Tognoli, oggi passato alla corrente di Ugo Finetti, per 15 anni dirigente dell'Ente comunale di assistenza e commissario straordinario dell'Istituto pubblico di assistenza e beneficenza. Con lui, in cella di isolamento a San Vittore, è finito il segretario generale deH'Ipab, Francesco Scuderi. La vicenda che li ha condotti in carcere si riferisce all'appalto di 90 miliardi per l'ospizio Redaelli, per ottenere il quale l'imprenditore Fabio Lasagni della Cosgemi aveva detto di essere stato costretto a pagare una tangente di sei miliardi al vertice deH'Ipab. L'inizio dei nuovi sviluppi alle tre del pomeriggio quando Chiesa si ritrova nuovamente davanti agli inquirenti. Un interrogatorio richiesto per «chiarimenti e precisazioni» dopo le dichiarazioni-fiume degli otto imprenditori, arrestati per 48 ore. Il luogo prescelto è un gabbiotto nel cortile del palazzo di giustizia: luogo discreto ma non sufficientemente insonorizzato. In più d'una occasione infatti si è sentito il tono della voce alzarsi. L'interrogatorio di Chiesa non ò l'unica novità della giornata. L'ex presidente del Trivulzio si è trovato infatti di fronte due sostituti procuratori: Antonio Di Pietro che lo «segue» fin dall'inizio dell'inchiesta, e cioè fin da quando era stato scoperto con la mazzetta da sette milioni, e Gherardo Colombo. In mattinata era stato deciso di affiancare a Di Pietro un collega, data la mole di lavoro che la procura milanese dovrà affrontare>su questo caso. Una riunione di un'ora e mezzo nell'ufficio del procuratore capo Borrelli, presenti il suo vice' Gerardo D'Ambrosio e lo stesso Di Pietro; poi l'incontro con Colombo per confermargli l'incarico. E il fatto che il prescelto sia stato proprio lui la dice lunga sull'importanza che sta assumendo l'inchiesta. Gherardo Colombo, infatti, prima di approdare al pool che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, è stato a lungo giudice istruttore. Lo era nel 1931 quando con il collega Giuliano"Turane indagava sull'omicidio di Giorgio Ambrosoli ad opera di Michele Sindona. Lo era il 17 marzo di quell'anno quando andò a perquisire la villa di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi e vi trovò gli elenchi della Loggia Massonica P2. E il primo atto di Colombo è stato l'interrogatorio di Chiesa. L'ex presidente del Trivulzio ha cercato di apparire ironico e rilassato. «Per chi erano quei soldi?», ha chiesto un giornalista; «Ma per il giudice, ovviamente», ha risposto.ridendo e coprendo il microfono con una mano... Il tono conciliante e i sorrisi non hanno però potuto nascondere del tutto la tensione di quattro ore di domande e risposte. A quanto si è potuto capire i magistrati hanno puntato sui comvolgimenti di politici e pubblici amministratori a cui avevano accennato gli imprenditori arrestati. Diverse domande si erano concentrate soprattutto su Matteo Carriera: il suo avvocato, Guido Viola (quello che, come magistrato, archiviò un'inchiesta sul Trivulzio), si era presentato in mattinata, per «sollecitare» un incontro. Ma non è stato solo Carriera l'argomento del colloquio tra Chiesa e i magistrati. Si è parlato di personaggi ad alto livello, politici e imprenditori, che potrebbero essere coinvolti nella vicenda. Ha risposto Chiesa? Non si sa, ma è probabile che quello di ieri sia stato l'interrogatorio «conclusivo». L'ex presidente del Trivulzio ha infatti fatto sapere di considerare «concluso» il suo «contributo» ai magistrati. Impossibile stabilire se ha detto tutto ciò che sapeva. Sicuramente si è lamentato perché, nonostante questo apporto, si è sentito «dato in pasto» («sputtanato come un verme», per essere più precisi1 alla pubblica opinione, forse anche al di là del suo ruolo e del suo potere effettivi. Infine i magistrati milanesi hanno sostenuto che la sede milanese della Banca Popolare di Novara non è coinvolta nel riciclaggio delle tangenti che amministratori e politici si facevano versare dagli imprenditori per assegnare loro gli appalti. Susanna Marzolla ^^^^^^^ A fianco, il sindaco di Milano Piero Borghini. Nella foto grande Mario Chiesa, che ha dato il via al grande scandalo delle tangenti

Luoghi citati: Castiglion Fibocchi, Milano, Novara