Sui generali l'ultima picconata
Sui generali l'ultima picconata «I comandanti dell'Esercito e dei carabinieri con me sono stati scorretti e sleali» Sui generali l'ultima picconata Cossiga se ne va, Spadolini presidente prò tempore ROMA. L'ultima «picconata» di Cossiga è per i vertici militari. «Sono stati sleali e scorretti nei miei confronti», dice il Presidente, riferendosi a Goffredo Canino e a Antonio Viesti, due generali di primo piano: il primo è comandante di stato maggiore dell'esercito, il secondo è comandante generale dei Carabinieri. I due ufficiali non sono stati invitati alle cerimonie di commiato, previste per oggi. Ma che cosa ha provocato la reazione del Capo dello Stato? Un mese fa, si è riunita la commissione (presieduta da Canino) per gli avanzamenti di carriera. In quell'occasione, sono stati promossi alcuni colonnelli dell'Arma. Su diciotto promossi, soltanto tre hanno ottenuto il massimo dei voti. Tra questi non c'era il tenente colonnello Stefano Orlando, attuale comandante del nucleo carabinieri di stanza al Quirinale. E Cossiga s'è infuriato: ma come, è stato il suo ragionamento, avevo chiesto al comando generale che mi mandassero al Quirinale il migliore dei carabinieri... Allora mi hanno «ingannato». Intanto si pensa alla succes¬ sione. Oggi pomeriggio Cossiga, che ieri ha incontrato il Papa in Vaticano, firmerà ufficialmente le dimissioni, e Giovanni Spadolini assumerà la supplenza del Capo dello Stato fino alle nuove elezioni. Quando il voto? Il più tardi possibile, assicura Spadolini. «Speriamo che il tempo porti consiglio - dice -. Tutto quello che serve ai partiti, in questo momento, bisogna cercare di darglielo...». I partiti sono già al lavoro. Prima ancora di scegliere i candidati per il Quirinale, stanno cercando di capire quali maggioranze possono mettere insieme. Due sono le vie più battute in queste ore. Una prevede una cura ricostituente per la vecchia maggioranza a quattro (dc-psi-psdi-pli), con l'aggiunta di Leghe e missini per l'elezione del Presidente e, eventualmente, di pannelliani e Verdi per formare il governo. L'altra potrebbe aggregarsi attorno all'autocandidatura di Mario Segni a guidare un governo per le riforme. Grignetti, Martini Mlnzolinl, Rapisarda, Tosarti ALLE PAGINE 2,3e4
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