Su Gramsci l'ultima lite tra Rifondazione e pds

Su Gramsci l'ultima lite tra Rifondazione e pds Solo i neocomunisti per il 55° della morte Su Gramsci l'ultima lite tra Rifondazione e pds L'appuntamento è per le 18,30 in piazza Carlina, davanti alla casa in cui Antonio Gramsci abitò dal 1919 al '21. Una corona di fiori, qualche fazzoletto rosso, un breve discorso. L'autore dei «Quaderni del carcere» moriva a Roma il 27 aprile 1937: a ricordare il 55° anniversario della sua scomparsa oggi ci sarà tutto lo stato maggiore di Rifondazione comunista, che ha deciso così di «strappare» al pds il ricordo di uno dei padri fondatori del pei. Un'iniziativa che ha subito riaperto la polemica tra neocomunisti e pidiessini. Anche perché la commemorazione di oggi è soltanto una tappa della strategia d'attacco di Rifondazione, che sta per lanciare un centro studi sulla cultura della Torino operaia e partigiana. «La spinta a questa manifestazione - dice il segretario provinciale di Rifondazione, Marco Rizzo - ci è venuta dalla base. Ci ispiriamo ancora a Gramsci, che ha lasciato un segno nella tradizione comunista. Noi non l'abbiamo dimenticato». Qualche giorno fa, per l'anniversario della Liberazione, una delegazione del partito è andata in via San Bernardino, in Borgo San Paolo, a ricordare l'eroe partigiano Dante Di Nanni, che s'immolò nel '44 dopo aver tenuto testa ai fascisti. Negli Anni 60 veniva a Torino Luigi Longo a commemorarlo, poi il partito comunista dimenticò le cerimonie da- vanti a lapidi e cippi. Sergio Chiamparino, segretario provinciale del pds, è polemico con gli ex compagni del pei. «Voler rivendicare Gramsci con manifestazioni di partito - dice è da museo del soviet supremo. Siamo agli antipodi di un rapporto laico tra cultura e politica. Del grande pensatore si sono appropriati tutti, ma santificarlo è un modo per immiserirlo». E voi? «Sono iniziative che il pds non fa, già abbandonate da anni anche dal pei». Gianni Dolino, neodeputato di Rifondazione, ammette che i «figli di Gramsci sono tanti», poi aggiunge: «Ci riferiamo a lui per la grande esperienza dei consigli di fabbrica». E annuncia la prossima nascita di un centro studi sociali intitolato a Bruno Fernex, partigiano, segretario della Camera del lavoro torinese e poi leader nazionale della Fiom negli Anni 60. «Un modo per "rifondare" - spiega Dolino - anche in campo culturale». Il centro non sarà di partito, ma di area comunista, raccoglierà da Gianni Alasia a Gian Mario Bravo a Guido Quazza. Del resto l'Istituto Gramsci è rimasto nell'orbita pds, dopo che in febbraio si è dimesso il presidente Cottino, docente universitario a Giurisprudenza, assieme a Giulio Poli e Luigi Passoni: avevano contestato la scelta di cancellare il riferimento al marxismo dallo statuto. Ora presidente è Guido Neppi Modona, direttore il sociologo Sergio Scamuzzi. Lo storico Massimo Salvadori, eletto in Parlaménto come indipendente del pds, si è sempre tenuto fuori da questi scontri. Da studioso del movimento operaio, però, commenta: «Gramsci pose ài centro della sua analisi la necessità di mettere a confronto la cultura politica con lo sviluppo di una società in movimento. E' questo l'aspetto più nuovo del suo pensiero, ma non penso che a questo si riferisca Rifondazione. Come tutte le grandi figure, Gramsci può essere interpretato in diversi modi. Quanto al pds, non credo che vi possa trovare ricette per il futuro». Gigi Padovani Una lapide in piazza Carlina ricorda una delle case in cui Antonio Gramsci visse a Torino Una lapide in piazza Carlina ricorda una delle case in cui Antonio Gramsci visse a Torino Gianni Dotino (a sin.) di Rifondazione L'on. Massimo Salvadori (destra) del pds Gianni Dotino (a sin.) di Rifondazione L'on. Massimo Salvadori (destra) del pds

Luoghi citati: Roma, Torino