Lunga la strada dell'apprendista animalista

Lunga la strada dell'apprendista animalista LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' di 0.d. Lunga la strada dell'apprendista animalista Già fatto Egr. Dr. Del Buono, non avendo visto pubblicato questo appello le riscrivo: la signora Mirella Padovani da anni raccoglie cani e gatti in un piccolo rifugio sito in San Dona di Piave vicino a Venezia. Sarebbe questa una lodevole intenzione se non fosse che gli animali ritirati vengono massacrati o venduti per esperimenti di carattere vivisettorio. Elisabetta Bertolino, Torino Gentile signora o signorina Bertolino, mi dispiace che non legga questa rubrica con attenzione. Il suo appello è già stato pubblicato il 30 marzo 1992. [o.d.b.] Sono disgustato Egregio sig. Del Buono, sono disgustato. E' il termine migliore per definire il menefreghismo dei progressisti che non hanno la minima coscienza del futuro ambientale. Ormai nel termine «progressista» si cela un significato ben diverso da quello che gli si dovrebbe attribuire. L'involuzione della cultura e soprattutto quella della coscienza sono la definizione migliore di chiunque si plagi di questa pseudoetichetta. Caro Del Buono, ma lei non si sente amputato un po' (mi scusi l'espressione) quando viene a sapere che 221 alberi della nostra cara Torino (corso De Nicola) verranno tagliati per la costruzione di uno stupido e non richiesto (a mio parere) passante ferroviario? Tutto è vita e, se sono libero di lanciare insulti gratuiti non richiesti a chi di merito (almeno nel mio pensiero), posso anche essere libero a parole di accusare senza eccessivamente offendere coloro che non hanno più cuore, ma solo pietre. Ma la morale è talmente scaduta (non parliamo poi dell'etica) che l'offesa recata è solo, ahimè, una maschera. Si sa benissimo che un qualsiasi esponente dotato di potere politico e decisivo non si cura di essere stato offeso se non nella misura che gli conviene... Un ragazzo sperso, Torino Gentile ragazzo sperso, mi colpisce molto la sorte dei 221 alberi, ma quante parole! Lei fa, disfa, dice e si contraddice, si accusa e si difende. Fa tutto, insomma, tranne che firmare. [o.d.b.j Siamo tanti Gent. sig. Del Buono, la vogliamo ringraziare per la sua presa di posizione a favore degli animali e la preghiamo di continuare così! Grazie anche da parte dei nostri amici a 4 zampe e piumati. Stefania Caldirola e altre 5 firme Monza Dr. Del Buono, la ringrazio, anche a nome delle famiglie elencate in calce, per la sensibilità da lei dimostrata con le numerose dichiarazioni a favore degli animali che ho avuto modo di leggere su Lo Stampa. Ritengo morto civile l'attenzione che qualcuno riserva, oltre che ai problemi delle persone, anche a quelli delle altre creature viventi, considerato anche che queste sono molto più indifese dalle leggi e dalla società rispetto agli uomini: secondo me si tratta di una questione non di sentimentalismo, ma di giustizia. Margherita Bortoli Gilli, Modena Famiglia Malagoli, Modena; Famiglia Molinari, Nonantola (Mo); Famiglia Bernasconi, Montese (Mo) Egr. Sig. Del Buono, un ringraziamento vivissimo per tutto ciò che fa per noi amici degli animali. Non dobbiamo demoralizzarci, la nostra è una scelta di vita e dobbiamo continuare a lottare. Mariarosa Battaglia, Savona Egr. dr. Del Buono, le scrivo per ringraziarla per quanto scrive a favore del mondo animale. Spero che lei continui a fare quanto sta facendo per costruire un mondo migliore. Sergio Banfi, Monza Gent.mo Del Buono, sono una vegetariana che rispetta e ama gli animali: sono quindi felice che ci sia qualcuno che come lei - parla in loro favore e li difende. Grazie. Nelty Giachery, Vinci (Fi) Siete veramente coraggiosi a difendere così assiduamente gli animali sul quotidiano La Stampa. Fossero tutti come voi, forse qualcosa si muoverebbe a favore degli animali. Sono convinta che le lettere di critica che avete ricevuto non vi interessano più che tanto. Forza! Continuate. Non bisogna cedere! Noi animalisti siamo solidali. Cinzia Monfardini, Brescia Gent. sig., le scriviamo a nome delle nostre associazioni, ma soprattutto da parte degli altri animali per ringraziarla degli articoli in cui ha preso posizione a favore degli animali. Sappiamo die purtroppo è molto difficile diffondere le idee animaliste e che è inevitabile ricevere critiche da parte di coloro che per questioni economiche o per rigidità mentale si ostinano a ritenere gii animali inferiori alla specie umana. Le esprimiamo quindi tutta la nostra stima oltre alla nostra solidarietà. LA.V. Mantova e Associazione Cinefila Mantovana Egr. sig. Del Buono, sappiamo quanto sia difficile scrivere a favore degli animali sui giornali; la ringraziamo di cuore, pregandola di tener duro! Per gli animali. Simonetta Rossi e famiglia, Genova Gentili corrispondenti, pubblico le vostre lettere, tra le centinaia ricevute in proposito, non per pavoneggiarmi per gli elogi assolutamente immeritati, ma per fornire un sia pur minimo riscontro del tono dei messaggi che ricevo. Insisto sull'assoluta mia mancanza di meriti. Se ci son meriti sulla trascrizione delle vostre segnalazioni, sono della Stampa che mi consente la massima libertà in questo spazio di «Società e Cultura». Devo pur dichiarare ancora una volta che, come animalista, sono peggio, che imperfetto. Infatti, alle origini del mio amore per gli animali, come capita in certe passioni tra umani, c'è addirittura l'odio. La gelosia, l'invidia, l'ostilità suscitate in me dal cane Full che mio padre, grande e sconsiderato cacciatore, mi preferiva immancabilmente co¬ me compagno di battuta. Insomma, ho cominciato con l'antagonismo con quel bracco. La partenza, nonostante tutto, è stata positiva perché non mi sentivo superiore al mio rivale, ma inferiore, e ambivo a un qualche riconoscimento almeno di parità. Sono a tutt'oggi un apprendista animalista. Ho molta strada da fare. Spero con il vostro aiuto. Sto rileggendo, a esempio, per la terza volta il saggio Salvare il coniglio dalla volpe di Steve F. Sapontzis della California State University nella bella rivista Etica & animali diretta da Paola Cavalieri: un'accanita, sottile, ardua discussione sul fatto che gli animali non sono moralmente obbligati a cessare di essere predatori, ma che noi umani siamo moralmente obbligati a prevenire la predazione. Ma questo problema è, in un certo senso, un lusso rispetto all'urgenza di salvaguardare subito qualche possibilità di sopravvivenza ai troppi animali «predati» dall'uomo. [o.d.b.]