Gardini va all'arrembaggio «E' finita, abbiamo già vinto»

Gardini va all'arrembaggio «E' finita, abbiamo già vinto» Gardini va all'arrembaggio «E' finita, abbiamo già vinto» IL CASO A COLPI DI RICORSI SAN PIEGO NOSTRO SERVIZIO «Abbiamo corso cinque regate ed i neozelandesi hanno continuato ad utilizzare il bompresso in modo scorretto - dice Raul Gardini nel corso della conferenza stampa convocata ieri prima della nuova prova - quindi per noi le finali sono finite e le abbiamo vinte. Siamo venuti qui per affermare che i neozelandesi hanno tenuto un comportamento antisportivo, perché non hanno seguito le regole della Coppa America sull'uso del bompresso e quindi questo mette in discussione tutte le selezioni tra gli sfidanti». Raul Gardini è in gran forma e espone la sua opinione su quella che si preannuncia come una dura battaglia. «I neozelandesi hanno corso in malafede e noi vogliamo che questa malafede venga cacciata fuori dalla Coppa America». Sir Michael Fay, presidente della sfida neozelandese, è stato praticamente preso in contropiede dalle parole di Gardini, e per la prima volta si trova costretto a difendersi, invece che ad attaccare, come sua abitudine. E' soltanto riuscito ad affermare che la manovra al gennaker è stata condotta in modo scorretto su New Zealand soltanto per alcuni secondi ed a causa dell'errore di un uomo dell'equipaggio. Ma Paul Cayard non la pensa così, anzi, ha detto che è in grado di provare che in tutte le regate New Zealand ha agito in maniera scorretta attaccando il gennaker direttamente al bompresso nella manovra di strambata. Il ragionamento di Gardini è quindi molto semplice: 5 regate corse, 5 penalizzazioni per New Zealand e quindi 5 punti per il Moro, quelli necessari per superare il turno delle finali. Il «bowsprit gate», il pasticciaccio del bompresso è andato montando sempre più nelle ultime ore, forse anche per una sommersa volontà degli organizzatori americani della Coppa America. Infatti, un paio di giorni fa il Comitato aveva cominciato a soffiare sul fuoco facendo sapere che, in caso di vittoria nelle finali, la barca neozelandese non sarebbe stata considerata legale e quindi non avrebbe potuto sfidare gli americani per la conquista della Coppa America. Si trattava di un'iniziativa personale di Tom Ehman, vicepresidente dell'Acoc, che aveva tutta l'impressione di una raccomandazione agli organizzatori delle selezioni; un parere importante perché gli americani possono riservarsi il diritto di non accettare lo sfidante e di tenersi la Coppa, nel caso ritengano che il Challenger non abbia seguito il regolamento di Coppa America. Si ha anche l'impressione che gli americani vogliano lasciare il problema alla giuria degli sfidanti per non trovarsi ancora ad affrontare una battaglia legale con i neozelandesi. E' anche certo che, se potessero influire sulla scelta, i difensori preferirebbero avere come avversari gli italiani, invece dei neozelandesi. Non ultima ragione sarebbe quella che, hi caso di sconfitta americana, una Coppa America corsa in Europa, e per di più a Venezia, assumerebbe grande importanza. Tornando alla decisione di annullare la regata, in sostanza la giuria ha riconosciuto che i neozelandesi hanno infranto il regolamento per quanto riguarda le manovre che si possono effettuare quando si usa il gennaker. La stessa giuria, scegliendo di annullare la regata, invece di penalizzare i neozelandesi e dare la vittoria agli italiani, ha però in pratica voluto affermare che questa violazione non ha avuto un influsso diretto sull'esito della regata: lo ha in pratica considerato un peccato veniale. E' comunque evidente che, se i neozelandesi hanno effettuato in tutte le regate queste manovre scorrette, tutte le regate corse dovrebbero essere annullate. Paul Cayard ha detto che la giuria degli sfidanti è incompetente e non professionale, ed ha ricordato che ne ha sempre fatto parte Don Brooke, padre di uno dei componenti dell'equipaggio neozelandese. Per i kiwi sembra proprio non esserci pace. Una cosa è certa: questa potrebbe essere una grossa scossa al loro morale e potrebbe ripetersi la situazione di Fremantle nell'87. Allora messi in stato d'accusa a causa della barca in composito, persero la loro sicurezza e il diritto di sfidare la Coppa America. A questo punto quali possono essere le vie d'uscita? Oltre alla squalifica di New Zealand e alla conseguente vittoria del Moro di Venezia, l'ipotesi più probabile è la ripetizione di tutte le prove della finale. Bisognerà comunque vedere come si muoverà la giuria degli sfidanti che, finora, si è sempre dimostrata indecisa. Per ora il portavoce ha comunicato che le regate proseguono e che la vittoria andrà alla prima barca che si aggiudicherà 5 punti. Ida Cast iglioni «I nostri avversari sono fuorilegge La mia barca merita la finale» E gli americani pensano di escludere lo scafo dei «kiwi» Raul Gardini ieri a San Diego è stato durissimo con l'equipaggio neozelandese e la giuria della Coppa America