A Lugano i conti dei politici

A Lugano i conti dei politici Inchiesta su dirigente di banca. La Popolare di Novara: tutto regolare A Lugano i conti dei politici Milano, così venivano pagate le tangenti MILANO. Via Franscini 2, Lugano. In un palazzo moderno a grandi vetrate ha sede la Banca Novara Suisse, consociata svizzera della Banca Popolare di Novara. E' in questi uffici ticinesi che il giudice Antonio Di Pietro ha trovato le tracce delle tangenti pagate all'estero. Già interrogato un funzionario svizzero. In Svizzera il magistrato milanese è arrivato inseguendo la pista delle tangenti, nata il 17 febbraio scorso, quando venne arrestato mentre intascava una mazzetta il presidente del Pio Albergo Trivulzio Mario Chiesa. Diversi imprenditori, interrogati dal magistrato, hanno rivelato di aver aperto i conti correnti destinati a pagare portaborse e politici che dovevano favorire le assegnazioni degli appalti degli enti pubblici milanesi ora nella bufera. Ma c'è di più. Anche un funzionario della Banca Novara Suisse è finito nell'inchiesta. E' stata perquisita sia la sua abitazione milanese sia il suo ufficio nella sede centrale della Banca Popolare di Novara. Tra le carte sequestrate in casa del funzionario la documentazione contabile dei conti correnti aperti a Lugano dagli imprenditori. Cifre a nove zeri. Il funzionario di Bns è già stato interrogato. Così come sarebbero stati sentiti, anche dalla magistratura elvetica, i dirigenti locali della banca che ha sede anche a Zurigo. Ma nulla è trapelato. Si sa invece che uno degli imprenditori milanesi interrogato ha rivelato di aver consigliato anche a Mario Chiesa di aprire un conto sulla consociata svizzera della Banca Popolare di Novara. Ma Piero Bongianino, l'amministratore delegato della Banca Popolare di Novara ha precisato che «nessun conto corrente risulta aperto da Mario Chiesa o da altri imprenditori coinvolti nella vicenda delle tangenti nelle filiali della Bpn. Abbiamo interpellato anche la nostra sede di Milano, ma di questo conto non c'è nessuna traccia.» Il versante svizzero dell'in¬ chiesta non è il solo che interessa al giudice Di Pietro. Nel mirino del magistrato ci sono alcune finanziarie e fiduciarie che potrebbero aver avuto un ruolo nel «riciclaggio» delle tangenti, operando anche all'estero. Particolarmente importante sarebbe l'opera svolta da un finanziere che operava soprattutto con società del Liechtenstein, uno dei paradisi fiscali europei. L'evoluzione negli ultimi giorni dell'inchiesta ha convinto altri imprenditori ad andare dal magistrato. Anche Matteo Carriera, socialista da sempre, per quindici anni alla guida dell'Ipab, è pronto a parlare. E' Fabio Lasagni, il titolare della Cosgemi costruzioni, finito in carcere con l'accusa di concorso in corruzione, a tirare in ballo direttamente i vertici dell'Ente comunale che si occupa di ospizi. Quando vede i cronisti davanti al cancello della sua abitazione in periferia Matteo Carriera si fa bianco in volto. «Non ho niente da dire», esordisce uno dei potenti di Milano sempre rimasto nell'ombra. «Parlate con il mio avvocato» aggiunge. Il suo avvocato, Guido Viola, quando era ancora magistrato, archiviò la.prima inchiesta sulle vendite del patrimonio immobiliare del Pio Albergo Trivulzio. Fabio Potetti Il sindaco Piero Borghìni