Lockerbie, altri dubbi sulla «pista Gheddafi»

Lockerbie, altri dubbi sulla «pista Gheddafi» TERRORISMO Rivelazioni a Mixer di un ex 007 israeliano Lockerbie, altri dubbi sulla «pista Gheddafi» ROMA DALLA REDAZIONE Strage di Lockerbie: dopo le rivelazioni della rivista Time, un altro colpo alla cosiddetta «pista libica», imboccata ufficialmente dalla Cia. Secondo Juval Aviv, capo di un'agenzia investigativa che ha lavorato per conto della Pan Am, non sarebbero infatti i libici gli autori dell'attentato contro il jumbo esploso in volo sui cieli della Scozia il 21 dicembre del 1988. Aviv, ex agente del servizio segreto israeliano, lo rivela a «Mixer» in una lunga intervista che il settimanale della seconda rete manderà in onda stasera alle 21,30. Ed aggiunge che dalle indagini svolte emer- [ gono pesanti responsabilità della Siria, ma anche della Cia,, anzi di una parte del servizio segreto statunitense. L'inchiesta di «Mixer», condotta da Mauro Parisson e Mi¬ chele Gambino, rivela inoltre che una serie di accertamenti eseguiti dalla Cia non furono esatti. Una smentita, per esempio, viene dall'Fbi che ha scoperto che nessuna valigia Samsonite (usata per l'attentato), proveniente dal volo Air Malta 180 è stata imbarcata sul jumbo della Pan Am. Il particolare era uno dei capi d'accusa a carico della «pista libica». Secondo quanto ha detto Aviv a «Mixer», l'uomo chiave di questo intrigo internazionale sarebbe Monzer Al Kassar, un trafficante d'armi e droga siriano «tollerato» dalla Cia in vista di un suo probabile interessamento per ottenere il rilascio di ostaggi americani a Beirut. La sua «mediazione» aveva dato ottimi risultati in occasione della liberazione di alcuni cittadini francesi prigionieri in Libano.

Persone citate: Aviv, Gheddafi, Juval Aviv, Kassar, Mauro Parisson

Luoghi citati: Beirut, Libano, Malta, Roma, Scozia, Siria