La destra prenota il presidente di Tito Sansa

La destra prenota il presidente Fumata nera nel voto che aprirà il dopo-Waldheim: favorito il de Klestil La destra prenota il presidente Ballottaggio a Vienna VIENNA DAL NOSTRO INVIATO Fumata nera ieri alla Hofburg, l'ex Palazzo imperiale di Vienna, dal quale avrebbe dovuto uscire il nome del futuro presidente della Repubblica austriaca. Nessuno dei quattro candidati alla successione del discusso presidente Kurt Waldheim (il cui mandato di sei anni scade in luglio) ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dei cinque milioni e mezzo di cittadini chiamati alle urne. Per cui fra quattro settimane, il 24 maggio, sarà necessario un ballottaggio tra i due contendenti che ieri hanno ottenuto il maggior numero dei voti - il socialdemocratico Rudolf Streicher e il cattolicopopolare Thomas Klestil mentre le persone proposte dai «liberali» la signora Heide Schmidt, e dai «Verdi» il futurologo Robert Jungk, vengono eliminati dalla contesa. Tutto come previsto dagli istituti demoscopici, i quali davano per escluso un vincitore netto alla prima tornata. La votazione tuttavia ha portato grandi sorprese e - come era accaduto recentemente in Gran Bretagna e nelle elezioni regionali in Germania - l'affidabilità degli specialisti di de¬ moscopia è stata messa in dubbio. Il grande favorito, il socialdemocratico ex ministro dei Trasporti Streicher, assai popolare, ha sì ottenuto la maggioranza relativa con il 40,7 per cento dei voti, ma il suo distacco dall'uomo presentato dai cattolico-popolari, il diplomatico Klestil (che era un Cameade fino a poche settimane fa) è stato di gran lunga inferiore a tutte le previsioni, e di soli 3,5 punti. Klestil, infatti, ha ottenuto il 37,2 per cento, che proprio nessuno sospettava. Si insiste da sempre in Austria a dire che le elezioni del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini è un «voto personale», che alla massima carica dello Stato va eletta la personalità considerata la più degna di assumere l'incarico. Ma in realtà - com'era accaduto già sei anni fa quanbdo Kurt Waldheim, criticato per i suoi trascorsi nazisti, vinse con il 54 per cento dei suffragi - a dirigere il gioco sono sempre i partiti. E ieri, checché se ne dica, la scelta è stata ancora una volta partitica, rivelando una perdita secca del 2 per cento dei socialdemocratici e un guadagno del 5 per cento dei cattolici popolari, da anni in continuo ribasso. L'elezione è stata regolare, l'affluenza alle urne alta (superiore all'85 per cento), benché d'improvviso fosse esplosa l'estate con temperature che hanno sfiorato i 30 gradi. A Vienna il cielo invitava alle scampagnate, in più in città si è svolta la tradizionale maratona di Primavera, nulla induceva ad andare ai seggi. I due candidati che si ritroveranno testa a testa il 24 maggio e che sono amici, dopo aver votato sono andati insieme ad un concerto dei Filarmonici di Vienna, dove in programma vi era tra l'altro (ma è stato un caso, senza alcuna allusione al nome del candidato socialdemocratico) il «Requiem per Streicher» del compositore giapponese Takemitsu. A Vienna ier sera molti erano delusi per il mancato raggiungimento della maggioranza assoluta da parte di uno dei candidati. Ma che cosa accadrà ora, dove andranno a finire quel 16,4 per cento dei voti ottenuti dalla «liberale» signora Schmidt e il 5,7 dal futurologo verde Jungk? La logica partitica e la matematica indicano che i voti «liberali», che sono di destra, vadano ad aggiungersi a quelli del cattolico-popolare Klestil e che quelli dei Verdi si riversino sul socialdemocratico Streicher, dando la vittoria al primo con un abbondante cinquantatré per cento. Ma già altre volte l'elettore austriaco ha sorpreso e potrebbe farlo ancora. Certo è che, dopo una campagna elettorale noiosa e tiepida, le prossime settimane si preannunciano roventi. Entrerà in gioco il «terzo uomo», il rampante avvocato quarantaduenne Jòrg Haider, capo del partito di destra che porta il nome di liberale, dei cui voti hanno bisogno tanto Streicher quanto Klestil se vorranno insidiarsi alla Hofburg. Saranno settimane roventi anche per il governo di «grande coalizione» formato proprio dai due partiti tradizionali, il socialdemocratico ed il cattolico-popolare, che si contendono la massima carica dello Stato. La «grande coalizione» già vacillante rischia di sbriciolarsi e la destra di Haider potrebbe approfittarne cercando di entrare in un governo di «piccola coalizione». Già ieri gli elettori hanno dato una indicazione in merito, imprimendo all'Austra una leggera sbandata verso la destra. Tito Sansa enna candidato socialdemocratico Rudolf Streicher vota a Vienna candidato socialdemocratico Rudolf Streicher vota a Vienna Heide Schmidt, candidata liberale eliminata dalla corsa alla presidenza