Il Sessantotto di Kohl

Il Sessantotto di Kohl Il Sessantotto di Kohl Milioni di statali in sciopero Da domani bloccati i servizi BONN NOSTRO SERVIZIO Le giornate di fuoco del cancelliere Kohl sono cominciate con qualche mese di anticipo sul catenario meteorologico. Da domani la Germania sarà paralizzata in diversi settori della vita pubblica, per la prima volta da 18 anni, quel 1974 quando dopo tre giorni di sciopero la vertenza si concluse con una capitolazione dei datori di lavoro e con l'accelerazione della fine del governo di Willy Brandt. Come era ormai prevedibile, ieri mattina anche il potente sindacato Otv (servizi pubblici e trasporti), due milioni e 300 mila iscritti, ha votato a favore dello sciopero con una forte maggioranza (88,9%) dopo che venerdì la Dag (impiegati) e i postelegrafonici avevano già deciso di incrociare le braccia. Anche la Ig Metall (metalmeccanici) ha proclamato uno sciopero di avvertimento a partire da mercoledì, dopo che alla richiesta di un aumento del 9,5% aveva fatto seguito una offerta del 3,3%. Sempre sabato si è saputo che sono fallite le trattative per i 1,5 milioni di lavoratori del settore edile. Sul fronte dei tassi, il vicepresidente della Bundesbank, Hans Titmeyer, ha dichiarato alla «Welt» che i tassi della banca tedesca rimarranno alti senza escludere un loro rialzo. «Un allentamento della politica monetaria - ha detto Titmeyer - non può essere la riposta alle richieste sindacali, anzi sarebbe una mossa antisociale perché comprometterebbe a lungo le prospettive di una crescita della produzione e dell'occupazione». Il braccio di ferro tra sindacati e governo non è iniziato nel modo migliore: con uno scontro frontale che sa quasi di ripicca tra la presidente della Otv, Monika Wulf-Mathies e il ministro degli Interni Rudolf Seiters. In un momento particolarmente sensibile per l'economia tedesca, fiaccata dai 150 miliardi di marchi che ogni anno fluiscono ad Est incrementando sempre più la spesa pubblica, è arrivata la richiesta dei sindacati di un aumento salariale del 9,5%. Le risposte del governo e degli imprenditori sono state notevolmente al di sotto delle aspettative. Poi finalmente dopo lunghe ed estenuanti trattative la commissione arbitrale (che viene nominata in queste circostanze) aveva fatto una proposta di mediazione del 5,4%, accettata dai sindacati. Alla fine il colpo di scena, il ministro Seiters respinge la proposta e rilancia un aumento massimo del 4,7%. Per la busta paga di un impiegato delle poste, per esempio, questo significa una differenza di 20 marchi (15.000 lire) lordi, mentre allo Stato ogni decimo di punto percentuale di aumento salariale costa l'equivalente di 260 miliardi di lire, come ha calcolato Herbert Hax, presidente del gruppo dei «Cinque Saggi», i maggiori istituti tedeschi di ricerca economica. Francesca Predazzi

Persone citate: Francesca Predazzi, Hans Titmeyer, Herbert Hax, Kohl, Kohl Milioni, Rudolf Seiters, Seiters, Titmeyer, Willy Brandt, Wulf

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