La vendetta in discoteca

La vendetta in discoteca La vendetta in discoteca Italiani in testa nella strage di cuori RETROSCENA LE NOTTI TRA VELE E AMOR! SSAN DIEGO UL lungomare di San Diego corre una grossa moto, il guidatore è un ragazzone superabbronzato e del passeggero si vedono solo due cose: lunghi capelli biondi che spuntano dal casco e lunghissime gambe senza fine che vengono fuori dagli short di jeans, un po' sfrangiati. La ragazza ha indosso una maglietta grigia che ha stampato sulla schiena il leone ruggente del Moro di Venezia, quasi un segno di conquista per mostrare a tutto il mondo che lei ora fa parte della sfida italiana alla Coppa America. Dal gennaio 1991 a San Diego, la comunità italiana è cresciuta di un centinaio di unità, quando i ragazzi del Moro di Venezia hanno in pratica occupato la maggior parte delle stanze di un albergo a pochi passi dalla base. E' lo Half Moon Inn, meglio conosciuto come «Humphrey's», con un curatissimo giardino e una piscina all'interno, dove gli scapoli hanno una stanzetta a testa e gli ammogliati appartamenti un po' più grandi. Infatti non ci sono solo giovanottoni che hanno il compito di tenere alto il livello del miglior prodotto italiano esportato all'estero, ma anche padri di famiglia, magari giovanissimi e appena sposati, che la sera, dopo ore di allenamento, devono anche dare il latte a un neonato. Sono in molti quelli che si sono portati dall'Italia la moglie o la fidanzata: contrariamente a quello che si può pensare, la vita di questi ragazzi è stata molto dura negli ultimi 18 mesi, e per loro è stato importante avere accanto qualcuno la sera. Anzi, fa quasi tenerezza, con tutte queste stangone californiane che sono proprio belle come quelle dei film, vede- re i nostri che se ne vanno in giro con le fidanzatine italiane, tutte rigorosamente vestite con la divisa del Moro e con gli occhi ben attenti a controllare che lo sguardo dell'amato non si soffermi troppo a lungo su quegli infiniti centimetri di gambe abbronzate. Le californiane non sono cattive ragazze, ma hanno sempre questo meraviglioso sorriso sulla faccia e se le guardi un po' più a lungo ti dicono subito «Ciao». Non è proprio come facevano i conquistadores con gli indiani offrendo le perline di vetro, ma è certo che una maglietta del Moro o un giubbetto con il leone stampato, possono aprire la strada verso molti cuori. Così gli scapoli e gli ex fidanzati, l'affetto se lo sono trovato qui: uno dei ragazzi ha una bellissima com¬ pagna giapponese e uno dei grindcr, quelli con il fisico da mister muscolo che fanno girare i verricelli per tesare le vele, gira con una messicana da alta pressione, anzi da altissima pressione. E' una ragazza della Tijuana bene, quella che frequenta la discoteca «Baby Rock», a due passi dal confine messicano che è a venti chilometri da San Diego. La città californiana è molto bella, le sue spiagge sono stupende, ma alia sera c'è poco da fare perché tutti i locali chiudono verso le 11. Se qualcuno vuole divertirsi, deve andare in Messico, appunto a Tijuana, dove si può bere sino a tarda ora, non devi mostrare i documenti per far vedere che hai l'età per gli alcolici e dove c'è appunto il «Baby Rock». Ufficialmente i ragazzi del Moro ci sono stati solo pochissime volte, nelle pause degli allenamenti o per festeggiare la fine di una delle fasi di selezione. L'ultima volta è stata dopo la vittoria nelle semifinali, c'erano quasi tutti e sono tornati a casa alle 6 del mattino, l'ora in cui si svegliano di solito. Il programma di lavoro per tutto il periodo di allenamento è stato durissimo: sveglia alle. 6,30, sul campo a far ginnastica, colazione, riunione per illustrare il lavoro della giornata ed esaminare gli errori del giorno precedente, poi tutti in mare sul Moro 5, quello che fa le gare, e il Moro 4, che è servito per provare le nuove soluzioni prima di adottarle sulla barca ufficiale. Ore e ore di vento e onde, con qualsiasi tempo e tutti i giorni, senza tregua : non ci sono ciccioni nell'equipaggio, quelli che in televisione vedete grossi lo sono di costituzione. La sera è facile incontrare qualche gruppo dell'equipaggio in uno dei ristoranti italiani di San Diego: all'inizio erano tutti da «Michelangelo» che però ha una cucina un po' pesante e, dopo un periodo iniziale di folle amore, ora è disertato da chi ha preferito «La Strada», aperto di recente da una famiglia di pisani, o «Pizzanova», dove si mangia una discreta pizza cotta nel forno a legna. Non contenti dello sport che fanno per lavoro, alcuni dei ragazzi del Moro si son fatti coinvolgere dalla passione per il ciclismo di Massimo Massarini, il medico dell'equipaggio, che ha alle spalle un'altra campagna di Coppa America, sempre come medico, con «Italia» a Fremantle nel 1987, e armati di bicicletta se ne vanno in giro per 20/30 chilometri al giorno. Un'altra grande passione dei ragazzi del Moro sono le moto: nel cortile della base ce ne sono di tutti i tipi, qui costano molto meno che in Italia e gli hanno detto che, essendo stati residenti all'estero per più di un anno, le potranno importare con poca spesa. Stesso discorso per le automobili e alcuni si sono lanciati sulle auto d'epoca: uno ha trovato una splendida Mercedes spider del 1951, un altro, quello della messicana ad alta pressione, una Jaguar, mentre Tommaso Chieffi non ha saputo resistere e si è comprato un'Alfa Romeo 164, con tutti gli accessori. Restano un paio di regate per continuare a vivere ancora per un mese questo sogno, poi, purtroppo bisognerà cominciare a fare i bagagli: basterà una nave per riportare tutto a casa? Pietro De Luna A sinistra, l'equipaggio del «Moro», impegnato in una manovra di cambio delle vele. L'esercizio è stato ripetuto anche in allenamento per evitare eventuali indecisioni durante la regata. Sopra, lo skipper Paul Cayard, uno dei più abili in assoluto ma per ora battuto diverse volte dal rivale e amico Rod Davis di New Zealand

Persone citate: Baby Rock, Massarini, Moon Inn, Moro, Paul Cayard, Pietro De Luna, Rod Davis, Tommaso Chieffi