California secondo brivido di L. Ca.

California, secondo brivido Un altro terremoto getta nel panico il Nord, decine di feriti California, secondo brivido Dopo la scossa di mercoledì scorsogli esperti ne avevano prevista un'altra Toccato il settimo grado della scala Richter: case distrutte, gravi incendi SAN FRANCISCO. «Ci sarà un altro terremoto entro tre giorni, e sarà terribile, molto peggio di quello di oggi». Dopo la scossa e la paura di mercoledì, le previsioni dei sismologi avevano gettato nell'angoscia la California. A Los Angeles e San Francisco attendevano «the Big One», il grande terremoto che entro il secolo dovrebbe sconvolgere la tormentata faglia su cui si reggono le città della West Coast. Quando ieri mattina dalla terra si è alzato un rombo sordo e il suolo ha preso a tremare, nel Nord della California hanno pensato subito a quella previsione. I vetri vanno in mille pezzi, sulla strada cadono cornicioni e mattoni, i passanti sono scaraventati a terra, le auto inchiodano, alcune si scontrano. Il terrore dura trenta secondi. Saltano i circuiti elettrici, scoppiano i primi incendi. Il terremoto viene dal mare, l'epicentro è a cinquantasei chilometri dalla costa, nell'Atlantico. La città più colpita è Eureka, quattrocento chilometri sopra San Francisco, molti meno dalla frontiera con l'Oregon. Sui grattacieli della down-town e sugli abitanti alle 11,06 (le 20,06 in Italia) si è abbattuta una scossa del settimo grado della scala Richter. Il primo racconto di un giorno di paura viene da Ferndale, trenta chilometri a Sud di Eureka. «Abbiamo visto molti feriti, in centro. Colpiti dai calcinacci, travolti dal crollo di qualche vecchia casa. La gente urlava, molti si sono sentiti male». La città dell'epicentro è ancora isolata, radio e tv tacciono, la Cnn trasmette testimonianze poco significative. Tutto è ancora avvolto dall'incertezza. Il terremoto l'hanno sentito fino a Los Angeles. Poi arrivano i primi soccorsi, i radioamatori si mettono in contatto con Eureka. Le scosse si susseguono, è la terra che si assesta dopo il grande scrollone. Il centro viene chiuso al traffico per il timore di crolli. La gente è tutta in strada. Mol¬ ti palazzi bruciano, c'è un black-out. Alla tv parla Guy Urban, del centro geologico di Palmer: «La scossa ha toccato il settimo grado della scala Richter». Dall'osservatorio di Golden, Colorado, confermano: 6,9 gradi. Quando è cominciata la paura a Ferndale c'era una festa in piazza. Da qui le notizie arrivano, i danni sono molti gravi. «Il centro è un disastro. Io e mio figlio ci trovavamo in un caffé che è stato completamente distrutto», racconta una donna. Le fondamenta di alcune case hanno ceduto e le auto sono state schiacciate dai blocchi caduti. A tarda sera le autorità non erano ancora in grado di precisare il numero dei feriti, ma era ormai certo che ce n'erano stati decine a Eureka, a Ferndale, a Arcata, dove l'energia elettrica è interrotta. A Petrolia, 16 chilometri a Sud-Ovest di Ferndale, un ufficio postale, un negozio e un ristorante hanno preso fuoco. Incendi si sono sviluppati anche a Rio Dell, una cittadina vicina. Gravi danni a Fortuna e Crescent City: «Sembrava di essere su una giostra di Disneyland, non si riusciva a stare in piedi». Finora nessuna notizia di morti. Mercoledì il terremoto aveva colpito il Sud della California, la regione di Los Angeles. Erano le nove di sera, se ne sono accorti anche a Las Vegas, nel cuore del deserto del Nevada. Dodici feriti, tanta paura e quell'oscura previsione. Come tre anni fa, quando il sisma si abbatté su San Francisco: fece trecento morti, distrusse centinaia di case. Il mondo già pensava al peggio. Solo la rigida applicazione delle norme antisismiche da parte dei costruttori aveva impedito che il bilancio fosse ancora più tragico. E' cominciato allora in California il conto alla rovescia in attesa del «Big One», la catastrofe. Il terremoto di San Francisco è stato del settimo grado della scala Richter, come quello di ieri. La paura continua. [al. ca.]

Persone citate: Colorado, Guy Urban, Palmer, Richter