Esperti giapponesi per fermare l'Etna

Esperti giapponesi per fermare l'Etna La lava frena, a Zafferana rientra l'allarme Esperti giapponesi per fermare l'Etna ZAFFERANA ETNEA DAL NOSTRO INVIATO «Fermati lava, fermati», aveva implorato giovedì sera Maria Cristaldi, inginocchiata nel suo frutteto di fronte al magma incandescente che rotolava lentamente aggredendo i meli, i ciliegi, le viti dell'orto curato con amore, pulito, neppure un filo d'erbaccia, una foglia per terra. Nella notte la colata ha camminato poco: qualche pianta incartapccorita dall'immane calore, ma il frutteto è ancora in salvo. Ieri pomeriggio Maria e il fratello Salvatore hanno messo su uno dei vitigni le immagini di sant'Alfio, san Cirillo e san Filadelfio, venerati nel vicino santuario di Trecastagni. «Solo loro possono fare il miracolo, la lava non la può fermare nessuno, solo i santi», ripete la donna, lo sguardo fisso verso quel grosso serpente di rocce fumanti fermo ai limiti dell'orto, apparentemente innocuo, ma basta avvicinarsi per avvertire il grande calore che emana e sentire il sordo borbottio del magma. Il vulcanologo prof. Barberi, che santo non è ma è tenace quel che basta, miracoli non ne fa, però continua caparbiamente a lottare per cercare di deviare il corso di questa maledetta colata che da oltre quattro mesi scivola verso Zafferana, travolgendo tutti gli ostacoli che gli uomini hanno posato lungo il suo cammino. E' merito suo, comunque, se la colata non è ancora arrivata a Zafferana: con terrapieni, canaloni e l'ultima, spettacolare operazione realizzata a Pian del Bove, quando si è cercato di tappare il canale in cui scorreva la lava e deviarne il corso in una zona dove non potesse arrecare danni, il torrente infuocato è stato costretto a rallentare la sua corsa, a ricominciare daccapo, quasi tornando sui propri passi. «La situazione oggi è più tranquilla - ha detto ieri Barberi - il fronte lavico non si è quasi: mosso, le bocche effimere che si erano aperte in Val Calanna, a quote molto basse, tendono a chiudersi». Grazie ad una grande bocca effimera che si è aperta a quota 1700, da cui fuoriesce un copioso torrente di magma. «Tutto quel che esce lassù, non alimenta più i cunicoli sotterranei che portano verso il basso e questo allontana, o almeno ritarda, il pericolo su Zafferana». Ieri gli incursori della Marina hanno lavorato tutto il giorno a Pian del Bove per allargare la finestra che era stata aperta sul canale sotterraneo, parzialmente richiusa dai blocchi di cemento che non erano precipitati in basso e dal raffreddamento della lava che era tracimata. Con cariche d'esplosivo hanno anche costruito un canale d'invito, in cui dovrebbe finire la lava quando, forse oggi, si ripeterà l'operazione per cercare di «tappare» il canale. Gh elicotteristi americani hanno continuato ad accatastare accanto alla finestra i pesanti blocchi di cemento che verranno utilizzati come tappo, mentre gli incursori stanno predisponendo le cariche per far crollare una parte della parete del canale e smuovere i pesanti blocchi che dovranno precipitare all'interno. Saranno utilizzate oltre 12 tonnellate di tritolo. Dice il sindaco Alfio Leonardi: «Speriamo che funzioni. Adesso la situazione sembra migliorata, ma se non si riesce a deviare il corso della colata, prima o poi Zafferana farà la fine di Pompei». Ieri sono arrivati tre vulcanologi giapponesi per studiare l'eruzione: il prof. Barberi li ha accompagnati in un sopralluogo vicino alle bocche effusive. «Hanno una grande esperienza, se ci daranno dei consigli li prenderemo in seria considerazione». Francesco Fot-nari La colata di lava che dall'Etna continua a minacciare le case di Zafferana

Persone citate: Alfio Leonardi, Barberi, Maria Cristaldi, Zafferana

Luoghi citati: Pian Del Bove, Pompei, Sant'alfio, Zafferana Etnea