Così Stalin eliminò il suo boia prediletto

Così Stalin eliminò il suo boia prediletto Gli archivi segreti rivelano la fine di Ezov Così Stalin eliminò il suo boia prediletto ■mtION pensare che finirai jm inevitabilmente fucila» to», disse nel febbraio ■ 1940 Berija, il nuovo capo ÀJU dell'Nkvd, al suo predecessore Nikolaj Ezov, destituito e arrestato. «Se confesserai e racconterai tutto onestamente, avrai salva la vita». Ezov sapeva quanto valesse un simile incoraggiamento. Finora gli storici concordavano nel definire oscure le circostanze in cui morì Nikolaj Ezov, uno dei più spietati e abietti capi della polizia segreta di Stalin. Grazie alla recente apertura di alcuni archivi, Grigorij Citrinjak ha potuto ricostruire in un vistoso articolo sulla Literaturnaja Gazeta «L'affare della fucilazione di Ezov - Cenni per il ritratto di un boia». Nato nel 1895 in una famiglia operaia, iscritto al partito nel 1917, Ezov, secondo un documento ufficiale, non concluse gli studi inferiori e lavorò come sarto e come fabbro. «Soprattutto all'epoca di Stalin - scrive Citrinjak - i bolscevichi, pervenuti faticosamente a posti chiave, nutrivano un odio patologico per l'intelligencija. Solzenicyn ha osservato recentemente che l'intolleranza di Lenin nei confronti di persone più intelligenti e colte di lui è stata ereditata da tutti i suoi successori... E Bucharin aveva detto a Kamenev (1928) che Stalin si circondava di gente ottusa e squallida che faceva risaltare la sua superiorità». Così si spiegano le carriere del primo maresciallo Vorosilov, che aveva un po' frequentato una scuola elementare provinciale, del calzolaio Kaganovic e di un Ezov «di una fenomenale ignoranza». A Stalin piacciono l'ubbidienza cieca, la ferocia e la mediocrità del personaggio, Kruscev lo ricorda con simpatia, Molotov e Kaganovic anche. 11 26 settembre 1936 Stalin chiama Ezov per sostituire Jagoda «nel lussuoso ufficio del Commissario del popolo agli Affari interni, nominandolo così principale boia del Paese». Tra predecessori e successori polacchi, ebrei, georgia- ni, Ezov è l'unico russo che occupi una posizione simile. Tutti lo adulano: è insignito dell'ordine di Lenin, candidato al Politburo, ha una tessera del partito n. 0000017, la Pravda lo definisce «un meraviglioso rigido bolscevico, seduto giorno e notte alla scrivania per districare e tagliare impetuosamente i fili del complotto fascista». Quando è arrestato vengono sequestrati i distintivi di deputato del Soviet supremo dell'Urss, della Federazione russa, del Kazachstan ecc. Trockij lo chiama «maresciallo della polizia politica». Al plenum del Comitato centrale (febbraio 1937) Bucharin dichiara: «Oggi il Paese è governato non dal partito ma dall'Nkvd» e «il mostruoso complotto» ordito, secondo l'accusa, da lui a da Rykov «esiste, ma i suoi capi sono Stalin e Ezov». Già l'anno seguente Stalin esonera Ezov dall'incarico di commissario agli Affari interni, e lo nomina commissario dei Trasporti per acqua. Il 10 aprile 1939, l'arresto e la reclusione nella prigione speciale dell'Nkvd. L'accusa è di <rtradirnonto, rapporti spionistici con lo spionaggio polacco e tedesco e gli ambienti governativi ostili all'Urss in Polonia, Germania, Inghilterra e Giappone» e ancora la preparazione di un putsch per il 7 novembre 1938. Ezov non confessa, perché vuol raccontare ai giudici «soltanto la verità: ho epurato 14 mila cekisti, ma la mia enorme colpa consiste nel fatto che ne ho epurati pochi... Non epurai invece i cekisti a Mosca, a Leningrado e nel Caucaso settentrionale. Li consideravo puliti, ma risultò che avevano protetto diversionisti, sabotatori, spie e altri nemici del popolo». In quell'epoca Stalin coniò la formulazione sibillina «giustiziare non si può graziare», in cui la vita di un uomo dipendeva dal posto della virgola. Dopo l'arresto, a Ezov vennero sequestrate molte armi, numerosi abiti da uomo e da donna, statue, quadri e libri scritti da nemici del popolo quali Feuchtwanger, Bucharin, Trockij ecc. Uomo dalla vita sessuale promiscua (ebbe delle relazioni sia con donne sia con uomini) Ezov inol¬ tre fu accusato di uxoricidio. La Literaturnaja Gazeta pubblica una lettera straziante della giovane moglie, che si sapeva sospettata ma non conosceva l'accusa. Scrive perciò al marito: «Koljusenka! Ti supplico... insisto affinché sia controllata tutta la mia vita... Non posso rassegnarmi al pensiero che sono sospettata di doppio gioco, di delitti mai commessi». Ezov dichiarò che non sapeva se la moglie era una spia inglese. Fu comunque accusato di aver avvelenato la giovane donna poco dopo il suo ricovero in ospedale, e di aver organizzato le uccisioni di molte persone che non gli piacevano. Benché Ezov avesse agito sempre con il consenso di Stalin, e per lo più ubbidendo ai suoi ordini, il dittatore non esitò a rinnegare il suo fedele servitore, affermando che Ezov aveva superato di molto il numero «permesso» degli arresti e definendolo «una canaglia: nel 1938 ha causato la morte di tanti innocenti. E' stato fucilato, ha pagato». L'ultimo desiderio di Ezov era stato: «Riferite a Stalin che morrò con il suo nome sulle labbra». Per conservare più sicuramente il segreto, della condanna fu vergato un esemplare unico. Malgrado le varie date proposte dagh storici, è certo ormai che la condanna alla fucilazione (con la confisca dei beni) fu eseguita a Mosca il 4 febbraio 1940. L'atto dell'avvenuta esecuzione è conservato in un archivio speciale di un settore speciale dell'Nkvd. Pochi anni dopo la sua esecuzione, Ezov è stato preso per modello da Arthur Koestler, che ne ha fatto uno dei protagonisti del suo romanzo Buio a mezzogiorno. Gletkin, il gelido e feroce funzionario che sottopone a interminabili, sadici interrogatori il detenuto Rubasciov (modellato, secondo Conquest, in parte su Bucharin e in parte su Trockij) è Ezov. I frequenti accenni di Koestler all'ignoranza del personaggio basterebbero a provarlo. LiaWainstein Da «meraviglioso bolscevico» a «canaglia»: fucilato nel '40 A fianco Stalin. Sotto Lavrentij Berija, che succedette a Ezov come capo dell'Nkvd. In alto, Nicolaj Bucharin, fucilato nel 1938

Luoghi citati: Germania, Giappone, Inghilterra, Leningrado, Mosca, Polonia, Urss