Nel salotto di Spadolini di Andrea Di Robilant

Nel salotto di Spadolini Nel salotto di Spadolini Con Agnelli, Bobbio e Benetton Il bacio della Mussolini a Curzi ROMA. Anche il Senato ha la sua piccola Arcadia. Alle dieci di mattina Giovanni Spadolini, presidente uscente, si è arrampicato fino al suo nuovo scranno in alto a centro-sinistra. E subito si è formata intorno a lui una cerchia di intellettuali prestigiosi. Norberto Bobbio, Leo Valiani, Gian Giacomo Migone, Antonio Maccanico, Giorgio Ruffolo, Bruno Visentini: lassù l'aria era rarefatta e la conversazione nobile, mentre tutt'intorno si tessevano e si disfacevano alleanze. AGNELLI EIPE0NES All'inizio il senatore a vita Giovanni Agnelli si è ritrovato in Siberia, circondato da una pattuglia di grigi peones de dalla conversazione molto poco brillante. Agnelli ha occhieggiato con invidia la cerchia di Spadolini e poi non ha resistito: alla prima interruzione si è affrettato a raggiungerla, stringendo mani e buttandosi con gusto in così bella conversazione. Giù in basso i senatori sfilavano davanti all'urna per la prima votazione poi terminata con una fumata nera. Tutti contro tutti. Senatore Agnelli, con un consiglio di amministrazione così confuso che cosa farebbe? «Vedrei di cambiare la posizione azionaria». Poi è tornato a parlare fitto fitto di Formula Uno con Luciano Benetton, finito. anche lui nel salotto buono di Spadolini in quanto senatore repubblicano, : LIBERTINI: CHE CASINO Il primo intervento di ieri mattina al Senato è stato di Lucio Libertini: voleva rinviare la seduta a oggi. Il senatore De Martino, che presiedeva la seduta, ha respinto la richiesta del capogruppo di Rifondazione comunista. Anzi, non gli ha nemmeno permesso di motivarla in aula. «Vuol dire che la motiveremo ai media», ha risposto Libertini. Detto fatto: è uscito dall'aula e si è messo in collegamento telefonico con Gianfranco Funari, che gli ha chiesto in diretta come andava la votazione. «E' un gran casino», ha risposto il senatore. E Funari lo ha ringraziato del «pensiero illuminante». LA MISSINA IN ROSA Un'esplosione color fucsia nell'estrema destra dell'emiciclo ravvivava l'aspetto sobrio dell'aula del Senato. Era la mise debordante di Marisa Moltisanti senatrice missina eletta ad Ispica, provincia di Ragusa. Ieri si è presentata al Senato accompagnata da una decina di fans venute su da Ispica con lei. Della sua mise, ha detto: «Sono una spontanea e ho voluto indossare un vestito rosa shocking per dare un po' di tono a quest'aula così grigia». IL CRAVATTIN0 DI SPERONI Francesco Enrico Speroni, capogruppo leghista al Senato, era perfettamente a suo agio nella sua prima giornata in aula. Non così i commessi, che lo hanno visto arrivare con la camicia sbottonata e un laccio texano al collo. «Ma no, non è un laccio texano», ha assicurato il neo-senatore. «E' un cravattino alsaziano». E dopo qualche mugugno lo hanno fatto entrare. ALESSANDRA E IL nilTO Alessandra Mussolini ha cercato il seggio di suo nonno Benito alla Camera perché lì voleva sedersi. Ma invano: è sorta una disputa tra i banchi missini su quale fosse quello giusto. Alla fine Alessandra ha detto che lo avrebbe trovato col fiuto, il seggio del nonno. E si è consolata andando incontro ad Alessandro Curzi, il direttore del Tg3. «Mi ricorda mio nonno», ha spiegato. E lo ha coperto di baci. FORLANI E IL DIVO SCARSI Ma la più grande attrazione alla Camera, almeno a giudicare dal codazzo di fotografi e cronisti, è risultato il divo della televisione Vittorio Sgarbi. Arnaldo Forlani, il segretario (iella de accusato assieme ai suoi colleghi di non lasciare spazio alle facce nuove, se lo è trovato davanti entrando in aula. Lo ha salutato affabile e rivolto ai cronisti ha detto: «Ecco le grandi novità». UN SOSIA PER MIGLIO «E' lui Gianfranco Miglio! Lo riconosco dalla testa pelata!». Ma quando il giornalista televisivo e il suo cameraman l'hanno raggiunto si sono accorti che non avevano davanti l'ideologo leghista ma il suo sosia, il generale Umberto Cappuzzo. Nel corso della giornata i giornalisti - e anche i senatori hanno poi imparato a distinguere tra i due: Miglio, vera star della giornata a palazzo Madama, era perennemente circondato da una selva di microfoni e telecamere, mentre Cappuzzo si aggirava sornione, cercando di adescare qualche giornalista ancora un po' confuso. Andrea di Robilant

Luoghi citati: Ispica, Ragusa, Roma, Siberia