Baggio: Juve ti voglio così di Fabio Vergnano
Baggio: Juve ti voglio così Baggio: Juve ti voglio così «Va bene Moeller, ma chiedo dei compagni su misura per me» TORINO. Qualcosa si muove. Dire che la Juve del futuro sia già delineata in maniera precisa sarebbe azzardato, ma dalle piccole ammissioni di Trapattoni, qualcosa si intuisce. Intanto il Trap ha spiegato che esiste un gruppo, 8-9 giocatori, una specie di zoccolo duro che dovrebbe dare garanzie per il futuro. Ai suddetti superstiti, verrebbero aggregati pochi elementi di sicuro affidamento per completare il mosaico. Uno di questi è stato individuato nel tedesco Andy Moeller, passato dal ruolo di quarto straniero a disposizione a quello di titolare a tempo pieno. L'idea di un asse Baggio-Moeller viene coltivata in questi giorni con grande attenzione nella stanza dei bottoni in piazza Crimea. Trapattoni è sicuro che il tandem possa funzionare senza il perìcolo che uno sia la controfigura dell'altro. Baggio cerca nella propria memoria immagini del probabile compagno di avventura, le analizza rapidamente e poi sbotta: «Non l'ho mai visto giocare dal vivo, ma lo ricordo bene grazie alla televisione. Può fare diversi ruoli, dall'incontrista all'uomo dell'ultimo passaggio. Un giocato¬ re completo insomma, in grado di dare qualità e sostanza al centrocampo». Insomma, Baggio non vede in Moeller uno scomodo pestapiedi? No e lo conferma: «Lui può fare cose simili alle mie, ma anche tante altre che io non posso fare. Siamo diversi se è questo che volete sapere. Ma ora non posso dire che sia lui il giocatore indispensabile per la Juve. Ce ne sarebbero tanti. Potrei fare il nome di Vialli, ma chi non vorrebbe Luca, che oltre tutto è mio grande amico? Oggi ci sono altri compagni da rispettare, ragazzi che stanno facendo la loro parte. Il nostro gruppo è molto unito, non sarebbe giusto dire che Moeller farà le scarpe a questo o quel bianconero. E poi noi giocatori siamo sempre gli ultimi a sapere come vanno le cose. Avete mai visto una società che chiede: preferisci giocare insieme a Tizio, o ti troveresti meglio al fianco di Caio?». Ma il parere di Baggio non è quello di un pincopallino qualunque. Infatti Roby parla da capo, da uno che sa che le parole hanno un peso in certe situazioni ed un altro in momenti diversi. Oggi, in epoca di chiacchiere in libertà, sceglie la strada della saggezza: «La forza di un gruppo come il nostro è fondamentale. Ci sono equilibri da rispettare. Io non credo che la Juve sia una squadra da rivoluzionare. Qui da buttare c'è poco o nulla. Rovineremmo tutta la fatica di una stagione positiva. Ha ragione Trapattoni: inseguire il Milan sulla strada degli acquisti pazzi sarebbe inutile. Noi oggi siamo un gradino sotto al Milan e forse lo saremo anche in futuro, ma imbottire una squadra di campioni non sempre si rivela una scelta vincente. Con qualche innesto ben mirato, la Juve potrà competere anche con la corazzata dì Berlusconi». Ma siccome Baggio ha coscienza delle attese che stanno crescendo attorno a lui, si sente in dovere di esprimere un desiderio, che si trasforma subito in un messaggio da inoltrare al primo piano di Piazza Crimea: «La società sa bene le mosse da compiere. Io spero che si lavori in una certa direzione, che cioè si tenti di costruire una squadra su misura per esaltare le mie caratteristiche. Non voglio dare consigli per gli acquisti, ma mi auguro che si crei una struttura tale da mettermi nelle condizioni di giocare come so e posso». Chi deve capire capirà. Oggi, intanto, Baggio guida la Juve nell'amichevole dì Mathi. L'inizio è per le 16. Fabio Vergnano
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